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Rifiuti. Nuova Amministrazione, vecchi problemi.

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  • di Scordia.info
  • in Cronaca · Editoriale
  • — 20 Gen, 2014

Lo scorso maggio al momento della presentazione delle liste con sette candidati Sindaci, in un articolo editoriale mi chiedevo se vi fossero veramente 7 (diconsi sette) progetti amministrativi differenti per la città di Scordia. Oppure non era forse il trionfo dei personalismi o nella migliore delle ipotesi di legittime aspettative individuali. A distanza di oltre 6 mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione il senso di quell’interrogativo trova forse una giusta risposta. In quell’analisi solo oggi può essere magnificato il significato. La futura Amministrazione che avesse vinto le elezioni poteva fare certamente meglio dei predecessori in tante cose. Tuttavia per molti problemi le soluzioni richiedevano e necessitano risposte di sistema all’origine. Soluzioni che possono venire solo dai livelli alti di governo. In assenza di un cambio di registro, i Sindaci stanno divenendo dei meri esecutori di decisioni prese alle loro spalle. E questo mi sembra un paradosso se letto nell’ottica di un termine parecchio abusato negli ultimi anni dalla politica. Mi riferisco al federalismo, non solo quello fiscale. I margini di manovra di un Sindaco, di un Consiglio Comunale si restringono giorno dopo giorno. In questo contesto un buon Sindaco è già tale se non riesce a peggiorare il precario esistente, ma questo evidentemente non può bastare. In estate appena insediata la nuova Amministrazione ha dovuto fronteggiare la penuria d’acqua, finita l’estate neanche il tempo di gioire per la risoluzione naturale del problema, sono subito arrivate le piogge settembrine. Finalmente la pioggia, ma con le acque abbondanti concentrate in poche ore, altro genere di problema. Le strade rotte e le difficoltà a reperire risorse per fare fronte all’emergenza viaria, davvero ai limiti della sicurezza. Anche questo un vecchio problema ripresentatosi. Naturalmente il tutto condito dallo sfondo della difficile situazione economico-finanziaria dell’Ente, che per la sua complessità merita di essere trattato a parte.

I rifiuti urbani nella città. Per rimanere al problema dell’articolo sull’emergenza rifiuti di sabato scorso, negli ultimi 2 anni della passata Amministrazione (estate 2011-estate 2013) abbiamo costatato le criticità del servizio rifiuti. Un paese parecchio sporco da quando già nell’aprile 2012 si è passati alla differenziata su tutto il territorio e all’eliminazione di tutti i cassonetti. Come appare evidente la raccolta differenziata ha il duplice obiettivo di tutelare l’ambiente e di rendere il costo del servizio a carico dei cittadini più leggero, parlai di bollette light come lo yogurt. A distanza di anni dobbiamo constatare che le bollette non sono per niente più leggere, sono sempre aumentate ben oltre gli adeguamenti monetari. Anche in questo caso nel 2013 con il passaggio della Tarsu alla Tares pesa una maggiorazione statale di euro 0,30 mq, calata dall’alto in barba al federalismo tanto sbandierato. E veniamo all’altra nota dolente, la tutela dell’ambiente e la pulizia della città. Lo spettacolo indecoroso delle piazze e dei pochi polmoni verdi ridotte a pattumiere e vere e proprie discariche. Che dire di quei “fili di Arianna” ad ornamento dei marciapiedi della nostra città. La raccolta differenziata del “porta a porta” distribuita su cadenze settimanali precise, presuppone che tutto funzioni perfettamente 6 giorni su 6. Anche con un solo giorno di sciopero il sistema va in tilt, pensate alla raccolta di carta e cartone con cadenza quindicinale i martedì dispari. Il disservizio di quel martedì dispari significa tenersi il rifiuto per ulteriori 15 giorni in casa. Quanti cittadini giustamente arrabbiati, fanno tutto ciò? Le astensioni dal lavoro il lunedì (giorno di raccolta dell’organico) significano tenersi in casa l’umido del sabato e della domenica fino il giovedì successivo. Siamo in inverno, ma immaginiamo questo nel periodo estivo a 40°. La stragrande maggioranza dei cittadini, parecchio arrabbiata, ritira il “filo d’Arianna” nella speranza di essere più fortunata al tentativo successivo. Evidentemente altra parte di cittadini a quel sacchetto farà prendere altre strade nel vero significato letterale del termine.

