Confraternite e riti Pasquali
0In un articolo precedente abbiamo affrontato il tema dei nostri riti della Settimana Santa, centrando l’attenzione sulle confraternite, sulle curiosità che le caratterizzavano e sul significato del grande falò preparato in occasione della processione del Cristo alla Colonna.
Ci eravamo lasciati ponendoci degli ulteriori interrogativi riguardo l’evoluzione delle attività legate al periodo pasquale, interrogativi ai quali, adesso, siamo in grado di rispondere, grazie ad ulteriori notizie che abbiamo potuto apprendere.
A questo punto riordiniamo i dati e tracciamo una breve, non esaustiva ma certamente interessante storia degli eventi principali che hanno interessato le confraternite incaricate di preparare al meglio (anche con la partecipazione degli altri due sodalizi scordiensi: la Misericordia e la Confraternita del S.S. Sacramento) le processioni del Cristo alla Colonna e del Cristo al Cataletto: la Confraternita del S.S. Crocifisso e quella della S.S. Immacolata.
La Chiesa di S. Antonio (o del Convento) è stata edificata a partire dal 1644 e conserva la statua del Cristo alla Colonna, il cui basamento reca una data: 1739. Come già accennato, la chiesa ospita la Confraternita del SS. Crocifisso le cui origini sono antichissime, probabilmente ottocentesche. Gli amministratori della chiesa si incaricarono di realizzare i riti pasquali legati al Giovedì e al Venerdì Santo. Quindi anche la statua del Cristo Crocifisso dovette, un tempo, esser ospitata in quella chiesa.
Sembra che durante i primissimi anni della processione i simulacri venissero portati a spalla dai parroci del paese.
A questi succedettero, in seguito, i componenti della nobiltà paesana ai quali, spesso, offrivano il loro aiuto i loro diretti dipendenti o altri cittadini che speravano di ingraziarseli in qualche modo. Per farla breve, a cascata, il compito di sobbarcarsi il peso dei gruppi scultorei, nel frattempo divenuti più importanti, ricadde sul popolo, specie le frange meno abbienti e, successivamente, a seguito della sua costituzione, alla Confraternita del SS. Crocifisso.
La Chiesa di San Gregorio Magno, o del Purgatorio, ha anch’essa origini tardo seicentesche e vi era conservata la statua della Immacolata Concezione, la cui festa veniva curata dalla confraternita che ne prese il nome e che, verosimilmente, fu costituita in epoca contemporanea alla prima.
Come accennato precedentemente, durante gli anni, lo sforzo per organizzare entrambe le processioni divenne insostenibile per la Confraternita del SS. Crocifisso che cercò una valida soluzione interpellando la Confraternita dell’Immacolata la quale, probabilmente, cercava l’occasione per acquisire maggiore “visibilità” in ambito locale.
Venne così stabilito che i riti del Venerdì Santo passassero a quest’ultima che avrebbe, a sua volta, affidato alla Chiesa di S. Antonio la statua e la festa dell’Immacolata impegnandosi, inoltre, ad assicurare l’illuminazione dell’ultimo tratto di processione del Cristo alla Colonna tramite fasci di legna (fiaccole) o, in tempi più recenti, un grande falò. Questo anche per permettere ai carcerati (allora rinchiusi nelle segrete di Palazzo Branciforte) di osservare il passaggio del corteo.
Durante gli anni, i secoli, le processioni hanno subito modifiche, accorgimenti, miglioramenti, arrivando nelle forme che ben conosciamo ai nostri tempi. Una nota di curiosità era rappresentata dai cosiddetti “100 tocchi”.
Un volontario (o un incaricato) si portava al campanile della Chiesa di San Giuseppe e, calcolando con precisione velocità e tragitto, accompagnava con cento rintocchi di campana il passaggio del Cristo morto dalla Colonna a Piazza Umberto (o P.zza Rocco).