Ventimila precari a Palermo. La protesta anche da Scordia.
0Sarà il vice sindaco, Aurelio Corbino ad accompagnare i 78 lavoratori a contratto, sospesi da due settimane per mancanza di fondi, alla manifestazione regionale che si svolge oggi a Palermo, organizzata per contrastare le proposte del governo e per favorire la stabilizzazione definitiva nelle dotazioni organiche dei comuni. Il sindaco, Franco Tambone e l’assessore al Personale, Francesco D’Agosta, sono stati costretti a rinunciare per la contemporanea riunione di Giunta che si tiene stamani a Palazzo di Città e in cui sarà deliberato il rientro in servizio dei lavoratori a partire da domani, grazie ad una boccata di ossigeno arrivata dalla Regione, 109 mila euro che serviranno a garantire i servizi per un altro mese ed il relativo recupero delle ore perdute nel periodo in cui i lavoratori sono rimasti a casa creando, loro malgrado, parecchi disservizi per i cittadini con il sindaco che si è visto costretto a ridimensionare alcuni uffici e a chiudere l’Ufficio Catasto, il Centro di Raccolta comunale dei rifiuti e la biblioteca comunale aperta solo tre volte in una settimana. La sospensione dal servizio, secondo il consigliere comunale, Nicolò Ferro, si sarebbe potuta evitare: “Già durante lo scorso consiglio comunale avevo invitato il Sindaco a revocare la delibera di sospensione dei lavoratori precari del nostro ente, poiché l’interesse primario è quello di garantire i servizi e l’ordine e la sicurezza pubblica avevo chiesto inoltre al Sindaco di interessare di questo problema anche il nostro Prefetto, come accaduto anche ad Augusta. Ho ribadito nella stessa sede anche il fatto che io ritenga l’interruzione del rapporto di lavoro con i precari – continua nella sua nota il Consigliere Ferro – un errore che potrebbe complicare inutilmente la situazione del nostro ente e dei lavoratori stessi”. A Palermo i lavoratori faranno sentire la propria voce: superamento del regime delle proroghe e avvio dei processi di stabilizzazione delle dotazioni organiche, storicizzazione delle risorse da parte della Regione a favore degli Enti e superamento dei vincoli assunzionali e finanziari da parte dello Stato. Non vogliono invece, assolutamente, sentir parlare di Agenzia per il lavoro, riproposta dal sottosegretario Faraone. “In questo modo afferma in una nota la FP Cgil si conferma la volontà dei governi di destrutturare il lavoro pubblico portando all’esterno una parte consistente della forza lavoro ed aprendo la strada a nuove assunzioni”.
ALFIO BUFALINO, UNA VITA IN BILICO. Uno dei 78 precari scordiensi che da anni si batte per la stabilizzazione.
I bambini non vanno a scuola se non passa lui, l’autista dello scuola-bus per eccellenza. Sempre sorridente, tutte le mattine alla guida di uno dei mezzi comunali che dal 2004 conduce dopo avere preso la patente a sue spese. E’ Alfio Bufalino, 54 anni, uno dei precari storici del comune di Scordia dal 1991 di professione impiegato comunale precario. Ma questo ai piccoli studenti interessa poco e non hanno sofferto la sua assenza per la chiusura della scuola che ha coinciso con la mancanza del loro autista, sospeso dal servizio per due settimane insieme agli altri 77 compagni di sventura, come li definisce lui stesso. La sua vita è stata condizionata dal suo stato di precariato. Alla fine, in attesa di una stabilizzazione che non arrivava mai, ha deciso di sposarsi cinque anni fa con una insegnante scordiense che finalmente, dopo una lunga battaglia, è riuscita a trovare una cattedra lontana da casa, nella capitale. Una storia comune a centinaia con famiglie “smembrate”, sacrificate sull’altare del lavoro sicuro.
Per lui, invece, il lavoro sicuro rimane una utopia e da oggi potrà rientrare in servizio per un altro mese grazie a 109 mila euro che arriveranno nelle casse di uno dei tanti comuni dissestati della Sicilia e che basteranno per un mese di lavoro per 78 precari come lui. Stanco delle continue promesse da parte dei politici e degli amministratori che si sono succeduti, Bufalino avrebbe potuto ottenere un posto di ruolo vistoche il suo predecessore era stato giudicato non idoneo alla guida dello scuola bus lasciando il posto vacante. “Dopo avere vissuto per tanti anni questa esperienza da spettatore ho deciso nel 2011 di scendere in campo e di non assistere inerme al nostro licenziamento – afferma – così mi sono iscritto al sindacato diventando coordinatore del calatino per la Cgil per i quasi mille precari sparsi nei comuni mentre lo scorso anno sono stato scelto a rappresentare tutti i lavoratori precari sparsi nell’isola. In questi anni siamo stati ad un passo dall’essere assunti ma è mancata la volontà da parte della politica. I sindaci avevano la possibilità di assumerci grazie alla legge 16/96 che prevedeva un contributo dalla regione sino a passare sul libro paga dei comuni, anche a costo di un declassamento. Ma il sindaco di allora, pur essendo pronto ad assumerne 34 ci disse: “Se vi assumiamo, tra cinque anni quando passerete a carico nostro, andremo al dissesto”. Una previsione che si è avverata ma il dissesto è arrivato, non certo a causa della nostra (mancata) stabilizzazione. Dopo 25 anni questa è la prima volta che vengo sospeso dal servizio per mancanza di fondi regionali mentre dal 2009 il nostro rinnovo contrattuale annuale è sempre molto travagliato. Ad oggi – continua – non c’è alcun rinnovo contrattuale programmato per il 2017 e sono stato costretto a lasciare l’orario a tempo pieno proprio a causa del dissesto. Lavoro per 734 euro al mese e così come i miei colleghi. Ma per la gente siamo impiegati comunali”.