Il consigliere del Pd Salvatore Barresi ricattato per un video a luci rosse
0Un ricatto a sfondo sessuale, quello che ha coinvolto il consigliere comunale Salvatore Barresi che si è ritrovato su Youtube. Qualcuno ha pubblicato un video che lo ritrae davanti ad una webcam in atteggiamenti intimi, lanciando poi il link ad una ristretta cerchia di persone. Una donna con una identità diversa dall’altra parte della webcam ha poi ha divulgato il filmato. Un contatto avviato sui Social Network e poi degenerato in ricatto, sempre via web. Lo stesso Barresi ha provato a fare chiarezza sul suo profilo Facebook ma adesso arriva la nota ufficiale del suo legale, l’avvocato Luca Andolina del Foro di Catania: “Tale registrazione – afferma il legale – costituisce l’esito di una gravissima estorsione e attività diffamatoria. Barresi è vittima di una ragazza sua coetanea che, dapprima, lo ha contattato su un social network, peraltro facendo leva sulla sensibilità umana del consigliere, descrivendosi come donna sofferente, e poi, dopo averne carpito la fiducia ed essere entrata in confidenza con lui, lo ha minacciato di divulgare le immagini del loro momento intimo trascorso insieme se non avesse pagato una esorbitante somma di denaro. Di fronte al secco rifiuto, da parte del Barresi, di cedere all’estorsione e all’illegalità, la donna ha perseverato nel ricattare il consigliere pubblicando il video e affermando falsamente che lo stesso si sarebbe svolto in presenza di una minore, circostanza assolutamente falsa e calunniosa, visto che la ragazza è coetanea del consigliere, pertanto tale accusa è volta esclusivamente a danneggiarne l’immagine, nonché a costringerlo a sottostare alla minaccia. Tutte le conversazioni con l’autrice dei reati, ivi comprese le illecite richieste di denaro, sono avvenute per iscritto a mezzo telematico, quindi sono ampiamente documentate e saranno depositate, in uno a circostanziata denuncia dei fatti, all’Autorità competente affinché proceda tempestivamente ad assicurare alla Giustizia l’autrice della grave estorsione e della gravissima e calunniosa diffamazione.”