I migranti del Cara bloccano la Statale. Protestano per i ritardi nella concessione dei permessi di soggiorno.
0Sono trecento gli immigrati ospiti del Cara di Mineo, la struttura per i richiedenti asilo in provincia di Catania, che da questa mattina, alle 6.20, hanno bloccato la strada statale 417 Catania-Caltagirone e la strada statale 385 Catania-Palagonia.

“Altro che risorsa! Il Centro immigrati di Mineo è ormai diventato un problema grave tanto per gli ospiti quanto per la gente del territorio”. Lo denunciano i deputati regionali Nello Musumeci e Gino Ioppolo (La Destra), dopo l’ennesima protesta degli extracomunitari che stamane hanno occupato le strade adiacenti al Cara della provincia etnea.
In una nota, i due parlamentari “sollecitano il presidente della Regione ad assumere forti iniziative per porre fine a questa tragica commedia, mentre da quasi tre anni si gioca a minimizzare la portata di un fenomeno che appare già esplosivo. Che solidarietà è – si chiedono – quella di un governo che costringe quattromila persone a rimanere stipate in un contenitore circondato da filo spinato e capace di ospitarne meno della metà? Che solidarietà è quella di un governo che prolunga da un mese ad un anno la estenuante attesa degli immigrati per essere riconosciuti dalla burocrazia ministeriale come “rifugiati”? Che solidarietà è quella di un governo che determina e alimenta esasperanti conflitti fra gli impazienti immigrati e gli incolpevoli abitanti e agricoltori della zona, costretti da quasi tre anni a vivere un pesante clima di insicurezza e tensione, destinato ad alimentare un pericoloso sentimento di ostilità?”
Secondo Musumeci e Ioppolo “a poco valgono gli sforzi e l’impegno profusi dalle forze dell’ordine e dal personale civile che gestisce i servizi in quella struttura, se il governo romano continua a disattendere il “Patto per la sicurezza”, stipulato nel marzo 2011 anche con la Prefettura e gli enti locali”. I due parlamentari invitano, quindi, il governatore della Sicilia “a smetterla di stare alla finestra e ad assumere ogni potere statutario, per pretendere dallo Stato almeno due iniziative immediate. Primo: la istituzione di una Commissione territoriale straordinaria che riduca ad un mese il tempo di attesa per il riconoscimento dello status di rifugiato agli ospiti. Secondo: la chiusura del Cara di Mineo e la creazione di una rete di piccole comunità d’accoglienza (Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), per un massimo di quindici ospiti, diffusa fra i Comuni del territorio, mantenendo alti i livelli di sicurezza con la adeguata dotazione organica delle forze dell’ordine ”.
“Siamo alle solite i richiedenti asilo continuano a lamentare la lunghezza dei tempi di attesa per il riconoscimento del diritto di rifugiato, molti lamentano di aver ricevuto il diniego dopo dieci mesi, denunziano di non ricevere più una piccola diaria di due euro e cinquanta centesimi ma, ogni due giorni solo un pacchetto di sigarette e anche se non fumano provano a rivenderle, insufficiente l’assistenza sanitaria, un ganese mi ha dichiarato di avere una moglie al sesto mese di gravidanza cui non è stato fatto alcun check-up.” – afferma Giuseppe Mistretta, presidente del comitato “Mineo prima di tutto” e continua “Oramai è una lotta per diritti negati quelli dei migranti e quelli di noi comuni cittadini, loro chiedono asilo politico in tempi ragionevoli e noi di continuare a vivere senza i disagi cagionati dalla apertura del centro CARA più grande d’Europa, tra i due litiganti il terzo gode, cioè quanti vivono del business dell’immigrazione, ecco perché abbiamo promosso una petizione popolare che in pochi giorni ha già raccolto oltre mille sottoscrizioni nel solo territorio di Mineo ed è nostra intenzione presentarla anche nei comuni limitrofi, tra le tante richieste vi sono:
– l’immediato ridimensionamento del numero degli ospiti a duemila, così come previsto nel vigente patto per la sicurezza, siglato tra il prefetto e rappresentanti degli enti locali nel marzo duemilaundici;
– il passaggio graduale dallo pseudo-modello d’accoglienza offerto dal CARA a quello più umano e compatibile col territorio offerto dallo SPRAR;
– l’istituzione di nuove e più celeri commissioni di esame delle domande di asilo;
– l’istituzione di un fondo ministeriale per il risarcimento dei danni cagionati al patrimonio pubblico e privato;
– dei meccanismi d’assunzione del personale trasparenti e l’applicazione del protocollo “Carlo Alberto Dalla Chiesa” nelle gare d’appalto per l’affidamento dei servizi, al fine di contrastare criminalità e clientela;
– la piena applicazione delle misure compensative e preventive previste dal patto per la sicurezza del nostro comprensorio, parte di queste richieste sono state anche avanzate dall’intero consiglio comunale al sindaco di Mineo e presidente del cda del consorzio dei comuni che gestisce il CARA di Mineo, Anna Aloisi, ma per tutta risposta hanno già avviato le procedure per la nuova gara d’appalto dei servizi, ricercando nel calatino una struttura che possa accogliere tremila immigrati, infischiandosene del patto per la sicurezza, quindi in questa guerra tra disperati a noi non resta che aspettare l’ennesima tragedia”.
Il comunicato di Rifondazione sulla rivolta dei migranti. Dopo un drammatico suicidio all’interno del Cara di Mineo la protesta di oggi da parte dei migranti, reclusi in quello che per loro è diventato un vero e proprio carcere a cielo aperto, rappresenta un ulteriore allarme che non può rimanere inascoltato. Alla rabbia collettiva di chi chiede solo diritti, esplosa oggi nel territorio contiguo al Cara, non si può infatti che rispondere chiudendo una mostruosità giuridica e sociale, inutile e dai costi esorbitanti, che risponde solo agli interessi di chi ha costruito all’interno del centro la sua rete di affari, e concludendo in tempi brevissimi tutte le pratiche di rilascio del diritto d’asilo. Condanniamo altresì l’assenza delle istituzioni capaci solo di trasformare in un problema di ordine pubblico un dramma permanente che si consuma ogni giorno nel nostro territorio.
Invitiamo infine le cittadine e i cittadini che hanno subito gravi disagi dalla protesta dei migranti ad individuare il vero colpevole nello stato italiano che reclude donne e uomini che il più delle volte vogliono raggiungere i loro cari, che nega diritti e che garantisce solo gli interessi del comitato d’affari permanente della politica e delle cooperative che grazie al Cara di Mineo continuano a fare profitto sulla vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle migranti.
Pierpaolo Montalto Segretario Provinciale Rifondazione Comunista
Francesco Di Blasi Segretario Rifondazione Comunista Palagonia-Capogruppo del gruppo consiliare Palagonia Bene Comune
(le foto sono di Francesco Di Blasi)