Scordia a lutto per il suo caro Padre Fagone
0Anche questa mattina la città di Scordia si è svegliata con il suono del mortorio delle campane della chiesa di San Giuseppe, ove è stata allestita la camera ardente per conservare le spoglie mortali del nostro caro don Sebastiano Fagone La Zita. Padre Fagone, come raccontava la madre, fin da piccolo amava giocare a celebrare la messa. Ed era sempre la madre che raccontava che da piccolo lo presentò ai piedi di Sant’Antonio, vista la salute cagionevole, dicendogli “Sant’Antonio o te lo prendi o lo guarisci”. Probabilmente il Santo che conosceva i piani divini lo guarì affinchè potesse diventare sacerdote.
Inizialmente dopo la scuola elementare il piccolo Sebastiano aveva deciso di intraprendere il cammino di preparazione al sacerdozio pressi i Padri Bianchi, cammino che non potè concludere poiché la famiglia lo voleva vicino. Pertanto concluse gli studi presso il seminario di Caltagirone e il 27 maggio 1951 nella Chiesa Madre San Nicolò fu ordinato presbitero da S.E. Mons. Pietro Capizzi. Iniziò il suo ministero pastorale a Militello sotto la guida dell’Arciprete Lo Sciuto e successivamente a Vizzini. Ben presto arrivò A Scordia nella chiesa madre come vicario cooperatore dell’arciprete Failla. Il 27 novembre 1959 venne nominato parroco della giovane comunità parrocchiale di San Giuseppe . Incarico che ricoprì fino al giorno in cui si ammalò.
Il sacerdote ieri mattina è tornato alla casa del Padre dopo un lungo calvario durato otto anni, in cui ha sperimentato l’esperienza di condividere la croce di Nostro Signore. Padre Fagone era un Vangelo vivente, poiché quello che annunziava dall’ambone lo testimoniava con la sua vita.
La chiesa di San Giuseppe in queste ore ha accolto gente di ogni fascia di età: anziani, adulti, giovani e anche bambini. Ognuno raccontava la propria esperienza. Molti lo ricordano per la sua disponibilità, la sua presenza attiva nella società, il conforto che dava nei momenti più difficili, il suo zelo e perché no anche le sue sberle e i suoi rimproveri. Ieri durante un momento di preghiera, a cui ha partecipato tantissima gente, l’attuale parroco di San Giuseppe, don Gaetano Tomagra – nonché figlio spirituale del sacerdote dipartito – ha sottolineato l’importanza di questa figura sacerdotale. Lo ha definito “un sacerdote dinamico non per un desiderio o piacere personale ma poiché era consapevole della scelta che aveva fatto ”. I cittadini di Scordia in questi due giorni davanti la salma del sacerdote hanno ricordato con nostalgia i tempi in cui P. Fagone passava velocemente per le vie della città correndo ma sempre pronto a salutare tutti, le riunioni che teneva nelle società per andare a trovare chi non veniva in chiesa, il suo impegno per la festa di San Giuseppe, gli anni in cui insegnava e tanti altri bei ricordi. Anche i sacerdoti che sono venuti tra cui il parroco della cattedrale Don Pino Casanova, il parroco della matrice di Scordia don Vito Valenti, il parroco di Santa Maria Maggiore don Salvatore Abbotto, il novello sacerdote don Rocco Todero, don Alfio Tirrò che è cresciuto sotto la guida di P. Fagone e che ora è parroco a Roma.
Oggi l’intera città di Scordia è in lutto per una grande perdita ma è grata al Signore per aver donato alla nostra società un esempio di vita sacerdotale dispensatore dei misteri di Cristo e canale dell’amore di Dio. Vogliamo ricordare il nostro amato “PatreparrucuFagoni”, come lo chiamava la gente, quando rispondeva alla domanda come sta? alzando il suo dito, indicando l’immagini del SS. Salvatore e del crocifisso che teneva al capezzale del suo letto, per dire che si affidava alla volontà divina. Scordia non saluta solo P. Fagone ma il suo parroco, il suo maestro, il suo educatore, un esempio di sacerdozio ma soprattutto un GRANDE UOMO che ha contribuito a migliorare la nostra società.
SEBASTIAN CRISTAUDO