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Infuocata seduta del consiglio comunale. Rinviata la commissione di indagine

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  • di Scordia.info
  • in Politica
  • — 4 Lug, 2014

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Con un consiglio che non si riuniva da più di due mesi e con 21 punti all’ordine del giorno e con la delicatissima questione della commissione di indagine, proposta dal consigliere Guido Rizzo e posta al punto “3” dell’ordine del giorno era lecito attendersi una seduta molto intensa e partecipata e così è stato. E’ durata un’ora e mezza la fase dei preliminari con numerosi interventi che hanno puntato l’attenzione sui temi caldi del momento: dissesto, depuratore, trasferimento della sede dei vigili urbani, chiusura del centro di raccolta comunale, servizi sociali, chioschi nascenti e chiosco del cimitero, problema dei precari, consorzi dei comuni, bando dell’affidamento dello stadio comunale. Tanti argomenti a cui l’amministrazione ha cercato di fornire delle risposte in qualche caso telegrafiche come quella fornita dall’assessore Francesco D’Agosta che in merito alla nascita di nuovi chioschi ha risposto in modo lapidario: “Al momento a questa amministrazione non risultano richieste di nuovi chioschi. I nostri uffici sono al lavoro per verificare e procedere”.

L’argomento che ha catalizzato l’attenzione è stato quello della proposta  di delibera di una commissione d’indagine ai sensi dell’art.32 dello Statuto comunale e art.37 del Regolamento del consiglio comunale avente ad oggetto:
– verificare se l’iter dell’assegnazione dei lavori di rifacimento dell’area ex mercato di via P.ssa di Piemonte è stato seguito in modo conforme;
– verificare le cause per le quali a distanza di molti anni non si sono attivati i parchi fotovoltaici ;
– Verificare i criteri per l’ affidamento di servizi di illuminazione cimiteriali. 

Una proposta giunta in consiglio dopo un iter travagliato durato sei mesi, così come dichiarato dal consigliere Rizzo. Una proposta che ha ricevuto il parere della commissione consiliare che tuttavia si è riservata di presentare alcuni emendamenti.

Si era subito intuito che qualcosa non stava girando a favore del consigliere Rizzo che dalle prime schermaglie pre consiglio si è reso conto di essere rimasto tagliato fuori dalla commissione da lui stesso proposta. E così Rizzo nel suo intervento di presentazione ha chiesto il rinvio del punto nella speranza che si proceda presto alla modifica dell’articolo del regolamento comunale che attualmente non prevede che venga garantita la presenza nella commissione di studio del proponente. Un intervento molto acceso in cui ha rivendicato le ragioni della scelta di puntare la lente di ingrandimento sugli ultimi tre appalti oggetto della proposta che, secondo Rizzo, hanno dimostrato “di non essere completamente a norma” rivendicando, lui e il movimento di appartenenza, Scordia Bene Comune, di essere stati i primi a sollevare il caso dopo la sentenza del Tar. Rizzo ha fatto riferimento alla disponibilità mostrata dal sindaco e dalla presidenza del consiglio comunale nel corso di un incontro avuto con una delegazione del Prc regionale, all’indomani di un presunto tentativo di minaccia, intimidazione che lo stesso consigliere Rizzo avrebbe ricevuto all’interno degli uffici comunali ma di cui, incalzato dai colleghi in aula, non ha voluto fornire dettagli.

Si è acceso un infocato dibattito con il capo gruppo del Pd, Josè D’Amico che, pur dando piena disponibilità alla costituzione della commissione, ha rivendicato il ruolo della maggioranza di avere garantito in commissione la presenza di tre membri malgrado l’apertura del collega di partito Carmelo Bellò che aveva offerto il suo posto al consigliere Rizzo: “Il messaggio che mandiamo fuori – ha affermato Bellò – è che in questo consiglio ci siano i buoni e i cattivi. Ribadisco la mia adesione al rinvio e la volontà ferma di volere istituire questa commissione”. Sulla questione sono intervenuti a più riprese i consiglieri Nicolò Ferro che ha lanciato un appello alla maggioranza affinchè facesse un passo indietro: “Una commissione guidata dall’opposizione non può che fare bene”, il consigliere Biagio Caniglia ha difeso l’operato dell’amministrazione Agnello di cui è stato anche assessore: “Noi non abbiamo nulla da nascondere anche in merito agli appalti in questione. Ben venga una commissione di inchiesta”. Il consigliere Mariella Centamore, parlando a nome del Megafono, ha voluto sgombrare il campo da ogni dubbio: “Nessuna ombra su amministrazione, presidenza del consiglio  e sui dipendenti comunali che ho l’obbligo di difendere in questa sede”. Un appello a modificare l’articolo del regolamento comunale è giunto anche da Gabriele La Magna che ha chiesto all’amministrazione di prendersi l’impegno di garantire in commissione la presenza del consigliere proponente.
Alla fine la proposta di rinvio è stata votata all’unanimità dei presenti.

 

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