“Inutile attesa sotto il sole cocente medico malato e nessuno l’ha detto”
0I pazienti chiedevano l’esenzione ticket per patologia: “È una mancanza di rispetto”
Ci sentiamo trattati peggio degli animali e nei nostri confronti non è stato mostrato alcun rispetto. Sono le parole di proteste dei nove cittadini che mercoledi si sono recati nell’ambulatorio di via Barchitta per rinnovare od ottenere per la prima volta l’esenzione ticket per patologia. Il mercoledi infatti è l’unico giorno della settimana che prevede l’ apertura dello sportello che offre tale servizio dalle 15 alle 18. Appena giunti in via Barchitta gli utenti hanno trovato un cartello che indicava il trasferimento definitivo degli uffici in via Capuana sede del poliambulatorio e centro vaccinale. Entrati nel cortile attraverso il cancello aperto, i pazienti sono rimasti in attesa che l’ufficio aprisse, costretti però a rimanere fuori, sotto una tettoia ma con le alte temperature e senza alcuna possibilità di potersi accomodare su una panchina perché la struttura ne è sprovvista. Di medici, infermieri, personale amministrativo neanche l’ombra. Dopo quasi un’ora e mezza di attesa, sfiniti dal caldo e dalla stanchezza per avere atteso un medico che non arriva, il gruppo decide di chiamare i vigili urbani ed i carabinieri che raccolgono le sacrosante lamentele dei pazienti ormai in vana attesa. I vigili urbani, in particolare, si mettono in contatto telefonico con gli uffici dell’Asp di Palagonia e finalmente si scopre che il medico che il medico incaricato alle visite si trova in malattia. A questo punto ai nove cittadini non rimane che tornare a casa senza esenzione e con l’amaro in bocca per la mancanza di rispetto subita oltre che per avere perso tempo invano, essersi stancati, ad un orario improponibile, fuori al gran caldo. “Trattati peggio degli animali” – questa la frase ripetuta durante l’attesa e la percezione generale ed il senso di frustrazione. “Sorvoliamo sul fatto che non sia stato previsto un sostituto al medico assente chiamato ad ottemperare ad una prestazione indispensabile peraltro effettuata una sola volta alla settimana e solo per tre ore, ma è inconcepibile – commentano – che nessuno si sia degnato di apporre fuori dalla porta un avviso che ci comunicasse l’assenza del medico. Questo non è rispetto. Le nostre vite – commenta Tania – sono legate ad un filo e meritano certamente una maggiore considerazione da chi è chiamato a tutelare la nostra salute”.