Il Premio Basso a dieci anni dalla sua prematura scomparsa
2Il 26 aprile segna la data della morte di Salvo Basso, assessore alla cultura per due legislature, poeta e amministratore comunale di spessore difficilmente inquadrabile negli schemi di un partito. Le sue idee furono apprezzate da tanti, compreso il suo progetto di “città educativa” che avrebbe voluto condurre in una città che dalla sua dipartita non ha avuto più eguali nella conduzione di un assessorato “cruciale” e “fondamentale” come quello della cultura. Malgrado non avesse sempre carta bianca e talvolta fosse anche osteggiato nella sua azione, Salvo Basso ha lasciato in tutti noi un ricordo indelebile per iniziative culturali di altissimo spessore. Nella settimana che ci porterà al premio, vogliamo ricordarlo con le parole dell’amico comune, Luca Cangemi, con un articolo pubblicato lo scorso 27 aprile sulle pagine del quotidiano La Sicilia.
Dieci anni fa, il 26 aprile 2002, scompariva prima di compiere trentanove anni, Salvo Basso. Poeta maturo e riconosciuto, assessore e vicesindaco del comune di Scordia, infaticabile organizzatore di cultura e partecipazione, Salvo fu protagonista di una stagione breve ma straordinariamente intensa e feconda d’impegno, di passioni, di progetti.
Ritornare a riflettere su quella stagione non è solo un doveroso omaggio a una figura intellettuale (nel senso più pienamente gramsciano del termine) tra le più significative della nostra terra. E’ anche una grande occasione di ricavare indicazioni preziose per l’oggi e per il domani.
Nell’attività vasta e multiforme di Salvo è possibile trovare un filo conduttore nell’investimento rivolto verso la cultura, nelle sue forme più diverse, come grande fattore di trasformazione.
In quest’orizzonte di senso rappresentato dalla cultura, si esaltavano le qualità specifiche di Salvo Basso: un’enorme generosità personale e intellettuale, un sapere vastissimo incessantemente alimentato e continuamente riorganizzato (di cui è testimonianza la sua vastissima biblioteca), una curiosità e una sensibilità straordinarie che affascinavano interlocutori diversissimi e rendevano la comunicazione immediatamente produttiva.
Questo straordinarie capacità le ritroviamo nelle sue poesie, nei suoi scritti ma anche, in stretta coerenza, nelle intuizioni, scelte ed esperienze che caratterizzarono la sua attività pubblica.
Salvo Basso fu innanzitutto un formidabile costruttore di reti culturali. Le frontiere municipali, provinciali, regionali, così come quelle accademiche o disciplinari non erano per lui muri ma divenivano zone di contatto, occasioni di dialogo e relazioni.
Salvo combatté con le parole e con le opere ogni forma di chiusura provinciale, trasformò Scordia in un punto di riferimento culturale importante con manifestazioni di grande significato ma con lo stesso impegno inventò e promosse iniziative in ogni parte della Sicilia e dell’Italia.
In questi dieci anni abbiamo sentito drammaticamente l’assenza di questa capacità di Salvo Basso di unire sotto il segno della cultura. Grandi risorse e potenzialità sono disperse e ammutolite dal particolarismo, le politiche pubbliche sono rinsecchite e assumono spesso caratteri regressivi, i territori sono vissuti come recinti e non come spazi in cui coniugare identità e differenze. Eppure proprio in questa fase storica un grande investimento sociale e civile sulla cultura sarebbe indispensabile. Ricordare Salvo è per noi anche un impegno a riprendere quella strada che lui indicò e percorse fino all’ultimo giorno.
Luca Cangemi
(articolo pubblicato su “La Sicilia” del 27 aprile 2012)