Tanti candidati ma ancora troppi silenzi
0Sta per concludersi il più lungo commissariamento che la città di Scordia abbia mai vissuto, dopo la mozione di sfiducia dello scorso luglio che pose termine alla giunta guidata dal sindaco Franco Tambone.
Con il primo turno già previsto per l’11 giugno la nuova giunta si insedierà quasi a luglio, ad un anno esatto dall’ultimo consiglio comunale che mandò in frantumi la maggioranza di centrosinistra. Un anno che sembra passato invano, se consideriamo che ad oggi regna il più assoluto riserbo o se preferite incertezza sugli schieramenti politici e numero di candidati a sindaco definitivi.
Sarebbe stato lecito attendersi la costruzione di un progetto alternativo già all’indomani della mozione di sfiducia, anche per la gravità dei problemi ancora sul tappeto che la prossima amministrazione si ritroverà ad affrontare, a partire dal problema finanziario con un Comune ancora in pieno dissesto finanziario, per non parlare di quello della riorganizzazione del personale comunale.
Un quadro politico che, invece, ha vissuto due momenti tra loro contrastanti. Un primo momento caratterizzato da una quasi totale assenza di dibattito politico sul futuro della città e sui candidati che potevano accettare questa sfida. Quasi il timore di accettare una sfida difficile che sembrava non vedere molti ad ambire alla carica di sindaco. Con qualche eccezione nessuno sembrava volersi scommettersi, confrontarsi con la città e il suo carico di problemi.
Trascorsa questa fase di apatia politica da qualche settimana il quadro appare completante rovesciato, così ad oggi si contano sei candidati sindaci che potrebbero alla fine essere otto se non addirittura nove, con altrettante liste.
Se in tanti hanno riscoperto la vocazione civica altrettanto non si può dire per i molti cittadini, invitati a candidarsi in queste liste civiche che hanno in molti casi declinato l’invito ad un impegno politico diretto che li vedesse in prima fila.
La mimetizzazione sembra il filo conduttore di questa strana campagna elettorale, dove sono destinati a scomparire molti simboli dei partiti a favore di progetti civici, a dire il vero molto contaminati da esponenti del tradizionale mondo politico.
Come sempre accade in queste occasioni tutti parlano con tutti e tutti si incontrano nel tentativo di trovare accordi per il governo della città. Fin ad ora senza grandi risultati se alla fine i candidati saranno davvero otto o nove. Il segno che la mozione di sfiducia ha lasciato un campo frantumato nelle relazioni politiche e personali, che sarà difficile ricomporre nel breve periodo.
Così le carte si sono rimescolate ed ognuno andrà per conto suo, quasi ad esprimere il senso di una comunità profondamente divisa e che non sa ritrovare, nel momento di sua maggiore difficoltà, quella unità che forse servirebbe per superare le sfide future. Con le elezioni che rischiano di diventare una sorta di primarie cittadine.
Se il quadro politico dovesse rimanere tale questo non potrà che ripercuotersi sulla prossima compagine amministrativa, qualunque essa sia. In primo luogo perché i sindaci che andranno al ballottaggio avranno una esigua legittimazione popolare, in secondo luogo perché sarà compito della prossima amministrazione quello di dover superare tutte queste divisioni e favorire uno spirito comunitario che oggi non si vede nelle candidature dei tanti pretendenti alla carica di primo cittadino.