PALAGONIA. Riaperta al culto la chiesa del Convento.
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La notte di Santa Lucia del 1990 fu una notte di paura in Sicilia, infatti un violento terremoto causò vittime e danni ingenti in gran parte della Sicilia orientale. Nel lunghissimo elenco dei danni vi è anche la chiesa dell’Immacolata di Palagonia, preziosa testimonianza dell’arte barocca nella città, meglio nota ai palagonesi come chiesa del Convento. Dopo 23 anni, la Comunità dell’Immacolata è potuta tornare nella sua chiesa che, con grande gioia dei cittadini, è stata ieri riaperta al culto.
La Chiesa, ora intitolata a Maria Immacolata, in passato era dedicata a Sant’Antonio da Padova e venne costruita nel 1592 per volontà del barone Ferdinando Gravina De Cruyllas, insieme all’annesso convento dei frati minori riformati.
La Chiesa presenta un prospetto architettonico in stile tardo barocco con un grande portale e due nicchie con statue di pietra raffiguranti due monaci francescani, forse L’interno, ad unica navata, presenta un’abside finale che conserva ancora l’antico altare maggiore in stile francescano con un monumentale ciborio in legno scolpito e madreperle, ornato da un ricco portale con colonne lisce e tortili e da una tela della Madonna col Cristo Glorioso.
La chiesa, danneggiata dal terremoto del 13 dicembre 1990, è rimasta chiusa e la comunità di fedeli che, da quando è stata eretta a parrocchia nel 1927 vi si radunava, ha dovuto vivere per 23 anni “lontana da casa”, ospitata in vari posti, dal salone delle suore orsoline di S. Angela Merici, alla chiesa Madonna di Trapani, alla chiesa di S. Antonino delle figlie di Maria Ausiliatrice. Da gennaio 2012, però, un gruppo di persone della comunità parrocchiale e della confraternita che ha sede in questa chiesa, collaborando con il comitato “Riapriamo la chiesa dell’Immacolata” presieduto da Vincenza Mazza, armato di buona volontà ha cominciato a dedicare il proprio tempo libero per ricostruire la chiesa dell’Immacolata e ridarle la dignità artistica che merita, realizzando, in soli 18 mesi un lavoro straordinario.
A tal proposito, il parroco dell’Immacolata Concezione, don Salvatore Mauro, ci dice che “La storia di questa comunità richiama quella di Francesco che è andato a riparare la casa del Signore che cadeva in rovina. Ed è questa l’aria che si respira in questa chiesa: costruita secondo i canoni francescani, si respira un intenso spirito francescano, che ho riscontrato convento vedere tanti cittadini di Palagonia offrire il proprio contributo per la riapertura della chiesa”. E aggiunge: “In questo mio primo anno di parrocato in questa comunità ho potuto notare come la provvidenza di Dio ci viene sempre in aiuto nelle difficoltà e per questo ringrazio Dio, datore di ogni bene”.
La celebrazione di dedicazione della chiesa e dell’altare, iniziata con la solenne apertura delle porte da parte del parroco, don Mauro, al suono festoso delle campane e allo scoppio di mortaretti, è stata celebrata a 23 anni dal terremoto che li aveva danneggiati con una solenne Concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, insieme a numerosi sacerdoti provenienti da diversi paesi della diocesi e ai parroci della città, don Salvatore Mauro, don Santo Galesi, don Piero Sortino e don Michelangelo Franchino, alla presenza delle autorità civili e militari e di tantissimi fedeli. La celebrazione si è conclusa con i dovuti ringraziamenti a quanti si sono impegnati affinché questo sogno potesse realizzarsi.