Ospedale di Militello. Ritardi e carenze nella consegna dei farmaci.
0Gravi carenze e ritardi nelle consegne dei farmaci, al nosocomio di Militello, incombono sull’utenza esterna e sui degenti. Segnalazioni all’Urp del presidio sanitario e denunce ai carabinieri, dall’inizio dell’estate, arricchiscono il dossier cartaceo delle rimostranze, che si legano a disfunzioni organizzative del servizio.
Dei due farmacisti, che hanno svolto le attività fino allo scorso semestre, non c’è più alcuna traccia. Anche l’ultimo dirigente è stato trasferito in un’altra sede della provincia. La funzionalità del deposito-scorte e dell’ufficio dipende dalla disponibilità di un terzo medico, che l’Asp etnea “dirotta” quasi sempre da Caltagirone o (in casi più eccezionali) dal capoluogo etneo.
Negli ultimi due mesi, però, la farmacia del “Basso Ragusa” non ha risolto i suoi problemi. I disagi si sono gradualmente moltiplicati. I locali ospedalieri hanno ridotto – al secondo piano del vecchio plesso, in condizioni ambientali difficili per soggetti in cura o affetti da grave patologie – le giornate di apertura al pubblico: “Le prestazioni – ha reso noto il dirigente del dipartimento dell’Asp, dott. Franco Rapisarda – sono soltanto erogate, dalle 9 alle 13, nei giorni di lunedì e venerdì”.
Il riflesso dei disagi è duplice, investendo sia il fronte dell’utenza territoriale (per le richieste provenienti da pazienti di Militello, Palagonia, Scordia, Castel di Iudica, Ramacca e Raddusa) che quella dell’ospedale (per i ricoverati nelle varie divisioni). Chi deve ritirare farmaci non ha alternative: deve attendere il proprio turno in un corridoio che, in assenza di aria condizionata e di arredi idonei, determina un “effetto serra” asfissiante per le sue altissime temperature.
Le richieste dei farmaci, che si riferiscono a circa un migliaio di piani mensili, sono evase sempre in ritardo e dopo alcune ore d’attesa. Talvolta le istanze sono pure inutili per la mancanza del farmaco prescritto.
La fila degli utenti, con la registrazione dell’ordine di arrivo su un foglio, comincia almeno con un’ora di anticipo: “Siamo spesso travolti dalle proteste, ma da parte nostra – hanno detto Maurizio Guttuso e Nicola Carrera, che svolgono mansioni di supporto logistico e amministrativo – non è possibile consegnare alcun farmaco. Occorre l’intervento diretto del farmacista”.
Le difficoltà crescono anche nelle unità operative del nosocomio: “Le forniture – ha ammesso il caposala del reparto di Medicina generale, Nunzio Campisi – sono sempre intempestive. I farmaci arrivano da Caltagirone con almeno due settimane di ritardo. I nostri colleghi calatini lamentano carenze di personale e altre indisponibilità, mentre a Militello aumentano i fattori di rischio. Qualche volta mancano perfino le soluzioni fisiologiche e alcuni tipi di aghi”.
Diverse lettere e fax sono stati spediti, intanto, all’Assessorato regionale alla Salute e ai competenti organi sanitari. Il nodo della questione non dipenderebbe soltanto dal periodo estivo, ma da un processo di lenta involuzione (o di conversione) dell’attuale presidio. La nascita definitiva del Pta è quasi alle porte.
“I problemi sono di varia natura. E non investono soltanto l’efficienza della farmacia”. Lo ha detto Enzo Maggiore, sindacalista della Cgil, che ha spesso alzato uno scudo, negli ultimi anni, in difesa dell’ospedale militellese. Il sindacato avvierà una mobilitazione a settembre: “Sono in difficoltà anche gli utenti del laboratorio analisi, che hanno visto una riduzione dei servizi e delle giornate dei prelievi. Pure l’Ortopedia accusa un rallentamento, mentre in Medicina prosegue il taglio dei posti letto”.
LUCIO GAMBERA