Arrestati a Scordia due terroristi di una cellula islamista
0Il campo di addestramento era ai piedi dell’Etna: qui i membri della cellula terroristica di matrice islamica eseguivano esercitazioni di guerra con armi ed esplosivi, in nome della loro fede sovversiva.
Il capo è stato arrestato a Bruxelles e si chiama Hosni Hachemi Ben Hassen, ex imam della moschea di Andria. Oltre a lui sono stati arrestati Mohsen Hammami 48 anni, che attualmente risiedeva nel comune di Scordia, Nour Ifaoui 34 anni, senza fissa dimora, anche lui arrestato in Sicilia e Romdhane Ben Chedli Khaireddine 32 anni rintracciato in Lombardia.
Avevano scelto la Sicilia orientale ed in particolare Scordia in provincia di Catania, due dei sei terroristi membri di una cellula islamista scoperta dai carabinieri del Ros in Puglia ad Andria. I due sono entrambi tunisini rispettivamente di 34 e 48 anni Ben Yahia Mouldi Ber Rachid e Mohamed Ben Alì, e da mesi si erano trasferiti in provincia di Catania dove avevano iniziato il lavoro di proselitismo: parlavano insistentemente di attacchi ad obiettivi militari, il primo pensiero degli investigatori è stato rivolto alla base militari di Sigonella dove è dislocata una rappresentanza della marina militare statunitense, ma anche chiese e più in generale si ispiravano a gesti eclatanti.
La cellula terroristica di matrice islamista aveva la sua base logistica ad Andria all’interno di un call center, gestito dal capo del gruppo, un tunisino Ben Hassen Hosni Hachembi, già imam della moschea di Andria. I membri della “cellula” ricercavano e visionavano sul web, all’interno del call center andriese, definibile come una vera e propria “scuola di terrorismo”, i video pubblicati nei forum jihadisti, al fine di acquisire le necessarie cognizioni delle procedure per il confezionamento di ordigni esplosivi, per l’uso delle armi da fuoco e per il reclutamento di volontari mujaheddin da avviare ai campi di battaglia in Afghanistan, Yemen, Iraq, e Cecenia.
L’attività investigativa, convenzionalmente denominata “Masrah” (teatro), ha consentito di documentare come, dal 2008, gli indagati si fossero associati tra loro allo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale in Italia ed all’estero, secondo i dettami di un’organizzazione transazionale, operante sulla base di un complessivo programma criminoso politico-militare, caratterizzato da sentimenti di acceso antisemitismo e antioccidentalismo e dall’aspirazione alla preparazione ed esecuzione di azioni terroristiche da attuarsi contro governi, forze militari, istituzioni, organizzazioni internazionali, cittadini civili ed altri obiettivi – ovunque collocati – riconducibili agli Stati ritenuti “infedeli” e nemici; il tutto nel quadro di un progetto di “guerra santa”, la jihad.
L’intervista al comandante dei Ros Mario Parente su Repubblica.it (guarda)