Verso il voto – Disoccupazione e disincanto dopo il letargo delle illusioni
1Ultimi giorni, cruciali, prima del voto a cui saranno chiamati gli elettori scordiensi per eleggere il nuovo sindaco tra i sette candidati e per rinnovare il consiglio comunale, scegliendo fra i 238 candidati. Vi proponiamo l’articolo a firma del giornalista Mario Barresi pubblicato sul quotidiano La Sicilia del 30/05/2013.
Verso il voto: Scordia – Disoccupazione e disincanto dopo il letargo delle illusioni
Sembra una primavera fresca e godereccia, a giudicare dal gran movimento che c’è nei tanti chioschi disseminati per il paese. Ma è un’illusione ottica, la prospettiva schiacciata di un immenso agrumeto con le case in mezzo. Selz e disoccupazione, limone e disincanto, sale e noia. I giovani – quelli superstiti – stanno lì, davanti allo sgriccio perché è il parcheggio meno costoso dove trascorrere le giornate. E così Scordia, il centro meno provinciale e più “catanese” del Calatino-Sud Simeto, si risveglia alla fine di un lungo letargo. Un sonno rassicurante come i miliardi facili che si raccoglievano in passato nei giardini; profondo come la dignità di un popolo laborioso; innocente come la fiducia malriposta in una classe politica fallimentare.
La Scordia che sceglie la faccia da stampare sul proprio futuro ha la chioma ancora bagnata dalle mille secchiate gelide di una crisi che tutto ha inondato. L’agricoltura (giardini che diventano deserti), il commercio (ecatombe di saracinesche anche nel salotto buono fra piazza San Rocco, via Vittorio Emanuele e la “Colonna”), l’artigianato (zona Asi senza la fognatura). E anche quel quid un po’ cultura, un po’ movida, ma soprattutto musica e musicanti di rango – che rendeva questo un paese “meno paese” s’è ristretto a un quiddino.
Lo studio di Nuccio Gambera, traboccante di libri e di ricordi. Professore di liceo e padre (ripudiato) del museo civico etnoantropologico, scrive a penna e sconosce il computer. Ma non la gioventù di Scordia, visto lo scorrere di generazioni che ha formato. «Da laico, molto laico» annusa la speranza pre-voto della gente, che «aspetta un miracolo». E che magari il prossimo sindaco «riesca a far sì che i giovani migliori finiscano di girare a vuoto con un immenso spreco di energia positiva». Non è facile volare alto, laddove aumenta il numero di famiglie che, cercando di non farsi vedere dai vicini di casa, bussano alla porta della parrocchia per chiedere sottovoce da mangiare. «Sono qui da due anni – ricorda don Gaetano Tomagra, parroco di San Giuseppe – e il numero di persone che ci chiedono aiuto è aumentato esponenzialmente. Oggi ci sono una trentina di famiglie fisse, più altre persone che vanno e vengono». E poi l’altra emergenza: «La criminalità spicciola, con decine di anziani che mi raccontano della loro paura, di numerosi episodi di violenza umana prim’ancora che fisica». E la mafia? C’è ma non si vede, anche in campagna elettorale tiene un profilo basso. Sembra passato un secolo da quel 12 settembre del 1988, quando il consiglio comunale di Scordia disse no all’insediamento del boss Pippo Di Salvo, primo eletto nel Psdi con 525 voti a conclusione di una fantasmagorica campagna elettorale. Il capocosca scordiense, alleato di ferro di Nitto Santapaola, arrivò a un passo dallo scranno, fin quando con voto segreto («e senza schede per risalire alla calligrafia, ma con le palline, bianche o nere», raccontano i politici dell’epoca) i consiglieri votarono, a maggioranza, contro l’ingresso di un impresentabile ante litteram
Non sarà facile risalire la china. Per nessuno degli aspiranti successori di Angelo Agnello, uscente al primo mandato ma non ricandidato. Il centrodestra che aveva contribuito alla sua elezione s’è spaccato e rimescolato con Salvo Gurrisi (54 anni, poliziotto in pensione) e Rocco Sciacca (33 anni, dirigente di coop sociali). Anche il centrosinistra viene fuori da primarie che hanno più diviso che unito: alla fine le ha vinte Franco Tambone (avvocato 40enne), ma con un bel po’ di mal di pancia di chi resta convinto che il cavallo vincente fosse lo sconfitto Nuccio Valenti, sindacalista della Cgil. La sinistra punta invece su un altro avvocato, il 39enne segretario catanese di Rifondazione comunista, Pierpaolo Montalto; con un’ulteriore frattura nel movimento Scordia Bene Comune, che ha partorito la candidatura di Orazio Manuele, 53 anni, ispettore di polizia municipale. E allora si fa spazio un quotato outsider Franco Barchitta, ex dirigente dell’Ufficio del lavoro, due volte candidato sindaco, l’ultima delle quali sconfitto al ballottaggio da Agnello. Ma, se dovesse confermare anche la metà dei voti delle ultime Politiche (circa 3mila, col 35% primo partito), è competitiva la proposta del Movimento 5 Stelle: Maria Contarino, 37 anni, architetto conservatore e restauratrice, unica donna in lizza.
La campagna elettorale? Finora poca politica (un successo il confronto organizzato dal collega Lorenzo Gugliara), qualche comizio e tanti intrecci parentali. Il caso simbolo? La famiglia Russo, sette fratelli legati dall’agrumicoltura. E divisi dalla politica: uno zio, Salvino, assessore designato di un candidato, e due nipoti – Eugenio e Federica – aspiranti consiglieri in altre due liste avversarie. Avranno l’imbarazzo della scelta, i parenti. Così come tutti gli elettori di Scordia. Ma tutte le strade portano a un bivio. Quello fra la riscossa e il cupio dissolvi.
Mario Barresi giornalista LA SICILIA