Militello. Santa Maria La Vetere, scrigno di tesori e di affascinanti sorprese
0Ritorniamo sulle ricerche di Vincenzo Traviglia per interessarci di un’altra sua rivelazione “scoop” che ha aperto un vivace dibattito probabilmente destinato a durare a lungo e a coinvolgere parecchi curiosi.
E’ di qualche giorno fa la pubblicazione, su una sua pagina web, di un altro contributo alla ricostruzione storica del nostro territorio chiamato:” La Chiesa di Santa Maria la Vetere.” Come consuetudine vi proponiamo i passi salienti:
“Avendo avuto in diverse occasioni di visitare tale sito, e avendola fotografata, ci sembrava che qualche cosa non andasse. Il gruppo scultoreo che domina il portale rappresenta una Madonna con Bambino e forse è opera del Gagini, malgrado non ci sia concordia su tale attribuzione. Non sappiamo se l’Opera in questione fu immaginata così dal committente, o se è frutto esclusivo dell’inventiva dell’artista.
Da attente nostre ricerche attraverso la simbologia esistente in tale chiesa, ci risulta che fosse anche di origine Templare, o che perlomeno essi lasciarono una loro impronta del loro passaggio, ma siamo sicuri che i templari fossero di stanza sia a Scordia che a Militello, basta vedere tutta la simbologia esistente in questi comuni.
Tra l’altro l’antica via di collegamento tra questi due comuni, cioè l’odierna strada del ponte di legno, anticamente per quelli della mia generazione “accurzaturi ppi militieddu”, in cui in contrada Pileri vi era un piccolo insediamento dei Templari che avevano stabilito un posto di guardia per sorvegliare le strade percorse dai Pellegrini che si recavano in terra Santa, era uno dei tanti rami della via Francigena.
Nella grotta del Santo Spirito si vede scolpita in una parete la Croce Ricrociata dei Templari. A detta di numerosi storici questa tipologia di croce era appartenuta a chi aveva combattuto in Terra Santa, quindi è pacifico che l’Ordine fosse presente anche a Militello.
Ma parlando dell’Immagine della Madonna, una cosa c’è saltata agli occhi:
1) La Madonna tiene il Bambino sul lato destro, in quasi l’iconografia e rarissimo vedere il Bambino su questo lato. 2) La Madonna ha delle trecce rosse, non ci risulta che fosse descritta cosi; 3) La Madonna sulla mano sinistra tiene un Vaso. Ma questa Iconografia rappresenta la Maddalena non la Madre di Gesù! Non esiste in nessun posto la Madonna con un vaso nella mano, quindi l’Immagine è una rappresentazione della Maddalena, ed è molto strano che tenga un Bambino sulle ginocchia, tra l’altro il bambino porta una collana di corallo, e se non sbagliamo nella stessa vi e il simbolo dei Cavalieri del Toson D’Oro. Il bambino poggia la mano sinistra sul pomello della parte superiore del vaso non sappiamo se è un caso o se è stato voluto fare questa rappresentazione. Abbiamo descritto quanto e visibile da questa immagine non facendo commenti su ciò che ne pensiamo personalmente e lasciamo, quindi, alla libera interpretazione, ricordando che i Templari erano anche devotissimi al culto della Maddalena.”
Immaginiamo cosa starà passando per la mente dei nostri lettori più attenti e possibilmente fruitori entusiasti del genere “fantasy”, ma precisiamo che non vogliamo assolutamente lanciarci in voli pindarici, misteri esoterici e complotti secolari per cui partiremo dallo spunto offerto da Vincenzo Traviglia solo per aggiungere un piccolo contributo alla questione, basandoci esclusivamente su quanto vediamo e sperando in eventuali e costruttivi approfondimenti in ambiti più specialistici.
