Calcò. Chi vota la mozione di sfiducia è fuori dal partito e dalla maggioranza
0Dopo mesi di silenzio torna a farsi sentire il segretario del Partito Democratico di Scordia, Paolo Calcò (nella foto). Il momento lo impone dopo le dichiarazioni di voto anticipato del consigliere comunale del Pd, Carmelo Bellò che senza troppi giri di parole ha deciso di votare la mozione di sfiducia al sindaco, compagno di partito. Il voto dell’ex sindaco e assessore ed ex impiegato all’Inps si aggiungerà a quello degli otto consiglieri che invece la mozione di sfiducia l’hanno firmata e presentata. Sulla delicata questione, come detto, interviene in modo ufficiale il segretario del partito che in una nota afferma: “Stiamo lavorando per la soluzione dei problemi della citta’ e nell’interesse dei cittadini. La scelta dell’opposizione di presentare la mozione di sfiducia ci sembra inutile e non risolutiva, dettata piu da calcoli elettorali Che da altro. Il Pd è contrario a questa mozione e invita i consiglieri della maggioranza a respingerla. Agire diversamente significherebbe mettersi fuori dal partito e dalla maggioranza“.
In Sicilia, la legge impone che per sfiduciare il primo cittadino sono necessari 14 voti che a vedere l’attuale geografia politica in consiglio sembrano tantissimi. L’ultima volta di un sindaco sfiduciato fu il 19 novembre 2007. A cadere sotto i 14 voti utili fu Salvatore Agnello che detiene, per il momento il record di tre sfiducie presentate in altrettanti anni di amministrazione anche se bisogna ricordare che Agnello fu contrastato sin dal primo giorno da una maggioranza di 13 consiglieri del centrodestra a fronte dei 7 espressione della coalizione che lo aveva sostenuto.