Risanare il debito e uscire dalla crisi. La vera sfida del sindaco che verrà.
0Lascia un Comune con problemi di natura economica, organizzativa e finanziaria ed uno schema di bilancio tutto da realizzare. Al momento infatti si è riusciti a “chiudere” il solo bilancio preventivo 2015 mentre l’ultimo atto, prima che passi il testimone, sarà il bilancio consuntivo.
Una eredità pesante per il futuro sindaco che si insedierà a palazzo di Città chiamato a fare i conti, ed è proprio il caso di dirlo, con un dissesto finanziario che condizionerà le scelte della prossima amministrazione almeno sino a tutto il 2018 a cominciare dalla gestione del personale in cui non si avranno margini di manovra, ne tanto meno di avanzamento di fascia e con ogni possibilità di aggiornamento preclusa.
Insediatosi all’indomani della mozione di sfiducia al sindaco Franco Tambone, il commissario straordinario Filippo Vitale non si è fermato un attimo dall’8 settembre scorso. Una sorta di corsa contro il tempo per rimettere in sesto una macchina amministrativa “per troppo tempo trascurata – afferma – e le cui gravi carenze finanziarie non ci hanno permesso alcun margine di manovra”.
Un quadro finanziario tutto da definire ma che comincia a delinearsi con numerosi creditori che bussano alla porta e che “esigono” in totale 17 milioni di euro, a tanto infatti ammonta il passivo accumulato negli anni, tra tutti il caso De Cristofaro che da solo vale 4 milioni e 700 mila euro e a cui la commissione liquidatrice potrebbe proporre un taglio del 50 per cento.
La commissione straordinaria di liquidazione ha già ammesso e valutato l’erogazione di somme per un ammontare di 14 milioni che dovranno essere, previa accettazione, liquidati ai creditori entro un tempo massimo di 90 giorni e con un riallineamento tra il 40 e il 60 per cento dell’intero credito avanzato. Somme che saranno pagate dai cittadini in termini di servizi per via del mutuo che bisognerà accedere per estinguere il debito. Ma quello che crea maggiore ansia è l’incremento massiccio delle spese legate all’energia elettrica, anche per via dei numerosi cambi di gestore e conseguenti contenziosi, e le rette stabilite dalla Regione da pagare per i ricoveri di soggetti svantaggiati per una spesa che è cresciuta da 200 a 600 mila l’anno.
Da più parti in questa campagna elettorale si è parlato di risparmiare sull’energia elettrica con la sostituzione di lampade a risparmio energetico e con la messa in funzione dei tanti impianti fotovoltaici. In questo caso, è innegabile che vi siano stati ritardi e “disattenzioni” da parte dell’Ente mentre sulla gestione dell’energia elettrica va ricordato che la ditta Enel Sole che gestisce la manutenzione della rete elettrica dal 2000 con contratto ventennale che scadrà nel 2020, non ha alcun obbligo di sostituzione di lampade con quelle a risparmio energetico, visto che il contratto non lo prevede. Chi andrà a governare tra meno di un mese, dovrebbe proporre una revisione del contratto che ricordiamo costa alle casse comunali 240 mila euro l’anno. Vale la pena riformulare un contratto che scadrà tra meno di tre anni?
E così, malgrado la riduzione delle spese per il personale, grazie anche ai pensionamenti, compreso quello precario anche se attualmente (300 mila euro) a completo carico della Regione, con un risparmio di un milione di euro nel quinquennio 2014 – 2018, il rischio default è ancora dietro l’angolo. Un quadro a tinte fosche che però lascia spazio alla speranza: “Massima attenzione alla macchina burocratica e alle spese – afferma Vitale – solo così sarà possibile evitare un altro default”.