MILITELLO. In agitazione i 63 precari in servizio al comune
0Sono in stato di agitazione i 63 lavoratori che prestano servizi al Comune di Militello, nell’ambito delle previsioni di un contratto che impegna i dipendenti per 24 ore settimanali. I precari, che vivono da oltre 20 anni in condizioni di ordinaria incertezza occupazionale, temono l’ultimo (combinato) disposto normativo di Regione e Stato, che potrebbe “azzerare” le prospettive di lavoro dalla fine di luglio.
Un’ora al giorno sarà riservata, in assemblea, alla valutazione delle iniziative di rivendicazione. In un volantino della Confederazione unitaria di base, i “contrattisti” hanno lanciato un appello alla coesione, ammettendo che l’unica strada percorribile è quella della unione di tutte le forze. Dobbiamo fare valere – hano dichiarato – le ragioni della nostra storia. Nei prossimi tre mesi ci giocheremo il nostro destino.
I lavoratori militellesi sono impiegati in tutti i settori dell’Ente locale. Le mense scolastiche e l’asilo nido, i servizi cimiteriali e sociali, lo stato civile e l’anagrafe, l’ufficio tecnico e altri segmenti della burocrazia municipale non potrebbero prescindere dal loro apporto giornaliero, rappresentando l’esatta metà delle risorse umane utilizzate, a Palazzo del milite, dall’amministrazione comunale.
Non ha dubbi Rosamaria Sanguedolce: “Negli ultimi decenni non abbiamo avuto né regali istituzionali, né atti di cortesia. Le nostre attività sono state fondate sugli strumenti normativi che, in periodi diversi, si sono regolarmente susseguiti”.
Nella Rivela ha puntato l’indice sui falsi giudizi, “essendo prevalente l’impegno economico della regione, che copre il 90% della spesa complessiva. I restanti oneri sono assunti dal Comune”.
Apprezzamenti sono stati espressi dai precari nei confronti del sindaco, Giuseppe Fucile, che ha mostrato “sensibilità” – hanno detto – verso le nostre aspettative. Al primo cittadino è stata chiesta una ricognizione generale del fabbisogno di personale per i prossimi anni”. Per Alfio Lapi non resta che confidare sull’apertura di un tavolo di trattative sull’asse Palermo-Roma. Mariarosa Riggio ha infine ammesso: “Abbiamo fiducia nelle istituzioni e nelle leggi, ma ora è il momento di respingere assistenzialismi e abusi”.
LUCIO GAMBERA