Avvelenamento dei cani. Nostra inchiesta su un reato che miete vittime e che rischia di rimanere impunito.
2Esterifosforici questo è il nome di battesimo di uno dei veleni comuni più letali (appartenente alla categoria dei pesticidi), ritenuto colpevole per l’80% dei casi di avvelenamento animale (di piccola taglia) sul suolo nazionale.
Alla fine degli anni ’60 l’uso di tagliole, trappole e veleni contro la fauna definita “nociva” era regolamentato (per il mondo agricolo e venatorio) dalla legge, nello specifico dall’art. 26 del Testo Unico sulla Caccia n. 799 del 2 agosto 1967. Dieci anni dopo con l’entrata in vigore della nuova normativa sulla caccia (Legge n. 968 del 27 dicembre 1977) si è vietato l’uso di sostanze tossiche e veleni nonché congegni similari.
1977 è questo l’anno che funge da incipit, ma putroppo i dati testimoniano che questo fenomeno non solo non è cessato ma è aumentato esponenzialmente interessando principalmente gli animali domestici d’affezione e randagi.
A tal proposito la Legge n. 189 del 20 luglio 2004, titolante“Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate” ha apportato alcune modifiche al Codice Penale. Nello specifico nei commi:
– 544 bis sanzioni penali per chi per crudeltà o senza necessità, cagiona una
lesione ad un animale;
– 544 ter sanzioni penali per chi per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte
di un animale;
– 440 reclusione da 3 a 10 anni per chi avvelena sostanze destinate all’alimentazione;
– 638 reclusione fino ad un anno per uccisione o danneggiamento di animali altrui;
In parole povere non solo la detenzione e l’abbandono di bocconi avvelenati è un reato punito dal nostro codice penale ma l’avvelenamento di un animale è punibile con la reclusione fino a 18 mesi.
Pena aggravata per chi distribuisce sostanze velenose che rischia la gattabuia fino a tre anni e una multa massima di 500 euro secondo l’art.146 del Testo Unico delle leggi Sanitarie.
A tal proposito abbiamo intervistato la Dottoressa Carmen Ciancitto (nella foto) dirigente area C Asp 3 distretto di Palagonia.
Le esche, nelle molteplici forme in cui si presentano, sono molto spesso letali per gli animali che le ingeriscono. Di che tipo di veleni si tratta generalemente e come agire in questi casi?
I bocconi avvelenati si presentano in molteplici aspetti, sicuamente i più succulenti per i cani sono indubbiamente le polpette arricchite spesso con dei formaggi. E’ bene sapere che la gravità dell’avvelenamento dipende da quattro fattori principali ovvero: la mole dell’animale, la dose di veleno ingerito, il tempo trascorso dall’assunzione e il tempo e le modalità di ingestione ( inalazione o ingestione vera e propria). Tra i veleni più comuni usati e facilmente reperibili troviamo gli esterifosforici, organofosfati e carbammati (della classe degli insetticidi, pesticidi e neutrotopi). Questi tipi di valeni agiscono molto rapidamente con sintomi immediatamente visibili sull’animale quali: scialorrea (intensa salivazione)e forti spasmi muscolari. Se l’animale presenta questi sintomi è necessario indurlo al vomito. Il metodo più comune è fare ingerire acqua e sale. Nel mondo della caccia è prassi nota dare al cane dell’olio o del latte ma bisogna fare molta attenzione poichè alcuni veleni vengono veicolati da questi alimenti rendendo l’assorbimento della sostanza nociva ancor più rapido. In casi di avvelenamento da pesticidi l’antidoto è iniettare Atropina, farmaco salvavita facilemente reperibile in farmacia.
Altra categoria di veleni sono gli anticoagulanti come i Dicumarinici che provocano nell’animale una forte carenza di vitamina k. I sintomi sono visibili molto lentamente a distanza di 8-10-15 giorni. Questa forma di avvelenamento provoca forti emorragie, epistassi da bocca e intestini, petecchie emorragiche nelle mucose, ematomi sottocutanei, difficoltà respiratorie e gravi anemie. In questo caso è necessario per salvare l’animale sopperire al deficit di vitamina k o Koagulation vitamin.
Veleni difficilmente reperibili sono cianuro e stricnina letali nel 90% dei casi.
Esistono altri tipi di esche non chimiche?
Si, sono note come esche meccaniche come l’avvelenamento con vetri. Si inseriscono nel cibo dei vetri spesso di lampadine rotte che provocano nell’animale che le ingerisce delle lesioni intestinali. In questo caso si deve intervenire chirurgicamente come nel caso delle spugne. Ovvero delle spugne vengono fritte e poi date in pasto ai cani, queste si gonfiano all’interno dell’intestino dell animale causandogli un blocco intestinale.
In caso di sospetto è bene far passeggiare gli animali domestici “curiosi” e soprattutto cuccioli con museruola onde evitare ogni pericolo.
Cosa fare se si è testimoni di un caso di avvelenamento o si ritrovano esche? Cosa riporta l’ultima ordinanza ministeriale in merito?
