Gli “invisibili” dell’ex Copeca
4Sono in tanti. Un centinaio, forse anche più. Hanno un nome, un volto ed una storia da raccontare. Sono gli “invisibili” dell’ex Copeca. Vengono da terre dilaniate dalla guerra civile in cerca di un lavoro che possa migliorare la loro condizione economica e quella dei familiari rimasti in patria. Una speranza che però stride con la realtà della nostra terra, oggi più che mai in difficoltà con la crisi del settore agricolo, volano dell’economia. Da qualche anno Scordia è ormai diventata una meta ambita per parecchi di loro che sanno di poter trovare occupazione nelle “nostre” campagne per la raccolta delle arance. Nessun contratto regolare, paghe misere e zero garanzie per questo esercito di lavoratori, giovani e meno giovani, sfruttato dal sistema del “capolarato”, fenomeno diffusissimo in Sicilia. Un quadro ulteriormente macchiato dalle condizioni di vita di queste persone costrette il più delle volte a trovare rifugi di fortuna nella periferia del paese, in casolari abbandonati o come in questo caso nel capannone in disuso dell’ex Copeca, maledettamente e puntualmente destinata a finire al centro della cronaca locale. Tanto vicini alla nostra quotidianità quanto lontani, invisibili agli occhi di chi dovrebbe tentare di trovare una soluzione. L’amministrazione comunale non ha ancora preso alcun provvedimento e non si è espressa in maniera ufficiale sulla vicenda. Domani trattori e camion dovrebbero tornare alla carica per ultimare i lavori di pulizia della struttura, che è già stata privata delle porte d’ingresso, alcune di esse pericolanti, che garantivano un minimo di riparo agli extracomunitari.
Nel frattempo una delegazione, accompagnata da un gruppo di volontari, ha incontrato ieri sera il parroco della chiesa Gesù Redentore, don Salvatore Abbotto. Durante l’incontro è arrivato anche il comandante della stazione dei carabinieri di Scordia, luogotenente Gaetano Balsamo, che ha assicurato che le forze dell’ordine vigileranno costantemente sulla vicenda. Nessun rappresentante dell’amministrazione guidata dal sindaco, Angelo Agnello, raggiunto telefonicamente da don Abbotto durante il colloquio con la delegazione degli extracomunitari. Presenti invece alcuni esponenti della Cgil Calatino e Alfonso Di Stefano, rappresentate dell’associazione Rete antirazzista.
Un grido di aiuto disperato. Non hanno un tetto dove poter dormire perché presto arriverà lo sgombero dei locali dell’ex Copeca, che a detta dei proprietari dovrebbe presto riacquistare una dignità estetica. Li circa cento persone hanno vissuto per settimane in condizioni disumane, documentate anche dalle immagini di un nostro recente servizio. Molti di loro vorrebbero lasciare Scordia ma non hanno i soldi per il biglietto. Aspettano ancora che qualcuno retribuisca il lavoro di questi mesi. Una beffa clamorosa. Una situazione assurda. La solidarietà, espressa in fatti e non parole, dei ragazzi di Rifondazione Comunista e Italia dei Valori sembra essere una “cattedrale nel deserto”. L’indifferenza di molti non è passata inosservata.
Damiano Pennisi