“L’essenziale è invisibile agli occhi”, ma non in natura
0Nell’epoca del “tutto confezionato”, dei grandi supermercati che semplificano la vita con i mandarini già sbucciati nel banco frigo, la nostra natura offre ancora quei prodotti semplici e riconoscibili, con un po’ di esperienza, che spiccavano nelle tavole dei nostri nonni.
Passeggiare tra le campagne ci regala attimi di spensieratezza e di serenità, quasi come fosse una terapia per combattere lo stress. Colori di animali e piante ci fanno fare pace con l’universo perché il contatto con la natura riporta all’essenziale.
Lucertole immobilizzate dal sole sui massi, passeri e rondini che volano nel cielo e i rovi intrisi di asparagi nascondono coleotteri impauriti dal passo umano. Sopravvivenza ed essenzialità. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, ma non in natura dove il senso dell’esistenza appare esplicito.
La nostra natura, quella degli aranceti privi di frutti e dei mandorli in fiore in primavera, quella delle farfalle variopinte, quella delle recinzioni arrugginite e rattoppate, delle zone erbose incolte e poco curate, quella dei cani randagi affamati. E’ il nostro territorio, quello che tanto amiamo sempre e nonostante tutto. Quello che ci fa sentire veramente a casa ogni volta che ritorniamo nella nostra Scordia.
Quante volte da piccoli insieme ai nostri nonni, genitori o zii, o anche da adulti durante le scampagnate invernali e primaverili, abbiamo passeggiato nelle campagne limitrofe e abbiamo raccolto sparici (asparagi selvatici), finuocchi rizzi (finocchietto selvatico), cicuoria (cicoria), ancìti (segale selvatica) e amareḍḍi (senape canuta) verdure che, in base alla stagione, invadono le campagne colorandole di verde brillante insieme all’agrodolce, alle margherite e ai papaveri, mentre il viola vivace di iris e malva dona un aspetto regale al percorso più scosceso e isolato.
Dopo averli raccolti, con una punta di orgoglio per avere tra le mani i frutti della terra, il risotto con gli asparagi è un vero e proprio must, così come la frittata di amareḍḍi e, perché no, “a scacciata cc’ancìti”. Anche questo è l’animo scordiense. Le scacciate, un classico a cui non sappiamo rinunciare.
E voi? Che verdure selvatiche conoscete? Che prelibatezze preparate dopo averle raccolte?
TANIA CATALANO