Palazzo Modica
Recentemente acquistato dal Comune, che lo ha fatto restaurare, il palazzo Modica di piazza Umberto fu fatto costruire agli inizi del XIX secolo dal notaio Rosario Modica, originario di Carlentini, prima del suo matrimonio con Gesualda De Cristofaro.
Si tratta di una imponente costruzione che occupa un intero isolato. Nella rosta del portone si leggono le iniziali R. M. del suo proprietario.
Originariamente ad un piano, fu sopraelevato sull’ala di nord-est fino a culminare in una caratteristica torretta, quasi a competere in altezza con il campanile della Chiesa madre di S. Rocco che si innalza sul lato opposto della piazza.
Una interessantissima foto scattata nel 1892 da Giovanni Verga dallo scalo ferroviario del paese in occasione dell’inaugurazione della tratta ferroviaria Valsavoia-Caltagirone, giustifica tale riflessione.
L’ambizioso e ardito progetto si inquadra nell’atmosfera di conflittuale rivalità che si respira tra le elite locali, che assegnano all’imponenza della propria dimora palazzata la funzione di status symbol. Promotore in questo caso ne fu il medico Gaetano Modica, figlio primogenito di Rosario, e inquieta figura più volte coinvolta in fatti incresciosi. La tradizione popolare riferisce persino della sua volontà di controllare dall’alto della sua dominante torretta lo svolgersi delle attività lavorative negli estesi possedimenti della piana di Lentini.
Le scale degli ingressi sulla piazza e a quelli su via G. Marconi (già via Trabia) non erano contemplate nel progetto originario. Esse furono conseguenza del livellamento oparato alla fine dell’Ottocento nel quartiere forche per favorire i collegamenti con la costruenda stazione ferroviaria. L’abbassamento del fondo stradale, tra l’altro, comportò un lungo contenzioso tra il Modica e il sindaco Giuseppe de Cristofaro de Martino, suo parente/avversario.
Alla famiglia Modica si deve la costruzione, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, di altri notevoli palazzi, oggi appartenenti a privati, in via Cavour, in Piazza Carlo Alberto e in via Principe Amedeo.
Tratto da: SCORDIA. La Storia-Le tradizioni-I monumenti- L’arte. Di N. Gambera- D.Ventura.
Museo Civico Etno- Antropologico ed Archivio Storico “M. De Mauro”.
A cura di Elena Lussi
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