Il 2019 potrebbe essere quello buono per la riattivazione della tratta ferroviaria
0La stazione di Scordia, tornata a rivivere grazie alla intraprendenza di alcuni giovani, potrebbe presto essere frequentata anche da viaggiatori. Proseguono, infatti, a ritmo intenso i lavori predisposti da Rfi che renderanno agibile la tratta per Caltagirone e Catania, rimasta chiusa per molto tempo e considerata come un ramo secco da tagliare. Grazie al governo regionale che ha fortemente voluto la riattivazione della linea ferrata, si tornerà a viaggiare sul treno, fornendo così agli utenti una valida alternativa ai mezzi gommati ed in particolare alla Interbus che opera in regime di assoluto monopolio. In questi giorni i lavori sono concentrati nella ricostruzione di un piccolo ponte crollato in seguito all’alluvione del 18 ottobre.
La stazione di Scordia venne costruita, con il contributo di un decimo delle spese a carico del consorzio costituito dalla Provincia di Catania e dai comuni interessati dalla tratta ferroviaria fino a Caltagirone, dalla Società per le Strade Ferrate della Sicilia. Il Governo aveva approvato lo stanziamento dei fondi necessari nel mese di ottobre 1881 ma solo a concessione ottenuta dalla Società per le Strade Ferrate della Sicilia avvenne l’avvio dei lavori; il primo tratto da Valsavoja a Scordia venne aperto il 20 novembre 1889 e con esso la stazione. L’intera linea fu inaugurata il 31 ottobre 1892. La stazione fu fin da principio sede di un’importante movimentazione di carri merci per la spedizione di prodotti agricoli e soprattutto di agrumi verso i mercati della città di Catania e verso il suo porto per l’imbarco. Data la sua importanza commerciale fu sempre fermata obbligata per tutti i treni con un movimento pendolare di viaggiatori in direzione del capoluogo di provincia. La stazione ha perduto la sua importanza a partire dalla fine degli anni settanta a causa della spietata concorrenza del trasporto su strada. Consisteva di un fabbricato con un corpo centrale a due livelli, a cui facevano seguito due appendici ad un livello, posto ad ovest del fascio binari.
Il terremoto di Santa Lucia del 13 dicembre 1990 che colpì duramente tutto il Val di Noto provocò seri danni al fabbricato che tuttavia resistette in virtù della sua buona qualità costruttiva. Il successivo restauro, previo consolidamento antisismico, tuttavia ne mutò radicalmente la forma eliminando tutto il piano superiore del fabbricato. Attualmente è in parte occupato da un pub e grazie alla frequentazione di tanti giovani è tornato al suo antico splendore grazie all’opera di restyling che ha dato vita alla piazza, da poco dedicata all’imprenditore Gangi, e che un tempo era il centro commerciale della città e terminale dei tanti magazzini che si affacciavano lungo via tenente de Cristofaro.