Quando Fido è nel destino
0Questa è la storia di un cucciolo di cane, anzi di un cucciolo di cane e di una famiglia che lo ha accolto con amore perché lui è un cane speciale, un cucciolo che sembra racchiudere il segreto dell’ignoto, del destino.
Quel batuffolo bianco che vi mostriamo in foto compare, magro e malaticcio, la sera del 2 novembre 2020 a Scordia, in una casa che, proprio in quelle ore, sta iniziando a vivere un dramma.
In quella casa con prepotenza è, infatti, entrato il covid, appropriandosi della quotidianità, della serenità, colpendone il capofamiglia, un uomo amorevole con tutti, persone e animali.
La sera stessa, vedendo il cucciolo in condizioni precarie e nonostante le ore concitate di terrore e preoccupazione, la famiglia sceglie di fare ciò che quell’uomo buono, che sta lottando in rianimazione in un ospedale di Catania, avrebbe fatto: metterlo in salvo.
Il cucciolo, tuttavia, misteriosamente scompare il giorno seguente.
Passano i giorni, le condizioni dell’uomo non mostrano miglioramenti fino alla sera dell’11 novembre quando una telefonata dall’ospedale, squarcia per sempre il silenzio della speranza, infrangendo il sogno della guarigione, distruggendo ogni desiderio di poter riabbracciare un familiare tanto amato da tutti.
È il giorno del funerale che accade qualcosa.
Quel cucciolo svanito nel nulla, che tutta quella famiglia non ha affatto dimenticato nella speranza di salvarlo, riappare. Si fa vivo tornando nello stesso punto del primo giorno, sotto gli occhi e le attenzioni delle stesse persone.
Un cucciolo bianco come la neve, malato e bisognoso di cure compare il giorno del ricovero di un uomo, poi scompare nei giorni in cui quell’uomo sta lottando con la morte per sopravvivere, per poi palesarsi nel giorno del suo funerale.
Sembra un segno del destino, nei suoi occhi di cucciolo spaventato e malato sembra esserci lui, quell’uomo che ha cercato con ogni mezzo di aggrapparsi alla vita, fino alla fine.
Era “salvatemi” il suo messaggio? Probabile.
Ed è per questo che il cucciolo è stato chiamato Rocco, come quell’uomo buono volato via troppo presto. Rocco, come quel capofamiglia amorevole che è salito spaventato e malato su quell’ambulanza con la speranza di tornare a casa ma, purtroppo, rientrato senza vita e, dopo di lui, anche il fratello e la madre.
Non conosceremo mai il segreto custodito in questa storia ma Rocco adesso è un cagnolino molto amato che ha portato un po’ di gioia in quella casa e questo sembra un piccolo miracolo. La sua medaglietta porta, oltre al nome scelto dai familiari, la data del suo “ritorno” 12/11/20
“La prima volta, la sera del ricovero di mio suocero, il cucciolo non si è fatto prendere – ci ha raccontato la nuora del povero Rocco – la seconda, invece, cioè il giorno del funerale, non ha esitato, ci guardava dal muretto, come a dire, sono qui, per voi. Ha da subito instaurato un particolare feeling con il mio compagno, tanto che i primi giorni scodinzolava solo a lui. Anche lui aveva lo sguardo triste, avevano gli stessi occhi, si guardavano tanto. Comunicavano con lo sguardo.
Credo fosse destino. Rocco c’è per un motivo, entrambi avevano bisogno l’uno dell’altro”
TANIA CATALANO
“Domani, continuerò ad essere. Ma dovrai essere molto attento per vedermi. Sarò un fiore o una foglia. Sarò in quelle forme e ti manderò un saluto. Se sarai abbastanza consapevole, mi riconoscerai, e potrai sorridermi. Ne sarò molto felice.”
– Thich Nhat Hanh –