Noi sindaci in prima linea costretti a negare aiuti ai cittadini bisognosi.
0Lavoro, casa e sussidio economico. Sono queste le pressanti e continue richieste dei tanti cittadini che ogni giorno si rivolgono al piano terra del comune negli uffici dove sono ospitati i servizi sociali. Quasi sempre le risposte degli impiegati e del dirigente non bastano e la gente chiede di incontrare personalmente il sindaco. Ed è quello che è accaduto mercoledi mattina. Un no, alla richiesta di un lavoro, ha scatenato la rabbia di un cittadino la cui reazione è stata violenta, culminata nell’aggressione al sindaco e al dirigente dei servizi sociali. Ieri il sindaco Franco Tambone e il dirigente, Innocenzio Guttuso, erano regolarmente al proprio posto di lavoro e fra i “ricevimenti” giornalieri non sono mancate le richieste di aiuto. Tambone, che di professione fa l’avvocato, ha deciso di non ricorrere alle vie legali ma torna volentieri sull’argomento: “Conosco il mio aggressore perché altre volte lo avevo ricevuto e come lui conosco tanti altri. In paese ci si conosce tutti e quello che mi rattrista è che le richieste di aiuto giungono anche da persone che mai e poi mai sarebbero arrivate alla condizione di avere grossi problemi per sopravvivere. Con soli 50 mila euro l’anno in bilancio per i servizi sociali non possiamo fare molto per alleviare le sofferenze dei bisognosi”. Anche ieri sono continuati gli attestati di solidarietà al sindaco che ha ricevuto messaggi da parte di tutta la deputazione nazionale e regionale che fa riferimento al calatino tra cui quella del presidente della commissione regionale antimafia, Nello Musumeci. A far visita al primo cittadino anche il comandante della compagnia dei carabinieri di Palagonia, Felice Pagliara, accompagnato dal luogotenente Gaetano Balsamo. Fra i messaggi anche quello del sindaco di Militello, Giuseppe Fucile: “Ho manifestato piena solidarietà all’amico Franco, purtroppo noi sindaci siamo diventati bersaglio per lo sfogo e la rabbia dei cittadini. Invito tutti i consiglieri comunali ad una maggiore collaborazione: spesso infatti i primi a ricevere le richieste di questi cittadini bisognosi sono loro e devono evitare di addossare tutto il carico della responsabilità a sindaco e giunta”. Infine, per la referente locale di Confcommercio, Maria Pina Gambera “si tratta di un vile gesto frutto del malessere generale che vive la nostra società ma che non giustifica quanto accaduto”.
Il grave episodio ha avuto qualche risvolto di coscienza: un impiegato, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha voluto devolvere tutti i buoni mensa ricevuti dal comune per i bisognosi. Un gesto che è una goccia nell’oceano ma che è stato molto apprezzato dal primo cittadino.