Il mancato pagamento delle spettanze, chi deve anticipare? Lo sciopero in teoria dovrebbe essere un evento eccezionale e straordinario. I lavoratori hanno il diritto di scioperare giacché per troppo tempo le loro legittime spettanze sono puntualmente ritardate dal sistema. In una vecchia video-intervista in occasione di uno dei tanti scioperi, l’attuale assessore all’ecologia, Aurelio Corbino, faceva notare come il paese all’epoca fosse sporco. E’ cambiata l’amministrazione e l’assessore al ramo, ma puntualmente il problema si ripropone come le stagioni e gli equinozi. Possiamo dire che sulla spazzatura il cambiamento per la città a oggi non c’è stato, sporco era prima il paese, sporco è ancora oggi. Non è responsabilità degli amministratori di oggi, ma con molta onesta intellettuale dobbiamo dire che non era nemmeno dei tanti assessori all’ecologia che si sono succeduti nella passata Amministrazione. E il solito vecchio “problema di sistema” al quale lo stesso “sistema calato dall’alto” non ha saputo dare soluzioni adeguate e durature. Se lo sciopero è la causa del problema, l’astensione del lavoro è figlia della crisi di liquidità e di una strozzatura finanziaria. I cittadini (la stragrande maggioranza) pagano nei tempi la Tarsu-Tares. Il Comune di Scordia che mi pare di capire paga sempre puntualmente il proprio dovuto, subisce le stesse criticità (l’astensione dei lavoratori) dei Comuni che potrebbero definirsi morosi. Aggiungiamo a questa distorsione di sistema, la navetta o spola del denaro e dei mandati di pagamento. Dal Comune alla Società d’ambito SSR e da questa alla ditta che gestisce il servizio, giorni che allungano i tempi e probabilmente causano ulteriori giornate di astensione. Messa la pezza, quanto durerà la toppa? Possibile che a distanza di anni il sistema bancario, con il concorso delle Istituzioni (Regione, Prefettura), non siano stati in grado di anticipare delle somme? Fin quando non si risolverà all’origine il problema saremo a raccontare l’ennesima astensione dal lavoro.

La responsabilità di una minoranza di cittadini. Chi gestisce il sistema a distanza di anni non ha saputo dare soluzioni alle anticipazioni degli stipendi, per questo ha le sue responsabilità. Non possiamo però non osservare come i cittadini (pochi) che buttano i sacchetti nelle piazze hanno le loro buone colpe. Gli incivili (pochi) c’èrano prima ed evidentemente continuano a esserci, ma la mia impressione è che si sia innescato un effetto domino pericoloso e rischiano di aumentare ad ogni sciopero. Mi rendo conto che con la rabbia (condita dalla maggiorazione Tares), è difficile tenersi la spazzatura in casa per altri giorni, ma è corretto buttare i sacchetti della “monnezza” nelle tante strade di accesso della città? E corretto buttare la “monnezza” nei pressi del cancello di campagna di un ignaro cittadino, anche lui vittima del sistema? L’ex Sindaco Angelo Agnello chiamava i cittadini che buttavano i sacchetti nelle strade (o piazze) come cittadini “distratti”. Distratti da cosa? Quelli come dissi allora erano e sono ancora oggi incivili. A ciascuno di noi da fastidio tenersi la spazzatura in casa per ulteriori giorni, ma prima di buttarla nella strada di campagna dell’ignaro malcapitato contiamo fino a dieci. Nelle more della conta chiediamoci chi negli ultimi 15/20 anni ha creato i carrozzoni regionali mangiasoldi, (Ato idrici e tanto altro). Le consulenze di carta, i posti di pletorici consigli di Amministrazione. Chiediamoci chi ne faceva parte. Nelle scelte si nominavano professionisti con competenze specifiche nel settore dei rifiuti, oppure i soliti portaborse o politici trombati il cui unico merito era di essere grandi portatori di voti e come tali meritevoli di essere piazzati. Chi ha creato i sistemi di gestione clientelare? Chi ha governato la Regione Sicilia, la Provincia di Catania. Dopo avere risposto a queste domande, chiedetevi se avete anche voi contribuito a questo sistema malsano anche con il solo unico vostro voto. Alla fine di questa conta agite di conseguenza. Certamente la stragrande maggioranza dei cittadini non butta i rifiuti nelle strade di accesso o nelle piazze, ma come sempre in questi casi basta una piccola minoranza per sporcare tanto e rovinare l’immagine della città. E questa minoranza mi pare che sia ben rappresentata. Abbiamo il diritto sacrosanto di sapere cosa si nasconde a Xirumi o Serravalle, quali rifiuti speciali ci siano, ma come possiamo fare convivere questo diritto se poi buttiamo nella nostra terra, nelle nostre campagne qualsiasi rifiuto. Come possiamo pretendere che le acque del nostro acquedotto siano limpide chiare e trasparenti se riduciamo le nostre campagne in discariche e pattumiere!

Dopo la domenica giorno di partite di calcio, consentiteci di chiudere queste osservazioni sintetizzando quanto detto con il paradigma del calcio. Abbiamo cambiato l’allenatore (precedente Amministrazione) e pensiamo di avere risolto il problema. Tuttavia se la squadra e la società (il sistema calato dall’alto) non sono cambiate, continueremo a perdere le partite. Per fare la categoria superiore (la raccolta differenziata che funziona), serve un cambio di rotta dall’alto. I tifosi pagando un biglietto parecchio costoso (la tassa sui rifiuti), hanno il diritto di assistere a una degna partita. Naturalmente tutti i tifosi nessuno escluso (i cittadini) devono dimostrare di avere senso civico non buttando oggetti dagli spalti.

FRANCESCO GHERARDI

 

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