Nel giorno della Memoria
0Oggi è il 27 gennaio, come ogni anno dal 2005, giorno della memoria in cui si ricordano le vittime del genocidio per eccellenza, quelle dell’Olocausto ad opera dei nazisti che, durante la seconda guerra mondiale, sterminarono milioni di ebrei, colpevoli solo di appartenere alla loro etnia. E’ una giornata simbolica, scelta per la sua corrispondenza con la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, nel 1945.
Ma a quale scopo ricordare?
Intanto per rispetto nei confronti di persone, adulti e bambini innocenti, che vissero l’inferno ad opera di altre persone che, per l’autorità conferita loro da se stessi, si arrogarono il diritto di uccidere e torturare barbaramente. Gettare nel dimenticatoio sarebbe alquanto meschino e comodo. E’ facile vivere nell’inconsapevolezza di ciò che è stato. Come si suol dire: “occhio non vede, cuore non duole”.
Ma la vera risposta, la conseguenza al non dimenticare per il rispetto nei confronti di quelle vittime, è non essere recidivi. Perché l’uomo dovrebbe imparare dall’esperienza. Se il ricordo è fine a se stesso, se ricordare vuol dire partecipare ad una commemorazione e poi tornare a casa e non insegnare ai propri figli che certe cose non si devono più verificare, la giornata della memoria ha fallito.
Si parte dai piccoli insegnamenti, si parte da piccoli. Si parte dal bullo della scuola e da quell’atteggiamento di superiorità e desiderio di sottomettere chi è più debole.
La scuola non dovrebbe esimersi, dal ricordare, tutti i giorni e, forse, sarebbe il caso che si introducesse una vera e propria disciplina dedicata al ricordo, al rispetto, alla gentilezza. La storia andrebbe studiata applicandola all’attualità e attraverso metodi di comprensione, presa di coscienza e consapevolezza dei fatti accaduti in funzione del presente.
Quante guerre ci sono attualmente nel mondo? Quanti morti ogni giorno? Quante ingiustizie ripetute in barba alla memoria che celebriamo ogni anno? Quante persone uccise in nome di una religione travisata dai suoi stessi fedeli, quei fanatici convinti che l’omicidio sia parte del loro credo?
Dopo il 27 gennaio, il 10 febbraio si ricordano le vittime delle Foibe, ma le giornate utili a ricordare tragedie e popoli uccisi sono talmente tante che non basterebbe tutto l’anno per ricordare le vittime del mondo, non solo quelle del passato ma anche quelle del presente.
TANIA CATALANO