Piazza San Rocco
Contemporaneamente al suo palazzo il principe A. Branciforte provvide a fare costruire la chiesa madre di San Rocco, patrono di Scordia, riservandosi su di essa, allora unica parrocchia del paese, il diritto di patronato, cioè la facoltà di designare il parroco, che poi sarebbe stato nominato dal vescovo.
Nel 1929 si cominciò a seppellirvi i morti, ma la chiesa andò completamente distrutta a causa del terremoto del 1693. Riedificata su progetto da molti attribuito a fra Michele Della Ferla, fu riaperta al culto nel 1712. Tuttavia assunse la forma e l’ampiezza attuale durante la parrocatura di Mario De Cristofaro (1830-1867), a cura del quale furono completate le ali della croce latina che forma la pianta della chiesa, divisa in tre spaziose navate adorne di stucchi e affreschi, con otto altari laterali sormontati da tele di non disprezzabile fattura, opere del senese Marcello Vieri(XVIII sec.), del romano Pietro Gabrini (1856-1926) e di altri artisti.
Nell’abside sono ancora visibili l’antico altare maggiore in legno e l’organo di canne dell’800. La volta è decorata con affreschi del pittore militellese Gisueppe Barone (1887-1956): il CRISTO REX MUNDI (1947) e, all’interno di cornici rotonde a stucco, San Pietro e San Paolo. Al centro, in un ovale, una scena della vita di San Rocco.
A destra c’è la cappella di San Rocco, dove si custodisce il Fercolo ligneo del 1884 con la plurisecolare statua del santo patrono, anch’essa in legno, che viene portata in processione ogni anno il 16 agosto. Un tempo la statua, come quella del cane che l’accompagna, era rivestita d’argento, ma le lamine del metallo prezioso sono state trafugate in uno dei tanti furti subiti dalla chiesa. Accanto alla cappella si trova il monumentale sepolcro in marmo di Mario de Cristofaro. Sulla volta della navata centrale è dipinta su tela una grande scena con San Rocco tra gli appestati (1929), opera del catanese Alessandro Abate (1867-1953). Sulla stessa volta è visibile un affresco con scena biblica di dimensioni più piccole, di incerta attribuzione. Alessandro Abate nel 1933 realizzò anche il quadro con l’allegoria dell’Abbondanza, che attualmente si trova esposto nel salone di rappresentanza di Palazzo De Cristofaro. Chiusa al culto dal 1990 per lavori di restauro e di consolidamento, la chiesa da qualche anno è stata riaperta dopo una migliore rifunzionalizzazione dei locali annessi. Nei locali della chiesa, oltre ai preziosi paramenti sacri e ai pochi calici e ostensori in metallo prezioso risparmiati dai ladri, si custodiscono altre sculture e altre tele di un certo valore ( tra gli altri, alcuni ritratti del pittore scordiense Giuseppe Barchitta), nonchè un Archivio di grandissima importanza documentaria.
Il prospetto della chiesa, orientata verso occidente, è un esempio del più puro barocco, impreziosito dalla luminosità della pietra locale. Originariamente il campanile era sormontato da un cupolino, per un certo tempo sostituito da una guglia conica rivestita di mattonelle maiolicate, recentemente rimosse. In essa ha sede l’antica Confraternita del SS. Sacramento.
IL MONUMENTO DI SAN ROCCO
Al centro dela piazza antistante la chiesa omonima, su di un alto piedistallo, si erge la statua in pietra calcarea di San Rocco col suo cane, operadello scultore palermitano Nicolò Bagnasco. Il monumento fu eretto nel 1813, quando la peste affliggeva l’isola di Malta. Originariamente ai quattro lati del monumento si leggevano i seguenti quattro distici latini, opera del sacerdote Francesco Saverio Puglisi .
1
Haec tibi dum statuunt, o Roche piissime, cives
Testatur qua te religione colunt
2
Scordia hoc posuit, melite, dum peste laborat,
omnem arce a populo, tu memor, ergo luem
3
Pro populo hic precibus numen rogat usque supremum,
auxlioque omnes ducit ad astra suo
4
Auspiciis bene freta tuis, Roche inclite, diram
nec Scordia famen nec fera bella pavet
Le gradinate in pietra lavica sono conseguenza del livellamento definitivo della piazza, avvenuto nel 1890, con conseguente abbassamento medio di cm. 65del piano di calpestio.
Tratto da: SCORDIA. La Storia-Le tradizioni-I monumenti- L’arte. Di N. Gambera- D.Ventura.
Museo Civico Etno- Antropologico ed Archivio Storico “M. De Mauro”.
A cura di Elena Lussi
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