In primis è necessario dare soccorso all’ animale, indurlo al vomito e andare dal veterinario qualore l’animale in questione fosse vivo. L’ordinanza ministeriale del 10 dicembre 2008 e del 10/02/ 2012 prevede che in caso di sospetto avvelenamento l’animale ancora vivo o morto giunga al presidio sanitario direttamente dal proprietario, forze dell’ordine o il veterinario privato. Nel caso in cui l’animale necessiti di cure l’Asp interviene nelle sedi attrezzate ( ambulatori non uffici) fornendo il primo soccorso necessario al suddetto per poi successivamente proporre il ricovero presso struttura veterinaria autorizzata a carico del Comune competente. ln caso si trattasse di carcassa il presidio sanitario competente provvederà all’invio della carogna al centro zooprofilattico per l’esame tossicologico e alla segnalazione al sindaco del sospetto di avvelenamento . (Nel caso di cane randagio di proprietà del comune è bene chiamare le associazioni di volontariato o le forze dell’ordine per il recupero dell’ animale).
E’ bene portare all’ ente anche esche sospette, manipolandole con molta cautela utilizzando guanti in lattice. In caso di ingestione accidentale è necessario rivolgersi al pronto soccorso più vicino. il servizio veterinario provvederà all’ invio adeguato dell’ esce pervenute all’ istituto zooprofilattico per i debiti esami.
Qualora gli esami rispultassero positivi e vi fosse richio accertamento di avvelenamento l’ente invia al sindaco in questione referto. Il primo cittadino è chiamato allora: ad aprire le indagini, alla bonifica del territorio, affissione di cartelli visibili segnalanti il pericolo e al monitoraggio del fenomeno secondo art. 4 om 18/ 12/ 2008.Il prefetto messo a conoscenza dei fatti attiverà il tavolo tecnico di coordinamento e monitoraggio del fenomeno.
Avete registrato un aumento dei casi di avvelenamento nell’ultimo periodo, quanto spesso siete chiamati ad applicare il protocollo?
Presso il nostro ufficio arrivano numerose telefonate da privati e che riportano casi di presunto avvelenamento, ma putroppo non sempre correlati dall’ arrivo della carcassa in questione. Azzarderei un caso su cinque vede applicare per intero il protocollo. E’ comunque giusto non creare allarmismo e psicosi prima che il nostro ente abbia effettuato i dovuti controlli.
Prima a dare l’allarme “bocconi avvelenati” sul nostro territorio è stata l’associazione no-profit Mi fido di te, la onlus che si “alimenta” attraverso un piccolo contributo annuo d’adesione e dei salvadenai (a libera offerta) sparsi sul territorio. L’organizzazione si avvale anche dell’aiuto dell’Asp e delle forze dell’ordine per le molteplici iniziative che adotta. Prima tra tutti l’azione di ricovero e sterilizzazione per i randagi che circolano sul suolo comunale e di proprietà di quest’ultimo.
I volontari hanno celermente allertato le zone di : Contrada montagna, Contrada cittadino, aree verdi piazza Falcone Borsellino, piazzetta scuola media statale Michele Amari Vinci, via Simeto, pista di pattinaggio.
Abbiamo parlato a tal proposito con Maria Pia Gigante e Isabella Calleri del direttivo dell’associazione Mi Fido di Te.
Quello dell’ avvelenamento impietoso è un fenomeno tanto diffuso quanto poco conosciuto. Questa pratica illegale quanto è frequente nella nostra comunità? Cosa deve sapere il cittadino in merito a ciò?
Purtroppo il fenomeno si è ripetuto negli anni, certamente in maniera molto blanda rispetto ad adesso. Abbiamo affisso numerosi volantini nelle piazze per avvertire i proprietari, abbiamo aperto un gruppo su Facebook: Sos bocconi avvelenati, abbiamo riunito la cittadinanza e ci siamo suddivisi delle aree per fare ronde di controllo diurne e notturne. Progetto imminente è contattare i proprietari dei cani deceduti per indurli a sporgere denuncia e aprire indagini. E’ bene in questo momento prevenire facendo uscire il cane con la museruola. Provvederemo a fare manifestazioni nelle piazzette di sensibilizzazione.
Quanti cani risultano a voi deceduti? Quanti proprietari di questi hanno sporto denuncia o agito secondo protocollo rivolgendosi all’Asp?
Il fenomeno è stato segnalato per la prima volta il 27 maggio. Ad oggi i cani che a noi risultano deceduti sono 7 tutti di proprietà e non randagi, certi un Beagle ( arrivato da noi morente, abbiamo somministrato l’antidoto ma non siamo purtroppo arrivati in tempo) e due Cirnechi. Purtroppo solo il proprietario del Beagle ha sporto denuncia verso ignoti.
Secondo la vostra esperienza, che cosa può spingere questi “aguzzini” di cani ad agire in questoi modo?
Forse il numero di randagi (che ovviamente spesso si muovono in branco) induce la gente che non li ama puntualmente a cercare di eliminarli, altri possono essere coloro che vedono il loro cane di proprietà disturbato dai randagi e infastiditi agiscono in questa maniera illecita e crudele.
Il vostro è un impegno concreto verso la nostra comunità, quali sono le vostre prospettive future?
Indubbiamente continuare con l’opera di sterilizzazione e adozione, sviluppare una campagna di sensibilizzazione per indurre a inserire il microchip nei nostri amici a 4 zampe, chiedere l’aiuto del nuovo sindaco entrante per ampliare i controlli e per avere risposte in merito al nostro progetto (presentato a livello europeo) di sgambature cani all’interno dei parchi pubblici.
E’ vero che come diceva Ford ” meticolosamente addestrato l’uomo può diventare il migliore amico del cane”?
Assolutamente vero, e istituiremo dei corsi a scuola proprio per “addestrare” i bambini.
MARTINA PISASALE