L’Ombra di Venere. Mostra di foto a Palazzo Modica
0Nell’atmosfera sonora della festa della musica che, dal 2 al 7 agosto vede protagonisti moltissimi gruppi musicali in esibizione a Scordia in piazza Umberto I, Antonio D’Urso e Angelo D’Agosta presentano le loro foto sotto gli occhi di un pubblico che, quest’anno, si troverà ad assistere ad una mostra del tutto diversa da quella presentata lo scorso anno nel medesimo palazzo e nella quale la natura figurava serena nello splendore dei suoi colori.
Al centro della scena quest’anno è, invece, la donna in una delle mille sfaccettature emozionali che la caratterizzano e brillantemente rappresentata dalle tre modelle Paola Pennisi, Aurora Giurlando e Valeria Piazza. Antonio e Angelo si intercalano nei meandri della psiche femminile cercando di comprenderla intimamente attraverso un viaggio nel suo mondo interiore.
Appare come un libro con un’infinità di capitoli, la donna vista, interpretata e raccontata da Antonio e Angelo i quali si propongono di leggerne ai visitatori un capitolo complesso, talvolta celato e tal altra palesemente tangibile.
Foto in bianco e nero, che raffigurano una donna triste, semplicemente vestita di bianco come se fosse stata privata nell’anima dei colori della vita, ma nello stesso tempo, bianco, il colore apparentemente privo di pigmento ma saturo, tuttavia, di tutti i colori dello spettro elettromagnetico e dal quale sembra possano nascere infinite tonalità, quindi anche una donna intrisa di timida speranza.
Colpisce la donna ingabbiata, incatenata, sola,pensierosa e riflessiva protagonista di questa mostra fotografica.
La prima cosa che ci è venuta in mente dopo aver guardato le foto è stata, “perché la donna ingabbiata e incatenata? Cosa rappresentano le sbarre dietro cui viene fotografata? ”.
E’ a questa domanda che i due fotografi rispondono continuando ad esprimere ciò che percepiscono, non limitandosi a ciò che vedono superficialmente.
“Il titolo della mostra è esplicativo, l’Ombra di Venere vuole infatti indicare la solitudine interiore che spesso la donna prova e nasconde. Abbiamo voluto fare un’analisi su una parte della donna che di solito si percepisce leggendo tra le righe di uno strato al di sotto di quello esteriore.
La società richiede una donna oggetto, e abbiamo voluto cogliere la sofferenza e il dolore della donna nei confronti di questo senso di costrizione imposto dalla società, ma spesso anche dalla famiglia. La violenza di cui parliamo non deve essere necessariamente fisica ma anche intesa come imposizione degli schemi sociali.
La donna è tanto altro, ha infinite sfaccettature di sottile sensibilità e noi abbiamo voluto coglierne una, quella che spesso cerca di nascondere mostrando, attraverso di essa, un’incredibile forza interiore.”
Concludono così Antonio e Angelo, dandoci l’impressione di qualcosa di più profondo come se, attraverso il loro tentativo di indagine dell’interiorità femminile e delle imposizioni a lei fatte, i due fotografi volessero fare un viaggio introspettivo trasversale all’interno della loro stessa psiche.
TANIA CATALANO