Scordia prova a voltare pagina. Al ballottaggio sfida Barchitta – Contarino
0Una notte intera, lunga, carica di tensione che sarà ricordata per il testa a testa tra Enzo Gueli e Maria Contarino. Alla fine l’ha spuntata per 78 voti l’architetta, che dopo il tiepido esordio nelle elezioni del 2013 non si è data per vinta convincendo con il suo impegno e la sua coerenza il Movimento a riproporla schierandola in un campo contrassegnato da una concorrenza spietata dove si sono confrontati senza esclusione di colpi ben 8 candidati a sindaco e 223 aspiranti al Consiglio. E’ andato dritto al ballottaggio Franco Barchitta, secondo previsioni, e lo ha fatto in un clima di grande frammentazione che gli ha impedito di realizzare il suo proposito che era quello di vincere al primo turno. Si andrà invece al ballottaggio e per il più anziano dei due candidati si tratta della quarta esperienza di candidato a sindaco. Fuori al primo turno nelle tornate elettorali 2002 e 2013 e al ballottaggio nel 2008 per essere poi sconfitto da Angelo Agnello anche per scelte di apparentamento che pesarono sulla sconfitta. Un errore che costò caro a Barchitta che nel frattempo ha visto crescere i propri consensi.
In risultato mette fuori gioco tutto il centrosinistra che si era presentato in ordine sparso, dopo la mozione di sfiducia dello scorso anno, con quattro candidati a sindaco e cinque diverse liste. Una frammentazione ormai frequente che tuttavia non è servita al centrodestra per portare al ballottaggio uno dei due candidati, che hanno invece raccolto meno consensi delle liste che li sostenevano. Così Enzo Di Benedetto si è fermato a quota 1.119 voti contro i 1.468 delle sue liste, mentre Francesco Leonardi ha raccolto 1.204 preferenze contro le 1.486 delle liste. Il voto disgiunto ha, quindi, avuto il suo peso in questa tornata elettorale e ad arginarlo non è servito neanche l’effetto trascinamento voluto con la nuova legge elettorale, con gli elettori che hanno in alcuni casi premiato le liste e non il sindaco e viceversa. Fuori dal ballottaggio anche gli altri candidati di centrosinistra Salvatore Agnello, Maria Germanà e Josè D’Amico. Per il ballottaggio si riapre una partita del tutto nuova con l’incognita di eventuali alleanze da un lato, mentre dall’altro bisognerà capire come si muoverà l’elettorato di centrosinistra e quello di centrodestra rimasti esclusi per questo secondo turno.
Preferisce non commentare il risultato elettorale Enzo Di Benedetto ma lo squilibrio tra voti di lista e preferenze lascia troppi dubbi sulla tenuta della coalizione stesso discorso si potrebbe fare anche per Francesco Leonardi che dichiara: “Rimane molta amarezza per il risultato del voto disgiunto. Hanno pesato molto i tanti voti annullati. Sono soddisfatto per l’esperienza che ho vissuto anche se rimane in bocca per il risultato. Ringrazio molto i giovani che si sono spesi per questa campagna, sono convinto che questo progetto non termina qui ma continua con le gambe dei giovani che mi hanno entusiasmato per l’impegno. Faremo l’analisi insieme e vedremo dove abbiamo sbagliato visto che la nostra coalizione si è piazzata al secondo posto. Porgo i miei auguri ai due candidati che sono sicuro lavoreranno per una Scordia migliore”.
In caduta libera il Partito Democratico, malgrado il coraggio manifestato da Josè D’Amico, che ha voluto tenere in vita un partito che ha pagato il mancato rinnovamento dopo la sfiducia al sindaco Tambone. “Il giudizio degli elettori è inappellabile – ha dichiarato D’Amico – Siamo stati invitati a lavorare meglio e di più ripartendo da questo risultato. E solo da questo risultato nonché dal coraggio che c’è stato riconosciuto, anche dagli avversari, che il PD andrà avanti. La politica o si fa o si subisce, sicuramente non si guarda. Nell’occasione faccio un in bocca al lupo ai due candidati che sono andati al ballottaggio”.
