Anche quest’anno, a Scordia, il mese di maggio si è concluso con la festa di Maria Santissima Madre di Dio, tradizione molto sentita agli inizi ma ormai morta negli ultimi anni, che da qualche anno sta finalmente riprendendo vita.
Il triduo è cominciato martedì scorso. Dopo la Messa che ha presieduto don Renzo Venuti, parroco presso San Giuseppe a Ramacca, il ligneo simulacro della Madonna è stato portato in processione fino alla chiesa di Gesù Redentore, facendo alcune soste presso degli altari preparati dalle famiglie.
Mercoledì, la compagnia teatrale siciliana di Carlo Tedeschi si è esibita con il musical “I mille sì di Maria”. Giovedì, don Rocco Todero, sacerdote fortemente legato a Santa Maria Maggiore, ha celebrato l’Eucarestia, al termine della quale il Santissimo Sacramento è stato portato in processione nel sacrato di Gesù Redentore.
Venerdì, solennità della Visitazione di Maria Vergine a Santa Elisabetta, si è svolta la festa vera e propria. Nel pomeriggio, mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo di Reggio Calabria – Bova ed ex Vescovo di Caltagirone, si è unito alle Comunità Parrocchiali di Scordia nella celebrazione dell’Eucaristia, ricordando anche il venticinquesimo anniversario di sacerdozio di alcuni preti da lui ordinati. Tra questi anche il parroco di Santa Maria Maggiore, don Salvatore Abbotto.
Durante la Concelebrazione, a cui erano presenti molti sacerdoti di Scordia e le Autorità civili e militari, Mons. Mondello ha ricordato nell’omelia che “ci sono due tipi di sacerdozio: quello comune, che nasce dal Battesimo, e quello ministeriale, che scaturisce dall’ordine sacro”, spiegando che “sono entrambi differenti, ma l’uno completa l’altro”.
Al termine della celebrazione, seguita da un “fiume” enorme di persone, la Madonna ha attraversato alcune vie cittadine per ritornare in processione nella sua chiesa, quella di Santa Maria Maggiore.
Sono stati tutti riti seguiti con grande devozione da un enorme numero di persone che gridavano con gioia “Viva Maria!”, conferendo a Maria la gloria che, giustamente, spetta alla Madre di Dio.
FRANCESCO AMATO
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