Militello premia Giovanni Impastato
0«Peppino voleva smuovere le coscienze di Cinisi. Non aveva denunciato solo il malaffare e la mafia, ma anche le disattenzioni istituzionali. Aveva rivendicato maggiori interventi per i giovani, sognando la realizzazione di un campo sportivo». Giovanni Impastato ha ricordato ieri, durante un incontro all’istituto scolastico “Orlando” di Militello, l’impegno sociale e civile del fratello, attivista politico e conduttore radiofonico, assassinato il 9 maggio 1978 dagli uomini di Tano Badalamenti. La sua testimonianza ripercorre anni di oppressioni e paure, in un contesto palermitano in cui domina la cultura rurale e il dominio della terra, con i suoi genuini sapori e colori.
L’iniziativa, in memoria delle vittime della mafia, porta la firma dell’amministrazione comunale e dell’associazione Pro Loco di Giuseppe Cannata Galante.
«La nostra scuola – ammette il dirigente, prof. Orazio Interlandi – rimane aperta ai contributi del territorio. Il sacrificio di chi è caduto per la libertà deve costituire un esempio per la vita dei nostri giovani».
La comunicazione negli anni Settanta aveva una forza dirompente: «Da Radio Aut – ricorda il fratello dell’ucciso – arrivava una voce di rottura con i palazzi del potere. Oggi la tv offre modelli diseducativi e sterili, programmi banali e pregiudizievoli».
Il dibattito ha poi stimolato interventi e riflessioni di giovani studenti,
che hanno sottolineato, con lunghi applausi, alcuni momenti dell’incontro. La
consegna del riconoscimento “Militello patrimonio dell’Umanità” ha poi suggellato la conclusione della giornata, con la partecipazione del sindaco Giuseppe Fucile, del vicesindaco Carmelo Coniglione e degli assessori comunali.
LUCIO GAMBERA