E così il Pd ha dovuto subire l’onta di essere superato in termini di voti dall’ex uomo di partito Rocco Sciacca, che da solo con i suoi 397 risulta il consigliere più eletto. Ed è lo stesso Sciacca a commentare così sul proprio profilo Facebook: “La nostra avventura a sostegno di Enzo di Benedetto non ha dato i risultati sperati. Abbiamo probabilmente sbagliato qualcosa o non siamo stati bravi a comunicare alla gente il nostro progetto. Abbiamo fatto il possibile. La gente democraticamente ha scelto. All’indomani dello spoglio mi rimane un misto di amarezza ma nello stesso tempo una grande soddisfazione. Ci tengo a ringraziare, le numerosissime persone che mi hanno permesso di raggiungere questo successo politico ed elettorale; sono ringraziamenti sinceri e sentiti, considerando la campagna elettorale appena conclusa ,la più incerta e difficile che io ricordi! E la soddisfazione aumenta se considero che praticamente tutte le mie preferenze sono voti di stima, amicizia e affetto che ricambio con il cuore. 397 e + volte grazie“.
Anche Enzo Gueli ha ringraziato i suoi elettori dalle pagine del social: “1334 volte grazie, vorrei avere braccia lunghissime per stringervi tutti, la parte sana di questa città continuerà a lavorare dentro e fuori dalle istituzioni per liberare la nostra città, abbiamo perso la battaglia per 78 voti ma la voglia di arrenderci non ci sfiora nemmeno da lontano, siamo un popolo di sognatori, per questo siamo invincibili”. E’ innegabile che per la sinistra che ha sostenuto Gueli si tratta di un grosso risultato ma rimane ancora lontana una unione di intenti con il resto della sinistra, quella ad esempio rappresentata da coloro che hanno sostenuto Maria Germanà che ci tiene a sottolineare: “Vogliamo ringraziare i cittadini che hanno creduto nel nostro progetto, pochi, se confrontati a quelli degli altri candidati, ma sicuramente consapevoli del voto che hanno espresso. Vedete, io sono abituata a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, infatti, se da un lato il risultato elettorale può essere considerato perdente, dall’altro, per noi è stata una bella vittoria, perché i nostri voti sono quelli delle persone libere, coerenti e che nel cuore conservano integra la parola Ideali. Una sconfitta è tale quando hai dimostrato debolezza, ma quando il risultato è dipeso da quello che hai detto, quando il risultato è da ricercare nelle cose che hai sostenuto, nelle verità scomode che gli altri non dicono per paura di perdere i voti, allora sai di essere sulla buona strada. Noi rispetto a quello che abbiamo detto, non indietreggiamo di un millimetro, il nostro modo di fare politica è questo! ” SCORDIA PUÒ ” non si ferma qui, è solo all’inizio del suo percorso che ci vedrà sempre e comunque dalla parte dei cittadini, che sono il nostro punto di riferimento per eccellenza, ancora grazie a tutti”.
Delusione cocente in casa Salvatore Agnello che non si attendeva un risultato così deludente dopo il suo ritorno nella politica attiva. L’elettorato ha bocciato senza prova di appello la sua voglia di riscatto dopo una esperienza amministrativa conclusa anzitempo.
Questo il testo del comunicato inviato in redazione
Dentro il malessere che attraversa Scordia, l’attenzione degli elettori, in un primo turno simile a delle primarie, è stata attirata dai candidati che meno si sono esposti con proposte di soluzione ai problemi della città. Privilegiando la contestazione degli altri, o una fantomatica carica rivoluzionaria, si sono divisi la fiducia del 44% dei votanti. Quanto basta per presentarsi al ballottaggio, ma non certo per convincere la maggioranza degli elettori che non li ha votati.
Sono questi elettori ad avere il diritto di conoscere prima del voto di domenica 25 giugno quali impegni assumeranno.
La Lista “Fare Bene per Scordia”, espressione sincera di cittadini liberi, sarà presente in consiglio comunale, e non mancherà di proporre e sostenere i contenuti del proprio programma e quanto di coerente venisse domani dall’amministrazione.
Dalle altre coalizioni, e dagli altri candidati, ci siamo distinti per aver messo al centro una idea e un progetto di città, e le proposte per realizzarlo, senza mai occuparci delle persone (pur lontane dall’essere una novità e senza macchia). Abbiamo scelto di non avere bersagli, ma di guardare ai problemi dell’Ente e della gente comune. Un segno di rispetto per una comunità ferita dal dissesto finanziario, dalla crisi dei servizi, dalla forte pressione fiscale, dal vuoto di prospettiva in tema di sviluppo e crescita economica, e cioè di lavoro e reddito per le famiglie e le imprese.
Per quanto non sia stata premiata dagli elettori, non facciamo un passo indietro da questa impostazione. Ai due candidati, a coloro che gli stanno accanto o dietro, chiediamo di assumersi la responsabilità di indicare nei prossimi giorni su cosa concretamente vorranno concentrarsi e come vorranno mettere in pratica i propri disegni di cambiamento radicale.
Saremo disposti anche a sostenerli nel caso in cui questi propositi incontrassero davvero parti del nostro programma.