Arrestato l’ottavo fiancheggiatore della latitanza dei fratelli Mignacca
0Aveva il compito di garantire cibo, bevande, ma anche di acquistare giornalmente i quotidiani regionali e portarli nel covo di contrada Burgherano, in territorio di Lentini ai confini tra Francofonte e Scordia. Nell’ambito dell’operazione dei reparti speciali dei Gis, in collaborazione con i comandi provinciali di Messina, Catania e Siracusa, di domenica scorsa che ha portato alla cattura di Vincenzino e Calogero Mignacca, boss tortoriciani sorpresi in un casolare di Lentini dove il primo è stato arrestato e il secondo si è suicidato, i carabinieri hanno arrestato per favoreggiamento anche il vivandiere dei due superlatitanti, Franco Incardona, 49 anni, incensurato, bracciante agricolo e residente nel centro urbano di Francofonte. L’ottavo fiancheggiatore è stato fermato, ieri mattina, dai carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Siracusa, Messina e Catania e dalla compagnia di Augusta ed arrestato con l’accusa di aver aiutato la latitanza dei due superlatitanti che dal 2008 avevano fatto perdere le tracce. L’indagato – hanno detto gli investigatori – era sicuro di passare inosservato e di trascorrere le giornate di lavoro ad arare i campi, alla raccolta delle arance in contrada Burgherano, a pochi chilometri da Francofonte, all’interno del gruppo della rete dei fiancheggiatori che ha coperto la latitanza a Vincenzino e Calogero Mugnacca e assicurava ai due boss, giornalmente, cibo e bevande, ma anche effetti personali, garantendo loro la massima copertura e assicurando che nessuno potesse scovarli, in quel casolare nascosto da un fitto canneto e lontano da occhi indiscreti. Gli uomini dell’Arma che negli ultimi anni hanno seguito gli spostamenti dei due superlatitanti sia sui Nebrodi che a Randazzo ed infine a Lentini, dove da oltre un ventennio operano allevatori provenienti da Tortorici, erano sicuri che i fratelli Mignacca avevano ottenuto la copertura da uomini e amici di fiducia. Così gli uomini dei reparti speciali hanno monitorato, negli ultimi quattro mesi, tutti quelli che si avvicinavano al covo di contrada Burgherano, raccogliendo elementi utili per risalire al covo dei due boss tortoriciani. Hanno per diversi mesi seguito, nell’ombra, il bracciante agricolo che a bordo della sua automobile da Francofonte si spostava nelle campagne di contrada Burgherano trasportando generi alimentari e vettovagliamento che, poi lasciava all’interno della casolare. Tasselli che alla fine hanno permesso di ricostruire la rete di protezione che garantiva la latitanza dei due boss. La Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, sulla base delle indagini raccolte dal nucleo investigativo della compagnia di Messina e Siracusa, ha così emesso il fermo nei confronti dell’uomo che adesso è stato rinchiuso della casa circondariale di Cavadonna.
Foto in rilievo e articolo di Salvo Di Salvo (Gds)