Una passeggiata con Emanuele
1Pesantissimo! Sembra una scena di un film di mafia degli anni 50 ma è successo davvero e a casa mia! Non è bello ritornare in campagna dopo una domenica a Catania e trovare le mie povere pecore morte sparate sul piazzale e la testa di una tagliata e messa davanti la porta di casa. Non posso dire altro e credo di essermi esposto abbastanza per difendere una vallata che la volontà comune vuole “terra di nessuno“!
Una cosa però la devo dire Sciddicuni esiste e resiste per ricordare che non bisogna essere super eroi per portare avanti i propri ideali, per testimoniare che a volte il coraggio sta proprio nel condurre la propria vita quotidiana con coerenza e senza compromessi. Quando ci renderemo conto che ci stanno togliendo tutto, anche la possibilità di vivere in pace nella propria terra forse inizieremo a voler essere i reali protagonisti del nostro futuro. Mi ha colpito molto questa cosa, non lo nascondo e ho deciso comunque di rimanere a vivere qui anche se in questo momento sono da solo. Arriverete un giorno lo so, io intanto continuo il mio lavoro quotidiano sognando una vallata pulita, piena di vita e di speranza. Presto organizzeremo una nuova domenica di bonifica dell’oasi spero che vi rendiate conto che non si tratta solo di una giornata ecologica e veniate a dare il vostro sostegno!
Questo l’aggiornamento di stato di Emanuele di domenica sera, dopo aver trovato le sue pecore uccise vigliaccamente a colpi di fucile e la testa di una di esse davanti la porta di casa.
In un’intervista al sito ctzen.it, Emanuele racconta le denunce e le iniziative che potrebbero aver causato queste intimidazioni:
«Nel 2009, la Regione Sicilia ha decretato che questa zona è un’area protetta eppure adesso non è altro che una discarica a cielo aperto di eternit e copertoni. Amianto e pneumatici, materiali che avrebbero bisogno di particolari pratiche di smaltimento e che vengono gettati in grande quantità nella valle di Ponte Barca». «Sono andato più volte dai carabinieri, purtroppo non è cambiato niente».
E da qui iniziano le intimidazioni:
«Le subisco da due anni: otto mesi fa mi hanno distrutto l’impianto di irrigazione, causandomi danni per ottomila euro, mi hanno rubato il carrello della jeep e un’intera produzione di arance, si sono introdotti in casa mia – dice – Non posso allontanarmi neanche due ore per andare in paese (a Paternò, ndr) per andare a fare la spesa senza avere paura di quello che troverò al mio ritorno».
Oltre alle denunce, Emanuele ritiene che le intimidazioni siano dovute anche alle iniziative che ha organizzato sul territorio:
«Ho organizzato delle domeniche ecologiche e di bonifica, piccoli corsi di permacultura, occasioni affinché la gente conoscesse e frequentasse una zona abbandonata a se stessa. Evidentemente per qualcuno sarebbe meglio che qui fosse poco frequentato».
Un’orribile intimidazione di fronte alla quale Emanuele ha deciso di non arrendersi e di organizzare DOMENICA 7 LUGLIO ALLE ORE 16.30 una passeggiata in un percorso attraverso l’oasi, passando di fronte alle “zone calde” per arrivare alla sua campagna dove poi si terrà un’assemblea.
L’ appuntamento è all’oasi di pontebarca riva destra Paternò.
E chiude l’intervista invitando tutti all’evento:
«Portare scarpe comode e il vostro sorriso! Non ci pieghiamo e andiamo avanti!»