Il Vescovo in consiglio comunale prova a scuotere le coscienze.
0Un appello alla rinascita, alla speranza. Lo ha lanciato in pieno stile francescano, il Vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, in visita pastorale da domenica sera e che ieri è stato tutto il giorno ospite del comune. In mattinata è stato ricevuto dal sindaco, Franco Tambone con cui ha avuto un cordiale colloquio quindi ha voluto incontrare tutti i dipendenti comunali. Un lungo giro per gli uffici, che si è concluso nella sede dei vigili urbani. Qui il Vescovo ha ricevuto in dono dal comandante della Polizia Municipale, Salvatore Todero, un’opera in ceramica con il simbolo della città, del maestro Pippo Sesto. In serata, accompagnato dal clero scordiense, è stato l’ospite d’onore del consiglio comunale aperto convocato dal presidente Francesco Cacciola sul tema “La speranza oltre la crisi”. Il pastore della diocesi calatina è stato accolto dal consiglio comunale e dalla giunta e da tanti cittadini. Presenti anche il comandante della compagnia dei carabinieri di Palagonia, capitano Felice Pagliara accompagnato dal luogotenente Gaetano Balsamo, comandante della locale stazione.
Il saluto introduttivo è toccato al presidente del consiglio che ha espresso il suo vivo ringraziamento per la presenza del Vescovo in uno dei periodi più difficili per la città che vive una crisi difficile che rischia di mettere in ginocchio i sacrifici dei braccianti che grazie al loro lavoro hanno contribuito al benessere della città e che a causa della crisi dell’agrumicoltura sono costretti a riprendere la strada dell’emigrazione. Attenzione rivolta anche a quei pseudo imprenditori senza scrupoli che nascondendosi dietro la crisi, sfruttano i lavoratori extracomunitari. “Non possiamo chiudere gli occhi – ha detto Cacciola – di fronte ad attività commerciali che chiudono giornalmente i battenti”.
Quello che stiamo vivendo è un momento non ordinario della nostra storia – ha dichiarato il sindaco nel suo intervento – il nostro pensiero e impegno devono concentrarsi prevalentemente verso coloro che stanno pagando il prezzo più alto della crisi, ai chi è senza lavoro e a tutte le famiglie che stanno affrontando con grande dignità l’impoverimento che questa crisi continua a generare. La comunità cattolica – ha continuato – rappresenta una parte fondamentale di quella energia civile che esercita un importantissimo ruolo di stimolo nella giustizia, nel pieno rispetto della dignità di tutti e di ciascuno”.
Non possiamo agire più da individualisti – ha esordito il Vescovo nel suo discorso – soprattutto in un mercato ormai globalizzato che è una sfida continua. Smettiamola di piangerci addosso e leggiamo i segni della storia senza per questo pensare alla nostalgia del passato. Bisogna trovare la via d’uscita ma non prendere vicoli senza sbocco.
Quindi è stata la volta dei numerosi interventi dei consiglieri comunali e dei cittadini. In tanti hanno chiesto, senza retorica, un cambiamento della politica ed una maggiore attenzione verso la decadenza morale e dei valori. Maggiore attenzione da parte dell’amministrazione nei confronti degli extracomunitari e dei bisognosi.
Nel suo discorso conclusivo, il Vescovo ha risposto alle tante sollecitazioni degli intervenuti. Sull’immigrazione ha auspicato un cambiamento della legge che riveda le procedure burocratiche nell’accoglimento dei profughi. Sulla politica si è augurato che cambi presto stile e che si converta verso il bene comune che non è opzionale. “O è comune o non è bene”. L’arma per cambiare la politica – ha detto – è quello di mandare al governo persone capaci di fare gli interessi della collettività. Infine il Vescovo ha lanciato un appello all’unità. Una grande alleanza per difendere l’uomo, il suo tempo e il suo futuro per una battaglia che si vince insieme.
Al termine, l’amministrazione comunale insieme al consiglio comunale hanno fatto dono al Vescovo di una stampa serigrafica del 1986 opera dell’autore Gianluigi Uboldi raffigurante San Francesco ed il lebbroso, dalla collezione del maestro scordiense, Alfio Milluzzo.
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