A proposito dei riti della Settimana Santa
0Come ogni festa, ogni manifestazione popolare, ogni tradizione che si rispetti anche la nostra Pasqua ha i suoi tratti peculiari e salienti, i suoi “misteri” e le sue curiosità che la rendono unica, affascinante e culturalmente interessante.
Parlare con la gente, gli appassionati, i protagonisti e organizzatori delle manifestazioni più importanti si rivela sempre come aprire uno scrigno, spesso quello della memoria più cara, dal quale fuoriesce linfa inesauribile e veramente avvincente. Linfa che dovrà, ci auguriamo, esser poi conservata, custodita e tutelata degnamente per far si che il nostro patrimonio culturale immateriale (come per esempio le feste, per l’appunto) non vada disperdendosi con l’inesorabile trascorrere del tempo e la contemporanea, allarmante, diaspora dei nostri giovani.
Tornando ai riti della nostra Settimana Santa, forse in molti si saranno accorti di un’apparente incongruenza riguardante le due confraternite che, da tempo immemore, si occupano di organizzare le importantissime processioni del Cristo alla colonna (‘U Signuri ‘o ccippu) e del Cristo morto (‘U Signuri ‘o catalettu).
Della prima si prende cura la Confraternita del S.S. Crocifisso, che ha sede nella Chiesa di S. Antonio, ove è custodita la preziosa statua del Cristo alla Colonna, portata in processione ogni Mercoledì Santo (prima era il Giovedì) e dove viene festeggiata, ogni 8 dicembre, l’Immacolata Concezione, altra solennità a cui è molto legata la popolazione locale.
Alla Confraternita della S.S. Immacolata, invece, avente sede nella vicina Chiesa di S. Gregorio Magno, altrimenti detta del Purgatorio, è demandata la realizzazione delle attività del Venerdì Santo, comprendente, tra le altre cose, l’uscita dei tre Santi (‘a cerchia, cioè la ricerca disperata, per le vie del paese, del Cristo prigioniero), l’esposizione con successiva deposizione del Crocifisso e il grande corteo funebre che si ammanta di una suggestione particolare e intensa, specie nell’ultimo tratto, la salita di Via Trabia, che dalla Chiesa Madre riporta il fercolo al Purgatorio.
Il lettore attento non avrà potuto fare a meno di chiedersi come mai se la S.S. Immacolata Concezione ha “dimora” nella Chiesa di S. Antonio la Confraternita che prende il suo nome è ospitata nella chiesa dove è conservato il Cristo crocefisso, mentre la Confraternita dedicata a quest’ultimo è domiciliata a S. Antonio?
La risposta ci viene fornita da un solerte ed appassionato seguace e cultore della festa che preferisce rimanere nell’anonimato e del quale, ringraziandolo, rispettiamo il volere.
“Alle origini le due feste venivano organizzate nella Chiesa di S. Antonio da una sola confraternita. Col passare del tempo e le frequenti crisi economiche l’allestimento dei due eventi diventò troppo gravoso, per cui si decise di “affidarne” uno alla vicina Chiesa del Purgatorio e relativa confraternita.
Tra le parti si stilò un accordo secondo il quale alla Confraternita del Purgatorio (SS. Immacolata) veniva affidata la solennità del Venerdì Santo e questa, in cambio, garantiva che, ogni Giovedì Santo (ora ogni Mercoledì) i portatori del Cristo al Cataletto si sarebbero preoccupati di procurare la legna per il grande falò che doveva servire a rischiarare il passaggio del Cristo alla Colonna all’appressarsi del rientro a S. Antonio.”
Come si suol dire, due piccioni con una fava: ci siamo spiegati il perché dell’incongruenza delle organizzazioni delle due principali processioni e, cosa che ha da sempre incuriosito le persone, anche il significato del magnifico falò che tanto calore e fascino infonde al corteo del Cristo alla Colonna.
Risolti questi interrogativi, ci sorgono, però, altre domande.
- Le due confraternite hanno avuto origini comuni e contemporanee?
- Oppure una delle due si è formata a seguito della “scissione” delle processioni?
- E’ possibile che l’Immacolata fosse originariamente conservata (e magari festeggiata) al Purgatorio?
Cercheremo di risolvere al più presto questi dubbi.