Per la stabilizzazione del personale a tempo determinato negli Enti Locali Territoriali.
1Lo scorso 10 Aprile 2013, si è tenuta una manifestazione dei precari ex art.23 a Palermo davanti a Palazzo d’Orleans; in questa circostanza i precari ( ex art.23 e nondimeno ASU) hanno organizzato un modo di interloquire tra loro tramite strumenti di amplificazione in attesa che una loro delegazione venisse accolta nelle sue istanze dal Presidente della Regione Sicilia e il suo Collegio Assessoriale. Tra le tante voci presenti in Piazza dell’accorato appello alla Regione Siciliana di migliaia di lavoratori precari a tempo determinato abbiamo ascoltato anche quella di Mariarosa Riggio Istruttrice Bibliotecaria precaria nel Comune di Militello in Val di Catania : “ Non essere d’accordo ad ulteriori proroghe se non finalizzate alla stabilizzazione poiché per troppi anni -ventitré per l’esattezza- si è passati da una proroga all’altra e nel lasso ti tempo intercorso nessuna concreta progettualità finalizzata alla stabilizzazione del precariato, contravvenendo alle disposizioni della Unione Europea che già dal 1999 dettava il passaggio entro un anno dallo stato di precarietà a quello di stabilizzazione a tempo indeterminato. Tutto questo snaturarsi dell’impiego Siciliano fino ad oggi, e ripeto ventitré anni, ha portato ad una situazione di disagio sociale di migliaia di cittadini lavoratori che nel corso degli anni hanno maturato professionalità e ruoli importanti nella pubblica amministrazione degni di nota che rappresentano una buona fetta della società civile; di famiglie che se non stabilizzati nei loro contratti, cadrebbero nel baratro sociale assoluto. Pertanto la Signora Riggio Mariarosa continua avvalorando la tesi di una richiesta di mobilità verso altri Enti Pubblici Regionali non solo Comunali che dovendo attenersi al patto di stabilità potrebbero non riuscire ad assumere un numero in esubero di personale rispetto le esigenze della sua amministrazione. -come annunciato dalla delegazione- e quindi ritornare come in originari accordi contrattuale ad essere Impiegati Regionali, come per altri per i quali già da tempo sono stati fatti contratti a tempo indeterminato senza dover soffrire così una dicotomizzazione tra impiegati di serie A e impiegati di serie B ossia Figli e Figliastri provenienti dalla stessa legge art.23.. Dunque, esortando la Presidenza ad un intervento immediato d’urgenza con un Decreto Legge e non di meno l’Assemblea Regionale ad intervenire con celerità ad una proposta di legge per la stabilizzazione, che tratti del precariato siciliano per la sua peculiarità in uno stato legale tutto siciliano; onde evitare di entrare a far parte di un calderone di precariato nazionale e quindi polverizzarci nel nulla; potendo così realizzare la stabilizzazione oltre agli attuali comparti dell’amministrazione pubblica in cui siamo impiegati, anche negli spazi per la gestione e valorizzazione del territorio, del nostro patrimonio culturale, agricolo, turistico, paesaggistico e artistico.
Un Decreto Legislativo con il carattere di un “disegno legge con carattere d’urgenza”, che assolva alle Direttive Europee come alle Leggi Nazionali per la stabilizzazione del personale a tempo determinato negli Enti Locali Territoriali ;
In quanto un D. Legge visto la sua caratteristica di esecutibilità porrebbe nell’immediato il rimedio alla problematica in oggetto.
Esortare dunque il Presidente della Regione Siciliana ad intervenire con un D. Legge è ad oggi uno dei modi per risolvere la questione del precariato in Sicilia, visto il brevissimo tempo sino allo scadere della proroga dei contratti di lavoro al prossimo Luglio 2013, di modo che con i tempi ed i modi opportuni si avvicendi una proposta di Legge da parte degli Onorevoli Parlamentari che vorranno intraprendere una azione legislativa a favore della stabilizzazione dei precari.
Proposta di Legge che comunque ad oggi non c’è e che quando ci sarà, quando si avvierà, presupporrà nel suo iter legislativo dei tempi, per essere allestita, discussa ed approvata ben oltre il prossimo Luglio 2013.
