Ospedale di Militello. Cinque lavoratori saranno reintegrati.
0La prima “schiarita” è arrivata con la firma dell’accordo: saranno reintegrati nei posti di lavoro, all’ospedale “Basso Ragusa” di Militello, i cinque operatori socio-assistenziali che, secondo le prime decisioni della nuova impresa di servizi sanitari, non avrebbero goduto di prerogative e contratti.
I dipendenti riprenderanno le attività dal prossimo 1 agosto. Le prestazioni saranno rese fino al prossimo 30 settembre, con il supporto ufficiale di un’agenzia interinale che dovrebbe successivamente lasciare ogni incombenza all’azienda di gestione, che ha sottoscritto il nuovo contratto d’appalto con l’Asp 3 di Catania.
Non è stata esattamente definita, invece, la posizione dei lavoratori che hanno subìto riduzioni fino al 25% delle ore settimanali. Eventuali variazioni in aumento o ripristino saranno legati alle reali esigenze del presidio militellese, che ha subìto, nelle scorse settimane, ripercussioni nell’organizzazione dei servizi presso le diverse unità operative.
L’intesa è stata raggiunta nei locali dell’Ufficio provinciale del lavoro. Un’importante opera di mediazione tra le parti è stata svolta dai competenti organi della Prefettura, con l’intervento del sindacato. Le nuove disposizioni sono state illustrate, ieri mattina, dai responsabili regionali, comprensoriali e locali della Cgil, che hanno incontrato gli operatori.
Soddisfazione è stata espressa dai sindacalisti Totò Brigadeci che ha detto: «Siamo riusciti a concludere positivamente una vertenza difficile»; Francesco D’Amico, il quale ha sottolineato che «le pressioni hanno premiato l’impegno di tutti i dipendenti» ed Enzo Maggiore che ha ricordato «il successo delle strategie della nostra organizzazione».
Un invito è giunto, infine, dal segretario regionale della Filcams-Cgil, Salvo Leonardi: «Le guerre tra poveri, che rischiano di dilaniare i rapporti tra le diverse sigle sindacali e i lavoratori, devono essere archiviate. L’intero comparto sanitario resta al centro di un attacco senza precedenti: serve un’opera di costante dialogo e confronto».
LUCIO GAMBERA