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Una passeggiata con Emanuele

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  • di vannyn
  • in Cronaca · Editoriale
  • — 3 Lug, 2013

Emanuele Feltri

Pesantissimo! Sembra una scena di un film di mafia degli anni 50 ma è successo davvero e a casa mia! Non è bello ritornare in campagna dopo una domenica a Catania e trovare le mie povere pecore morte sparate sul piazzale e la testa di una tagliata e messa davanti la porta di casa. Non posso dire altro e credo di essermi esposto abbastanza per difendere una vallata che la volontà comune vuole “terra di nessuno“!

Una cosa però la devo dire Sciddicuni esiste e resiste per ricordare che non bisogna essere super eroi per portare avanti i propri ideali, per testimoniare che a volte il coraggio sta proprio nel condurre la propria vita quotidiana con coerenza e senza compromessi. Quando ci renderemo conto che ci stanno togliendo tutto, anche la possibilità di vivere in pace nella propria terra forse inizieremo a voler essere i reali protagonisti del nostro futuro. Mi ha colpito molto questa cosa, non lo nascondo e ho deciso comunque di rimanere a vivere qui anche se in questo momento sono da solo. Arriverete un giorno lo so, io intanto continuo il mio lavoro quotidiano sognando una vallata pulita, piena di vita e di speranza. Presto organizzeremo una nuova domenica di bonifica dell’oasi spero che vi rendiate conto che non si tratta solo di una giornata ecologica e veniate a dare il vostro sostegno!

Questo l’aggiornamento di stato  di Emanuele di domenica sera, dopo aver trovato le sue pecore uccise vigliaccamente a colpi di fucile e la testa di una di esse davanti la porta di casa.

In un’intervista al sito ctzen.it, Emanuele racconta le denunce e le iniziative che potrebbero aver causato queste intimidazioni:

 «Nel 2009, la Regione Sicilia ha decretato che questa zona è un’area protetta eppure adesso non è altro che una discarica a cielo aperto di eternit e copertoni. Amianto e pneumatici, materiali che avrebbero bisogno di particolari pratiche di smaltimento e che vengono gettati in grande quantità nella valle di Ponte Barca». «Sono andato più volte dai carabinieri, purtroppo non è cambiato niente».

E da qui iniziano le intimidazioni:

«Le subisco da due anni: otto mesi fa mi hanno distrutto l’impianto di irrigazione, causandomi danni per ottomila euro, mi hanno rubato il carrello della jeep e un’intera produzione di arance, si sono introdotti in casa mia – dice – Non posso allontanarmi neanche due ore per andare in paese (a Paternò, ndr) per andare a fare la spesa senza avere paura di quello che troverò al mio ritorno».

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Oltre alle denunce, Emanuele ritiene che le intimidazioni siano dovute anche alle iniziative che ha organizzato sul territorio:

«Ho organizzato delle domeniche ecologiche e di bonifica, piccoli corsi di permacultura, occasioni affinché la gente conoscesse e frequentasse una zona abbandonata a se stessa. Evidentemente per qualcuno sarebbe meglio che qui fosse poco frequentato».

Un’orribile intimidazione di fronte alla quale Emanuele ha deciso di non arrendersi e di organizzare DOMENICA 7 LUGLIO ALLE ORE 16.30 una passeggiata in un percorso attraverso l’oasi, passando di fronte alle “zone calde” per arrivare alla sua campagna dove poi si terrà un’assemblea.

L’ appuntamento è all’oasi di pontebarca riva destra Paternò.

E chiude l’intervista invitando tutti all’evento:

«Portare scarpe comode e il vostro sorriso! Non ci pieghiamo e andiamo avanti!»

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