Il consiglio approva la modifica del piano di riequilibrio finanziario
0Con 12 voti favorevoli, 5 contrari ed un astenuto, il consiglio comunale alle 23.19 ha approvato la modifica al piano di riequilibrio finanziario. Il debito di 3.932.345,71 € dilazionato nel pagamento in 10 anni, salvo diniego dei creditori.
Hanno votato contro i consiglieri La Magna, Ferro, Frazzetto, De Pasquale, Calandra. Astenuto Rizzo. Compatta la maggioranza (Bellò, Guttuso, Vitale, Barresi, D’Amico, Centamore, Corbino, Renda, Cacciola, Zappulla, Coccia, Mari). Al momento del voto erano assenti i consiglieri Aristodemo e Caniglia.
La delibera, resa immediatamente esecutiva, adesso passa al vaglio della Corte dei Conti e del Ministero del Tesoro per i dovuti eventuali rilievi.
Un parto difficile, complicato, in cui la prognosi non è sciolta per il nascituro piano di riequilibrio, giunto in consiglio con qualche ora di ritardo dovuto alla mancata stesura della delibera che ha atteso il responso del parere del collegio dei revisori dei conti.
Un piano di riequilibrio molto precario che estende la sua azione per i prossimi nove anni al termine dei quali il comune dovrà onorare l’impegno di ripianare il debito di circa 4 milioni di euro, dilazionati in rate annuali da 450 mila euro. Un piano la cui instabilità è condizionata da molti fattori. Innanzitutto l’adesione o meno dei creditori che dovranno accettare di essere risarciti con rate annuali e non in un’unica soluzione. Basterebbe anche un solo creditore per mandare a gambe “allaria” il piano. Ipotesi che sembra essere diventata realtà visto che, come raccontato ieri sera in aula dal consigliere Antonino Frazzetto, un creditore ha già risposto con lettera protocollata di avere rifiutato la dilazione del suo credito di 150 mila euro in dieci anni.
“Il nostro dovere morale è quello di tentare il tutto per tutto per portare il bilancio in equilibrio, ha esordito nella sua relazione politica, il sindaco Franco Tambone. Credo che non debbano esistere fazioni del pro e contro dissesto – ha affermato – ma adesioni ad un piano che è il punto di partenza per un percorso difficile ma percorribile”.
Il piano ha avuto il parere favorevole del ragioniere del comune, Rocco Naselli, e del collegio dei revisori dei conti presieduto da Alfio Spinella mentre la commissione bilancio, convocata due volte, il giorno prima e ieri qualche ora prima dell’approvazione, si è divisa con tre favorevoli e due contrari. “Da questo momento – ha ricordato Naselli – occorre il pieno impegno della burocrazia per permettere l’ottimizzazione delle entrate anche se rimane la grossa incognita dell’adesione da parte dei creditori”.
La discussione è stata molto accesa con la prevedibile posizione dei consiglieri di opposizione che hanno rilevato l’assoluta precarietà di un piano presentato all’ultimo istante e con poche certezze. Un piano che serve ad evitare per il momento il dissesto, almeno sulla carta e che non darà margini di manovra così come sottolineato dal presidente del consiglio, Francesco Cacciola, il cui intervento ha indicato una sorta di percorso alla maggioranza: risparmio sull’energia elettrica con l’utilizzo a pieno regime dei pannelli fotovoltaici istallati su scuole e edifici pubblici, razionalizzazione del personale. Evitare le proroghe dei dirigenti prossimi al pensionamento, accorpamento dei servizi, affidamento di alcuni servizi comunali ai dipendenti, riduzione delle spese legali. Tutto questo per potere garantire servizi essenziali ai cittadini. Occorre fare delle scelte coraggiose che vanno nell’interesse del comune e dei suoi cittadini, ha detto concludendo il suo intervento.
Un intervento che i consiglieri di opposizione hanno giudicato populistico con Antonio De Pasquale che ha criticato la scelta dell’amministrazione di affidare il prelievo dei tributi coattivi a Poste Italiane e il mancato funzionamento dei pannelli fotovoltaici. Il consigliere Delfo Aristodemo ha ricordato che l’ultima parola spetta alla corte dei conti che potrebbe dichiarare il dissesto e, nello spiegare il suo disimpegno dal voto, ha affermato di venire meno al ruolo di controllore visto che l’amministrazione preferisce chiudersi nelle sue stanze mentre il consigliere Nicolò Ferro ha ribadito come questo piano non è altro che la celebrazione di un funerale “abbiamo il morto in casa” ha affermato e stamani sul suo profilo di FB rincara la dose: La legge parla chiaro il piano di riequilibrio deve essere convenuto con i creditori, ieri in aula abbiamo avuto la conferma che non vi è stato l’assenso di questi ultimi”. “La situazione è drammatica – ha ribadito il neo consigliere Guido Rizzo – non abbiamo avuto il tempo per leggere i conti e siamo convinti che i 10 anni saranno più pesanti della dichiarazione di dissesto dove almeno potremo conoscere i responsabili di questo disastro”. “Questa situazione – ha dichiarato nel suo intervento Carmelo Bellò – non deve essere cercata nelle responsabilità delle passate amministrazioni, compresa quella guidata da Angelo Agnello, la maggior parte del debito nasce da conflitti tra gli uffici, da contenziosi e da decisioni da un giudizio di stato che ha messo in ginocchio le amministrazioni locali. Bisogna lavorare per il 2014 puntando sulla rimodulazione di servizi quali quello idrico e dei rifiuti”. Il consigliere Gabriele La Magna ha aspramente criticato il sindaco per non avere mai messo mano al riordino del personale, e per avere rinnovato i contratti ai dirigenti. Priorità assoluta per La Magna, che ha dichiarato il suo voto contrario – è quella di recuperare i 150 mila euro di evasione fiscale. “Il piano di riequilibrio – ha detto il consigliere Luigi Guttuso – è una condizione obbligata e anche quello che stiamo votando oggi potrebbe essere inficiato dalla decisione della corte dei conti”.
Alla fine, dunque, il piani di riequilibrio è passato ma rimangono sul tappeto molti interrogativi a cui, almeno ieri sera, non sono state fornite risposte convincenti e chiare. Innanzitutto il problema dei precari che ieri sera hanno affollato l’aula e a cui il sindaco dovrà rinnovare i contratti. Che tipo di contratti saranno? Saranno ridotte le ore così come paventato? Si metterà mano alle stabilizzazioni?
Altro quesito dalla risposta che sembrerebbe scontata. Cosa accadrà se i creditori non aderiranno entro 60 giorni al piano? E se, come ventilato da più parti, anche dal consigliere Aristodemo, dovesse giungere al comune l’ennesima sentenza che punisce il comune a pagare un debito non inserito in bilancio di 4 milioni di euro? La sensazione è che il piano di riequilibrio appena approvato non sia nato sotto i migliori auspici e che lo spauracchio del dissesto continuerà ad aleggiare sulle teste dei cittadini scordiensi.
LORENZO GUGLIARA