Per cui non di meno, ne con meno importanza, rispetto e supplica, l’esortazione si rivolge ad ogni Onorevole del Parlamento Siciliano affinché si adoperi a presentare una proposta di Legge in merito alla stabilizzazione dei precari.
Ogni tentativo di devolvere la questione al Parlamento Nazionale con tutto il rispetto per le Istituzioni non sarebbe esaustiva di una soluzione ma forse forviante e confusionaria finendo di certo per essere rigettata e rimessa da parte delle Corti, i Consigli ed i Tribunali amministrativi di Stato alla originaria competenza Regionale, come più volte già ribadita dalle sentenze della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato dal Consiglio dell’Unione Europea e dalla stessa Corte di Giustizia Europea.
Che ad oggi la stabilizzazione dei lavoratori precari a tempo determinato venga tutelata in un diritto da parte delle leggi nazionali con il Testo unico sul Pubblico impiego o con le legislazioni del Consiglio Europeo con la direttiva 1999/70/CE o con le sentenze della Corte di Giustizia nn. C-180/2004, C-53/2004, C-212/2004, C-378-380/2007, tale diritto alla stabilizzazione risiede in una duplice condizione, per esser tale è necessario essere soggetti precari che hanno contratti di lavoro determinati e che vi sia una competenza finanziaria nei rispettivi bilanci degli Enti Locali, per cui qualora venisse meno una di queste due prerogative, la soggettività dell’essere precario e la competenza finanziaria ascritta e prevista in bilancio dell’Ente, non potrebbe avvenire la stabilizzazione ed oltre il danno la beffa, poiché neanche la Corte di Giustizia Europea potrebbe più garantire il diritto alla stabilizzazione, seppure vi facessimo ricorso, se non vi fosse più ascritta nei bilanci degli Enti la competenza finanziaria.
Ma questa ultima è una preoccupazione che proprio l’ultima deve essere in quanto non può certo verificarsi il venir meno dei requisiti di competenza finanziaria a meno che vengano stravolti le forme contrattuali dei precari a tempo determinato e trasformati in meri collaboratori atipici, ma questa è una paura da non temere, se ciò avvenisse rappresenterebbe un grave e turlupinato inganno da parte delle classi dirigenti che governano l’amministrazione pubblica, del resto Regioni sono soggette ai vincoli legislativi derivanti dal rispetto dei principi di coordinamento della finanza pubblica (sentenze n. 30 del 2012, n. 229 del 2011 e n. 120 del 2008), va sottolineato infatti che la giurisprudenza costituzionale ha qualificato le norme statali in materia di stabilizzazione dei lavoratori precari come principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica, in quanto le stesse perseguono la finalità del contenimento della spesa nello specifico settore del personale (ex plurimis, sentenze n. 108, n. 69 e n. 68 del 2011).
Ma torniamo allo stato attuale delle cose nella speranza che si voglia risolvere la questione della stabilizzazione che ad oggi si assista ad una celere e decisa riforma della formazione professionale regionale, come sulle partecipate o la riforma delle Provincie Regionali, come la revoca di autorizzazioni per il No Muos, tutti fatti questi caratterizzati da una forte esecutività di un Governo Regionale, questi fatti possono ben rappresentare validi esempi di come sia fattibile e concreta la possibilità di un “intervento esecutivo celere”.
E dunque perché non un intervento esecutivo forte e deciso anche per la “stabilizzazione del personale a tempo determinato negli Enti Locali Territoriali in Sicilia” come del resto la Comunità Europea ci ha esortato già più volte, in tanti trascorsi anni, a realizzare recependo le sue direttive?
Ma se tale celerità dovesse venir sommessa dinnanzi la problematica di lavoratori dell’amministrazione che negli anni, soffrendo il disagio di un precariato, hanno dimostrato comunque e tra l’altro la validità di una eccellenza professionale allora se così fosse il non intervenire a porre le condizioni di una stabilizzazione sarebbe non solo una grave omissione da parte degli organi sia di Governo quanto di legislazione della Regione Siciliana ma anche un insulto all’intelligenza di tutti noi Lavoratori e Cittadini Siciliani.
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE (leggi)