Niente finanziamento per la videosorveglianza. Scordia al 633° posto rimane al momento escluso dal finanziamento
0Se Palagonia e Militello sono stati classificati come comuni ad incidenza criminale elevatissima, Scordia non è certo da meno. Ma questo non è bastato, evidentemente, a far si che anche Scordia potesse entrare nel novero dei comuni italiani che avranno la possibilità di realizzare sistemi di videosorveglianza avvalendosi di finanziamenti statali. Una esclusione che fa molto discutere e che priva per il momento la città di uno strumento utile per il contrasto alla criminalità. Su 2265 richieste presentate, Scordia si è classificato al 663° posto, rimanendo escluso pur avendo presentato un progetto preventivamente sottoscritto e approvato dalla Prefettura dal costo complessivo di 329 mila euro, con una compartecipazione comunale di 80 mila euro, il resto, 249 mila euro a carico dello Stato.
Sulla vicenda interviene l’Associazione Antiracket “N.D’Antrassi” che ritiene come il mancato raggiungimento di tale obiettivo renda la città meno sicura non consentendo il contrasto dei fenomeni malavitosi e l’individuazione di una percentuale maggiore di reati. Già in passato l’As.a.e.s. ha ricevuto il sostegno dei soci imprenditori che hanno dato la propria disponibilità all’amministrazione ai fini di supportarla sia in fase di elaborazione del progetto che nella eventuale fase di reperimento dei fondi economici. Appelli che sono caduti nel vuoto. Secondo l’associazione, presieduta da Daniela Di Stefano “la quota di cofinanziamento da parte dell’amministrazione è espressione dell’impegno economico e della volontà di contrasto alla criminalità. Riteniamo la videosorveglianza pubblica – si legge nella nota – una condizione essenziale volta a prevenire azioni criminali e fenomeni che possano lacerare ulteriormente la nostra realtà, resa ancor più fragile dall’attuale emergenza epidemiologica”.
“Questo è un risultato del sindaco Barchitta che, oltre ad aver perso una grande occasione messa in campo dal governo con un finanziamento complessivo di 17 milioni, per nascondere le mancanze della sua amministrazione ha pensato bene di utilizzare il più classico dei luoghi comuni: lo scaricabarile istituzionale”. Ad affermarlo è Eugenio Saitta, deputato nazionale del M5S che rincara la dose: “Sorprende che un politico navigato come il primo cittadino sia costretto ad utilizzare questi mezzucci anziché assumersi le responsabilità di un fallimento. Così mi corre l’obbligo di chiarire e smentire le false accuse anche nei confronti del ministro degli Interni Lamorgese, al quale va la mia solidarietà. Dire che Scordia non è rientrata nei Comuni ammessi al finanziamento per colpa del governo è falso. Il sindaco dovrebbe sapere che i bandi pubblici per i finanziamenti o si vincono, quando si hanno i criteri e vi si partecipa con perizia, o si perdono, quando non si hanno i criteri sufficienti e ci si mette anche una certa dose di imperizia amministrativa. Il caso di Scordia fa scuola, purtroppo per i cittadini. Il sindaco sa benissimo che tra i criteri vi erano vari indici tra cui un punteggio relativo al cofinanziamento che l’amministrazione comunale doveva mettere nel relativo progetto. Ad esempio Palagonia, che si è classificata 180esima, aveva messo in bilancio 200mila euro a fronte di una richiesta di 449mila euro Scordia, che ha richiesto la somma di 329mila euro ha previsto un cofinanziamento per soli 80mila euro. Se il nostro sindaco, mentre a parole sbandiera pretese di legalità, avesse messo nei fatti un cofinanziamento maggiore avremmo avuto un punteggio maggiore e la possibilità di installare le telecamere. Così non è avvenuto e si è preferito spendere i soldi pubblici in altri modi più frivoli”.
“Questo è un Governo che agevola i Comuni più ricchi”. E’ questo il primo duro commento all’esclusione da parte del sindaco Francesco Barchitta che ci tiene a ribadire la volontà da parte dell’amministrazione di avere la video sorveglianza. Per un Comune da poco uscito dal dissesto e che sta cercando di ripartire la videosorveglianza sarebbe servita come il pane: “Noi non demordiamo – afferma il sindaco – abbiamo messo in bilancio 80 mila euro che era il massimo che potevamo fare per le nostre risorse. Se avessi avuto a disposizione 200 mila euro l’avremmo fatto da noi la videosorveglianza. Parteciperemo al prossimo bando perché per noi la videosorveglianza è importantissima, ma non resteremo di certo con le mani in mano. In questi giorni – continua il primo cittadino – abbiamo finalmente rescisso il rapporto con Enel Sole e gestiremo la pubblica illuminazione in modo provvisorio sino al bando di gara che stiamo predisponendo. La ditta che si aggiudicherà l’appalto sarà anche in grado, oltre a rendere il sistema “green”, di approntare un sistema di videosorveglianza. “Mi dispiace – conclude il sindaco – che le accuse giungano da persone sprovvedute ed impreparate. Vorrei ricordare che per le luminarie del Natale abbiamo speso circa 3 mila euro. Non siamo esclusi, siamo in graduatoria e faremo di tutto per raggiungere questo obiettivo”.
Sulla questione, infine, è intervenuto con un post sui social anche l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Nicolò Azzara secondo cui si potrebbe ridurre l’importo del progetto o sperare che il Governo metta altri fondi previsti, 27 milioni per il 2021 e 36 milioni per il 2022. Secondo Azzara il sindaco ha sbagliato a colpevolizzare un partito di governo (M5S). “I detrattori sbagliano nell’incolpare i funzionari comunali, o il Sindaco o l’Amministrazione, nel non avere saputo impostare la richiesta. Se Scordia ha stanziato un cofinanziamento inferiore a quello di Palagonia, immagino che dipenda dal bilancio comunale molto “ristretto”. Non dimentichiamo che usciamo da poco da un dissesto finanziario. Quando si prendono decisioni sulla sicurezza pubblica, non esistono meritocrazie o cianfrusaglie varie che intervengano, specialmente nella considerazione che la stragrande maggioranza dei comuni italiani si trovino in grosse difficoltà economiche”.