Quando manca il «Bagno-Posta»
2Tra la folla ed il caldo afoso ogni giorno l’ufficio postale pullula di gente che, in piedi o seduta, attende arrotolando e stropicciando il numerino tra le mani. C’è chi chiacchiera, chi si lamenta stanco dell’attesa, chi litiga, chi aspetta fuori, chi fa bloccare la porta elettronica e chi, nonostante l’età o gli acciacchi, resta anche l’intera mattinata all’interno dell’edificio aspettando con pazienza che arrivi il proprio turno.
Tutti i giorni le storie si ripetono, tanto che certe chiacchiere e lamentele ci appaiono routine tra le mura dello “scatolone” color avorio di via Dello Stadio, ufficio delle Poste Italiane di Scordia.
E’ il 16 settembre, una mattinata come tante alla posta con il solito mormorio di fondo e la gente che va e viene impaziente e frettolosa. D’un tratto nella confusione si ode la voce di un anziano che, rivolgendosi alle altre persone, afferma decisa e indisposta: «Ma è possibile che in questo ufficio postale non ci sia un bagno? E’ assurdo che stiamo qui dentro per ore e non possiamo usufruire dei servizi igienici perché non esistono».
Per quanto bizzarro possa apparire l’argomento, non ci sembra un elemento da trascurare il fatto che un ufficio pubblico non sia regolarmente fornito di toilette per uomini, donne e disabili.
Le attese sono spesso lunghe ed interminabili e, sebbene tutti abbiano il diritto di poter usufruire del bagno in qualsiasi momento, c’è da considerare che gli utenti dell’ufficio postale sono spesso anziani, disabili, donne in gravidanza, mamme con i bambini, ovvero categorie di persone che possono avere esigenze diverse delle quali non è possibile non tener conto.
E’ proprio il caso di chiedersi come mai se c’è il “Banco-Posta” non debba esserci anche il “Bagno-Posta”!?
Tania Catalano