Osservando la documentazione fotografica che correda il lavoro del nostro ricercatore non possiamo non concordare sul fatto che:
a) La Madonna tiene il Bambino sul suo lato destro;
b) La Madonna ha delle trecce rosse;
Non possiamo invece mettere la mano sul fuoco circa l’oggetto che la Madonna tiene con la mano sinistra: Traviglia afferma sia un vaso o un contenitore; qualcun altro, invece, ci vedrebbe il melograno, simbolo che rappresenta la chiesa di Cristo. Purtroppo la posizione dell’oggetto è tale che anche in alcune ottime foto, con prospettive diverse, non è possibile dire con certezza assoluta di cosa si tratti. Sia per la forma, sia per i processi erosivi che hanno danneggiato, col tempo, la parte in esame (e malgrado i recenti lavori che hanno interessato il sito). Stesso discorso vale per la collana (probabilmente di corallo) indossata dal Bambino nel cui pendaglio, a nostro giudizio, non può riscontrarsi con sicurezza il simbolo del Toson d’Oro, assomigliando di più ad un tridente, probabile richiamo al Mistero della Trinità. Ricordiamo che nell’iconografia rinascimentale, una collana di corallo indossata da un nascituro rappresentava un simbolo apotropaico, di buon augurio mentre non è rarissimo riscontrare qualche rappresentazione di Madonna con capigliatura rossastra.
La cosa che però ci sbalordisce è che per tutti questi secoli (il portale vien fatto risalire all’ultima parte del ‘400-inizi del ‘500) è rimasto sotto i nostri occhi un particolare che con colpevole distrazione abbiamo forse ignorato (e diamo allora merito al Traviglia quantomeno di averceli fatti aprire, questi occhi). Figure centrali dell’apparato scultoreo che adorna il portale della chiesa sono la Madonna col Bambino, affiancati da due angeli, con una cornice di personaggi maschili incoronati. Osservando attentamente la composizione, però, noteremo che, tra tutte, una delle figure pare voglia attrarre l’attenzione più delle altre. Si tratta proprio del Bambino! Con lo sguardo fisso rivolto in avanti egli sembra quasi sussurrarci :”guardatemi bene!..” Ecco, allora, che agli occhi si tolgono improvvisamente le bende della negligente disattenzione e, finalmente, guidati dalla sapiente composizione, percorrono le vie visive che l’arte ha creato per loro: la linea curva del braccio destro porta alla manina che tiene il pendaglio della collana mentre il braccio sinistro, ben disteso, porta dritto all’altra manina che sembra afferrare il pomello di un contenitore. O il ciuffo di un frutto. Osservando inoltre le figure di cornice non possiamo fare a meno di notare che i loro sguardi sembrano direzionati alternativamente su entrambi gli oggetti e non in modo particolare sui personaggi principali. L’artista sembra aver creato un “discreto risalto” per i due simboli indicati dal Bambino.
Se la destra tiene una collana di corallo con tridente (o altro ornamento che non sia comunque simbolo di un qualsiasi ordine, gruppo o istituzione) e la sinistra afferra un melograno per il “ciuffo” si rimane tranquillamente nell’ambito della “normale” produzione simbolica rinascimentale: l’autore dell’opera, in questo caso, metterebbe in luce le prerogative umane e divine del Bambino forse alludendo, al contempo, ad un lieto evento in casa Barresi (per via del collare in corallo rosso). Ma se solo uno dei due elementi non corrispondesse a quelli citati, allora si aprirebbero amplissimi spazi d’interpretazione. E di riflessione. Spazi che al momento, in mancanza di elementi in grado di dare pregnanza a qualcuna delle argomentazioni presentate, preferiamo non esplorare; proprio per evitare discutibili,se non vane, speculazioni.
Lo splendido sito che ospita la bellissima Chiesa di S. Maria La Vetere di Militello V.C. e il suo portale è attualmente indisponibile alla fruizione, malgrado sporadiche aperture in occasioni di lodevoli iniziative culturali (quali le Invasioni Digitali, per esempio) o di alcune feste paesane.. Ci auguriamo che le pastoie burocratiche e l’impasse dei lavori di definitiva agibilità vengano superati al più presto, in modo da restituire un bene prezioso a delle comunità alle quali può offrire ancora tantissimo in termini culturali, sociali e persino economici!
GINO CALLERI