Operazione Charmant. Inferto un duro colpo al mercato della droga
0Sono accusati di aver gestito “fiumi” di cocaina ed eroina, marijuana e hashish, occupandosi di approvvigionamenti e consegne, durante gli ultimi cinque anni, nei territori di Palagonia, Castel di Iudica e Augusta. Recentemente avrebbero esteso le loro “influenze” anche a Francofonte, Aidone e in diverse località dell’Ennese e del Ragusano, ottenendo ricavi settimanali di almeno 10 mila euro.
Nove uomini sono stati arrestati all’alba di ieri, con l’accusa di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nell’ambito dell’operazione “Charmant” della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone. Le porte del carcere calatino si sono aperte per i palagonesi Massimo Agnello (32 anni), Rosario Cocuzza (36), Saverio Fagone (39), Angelo Trentino (46) e Mario Vaccaro (34); per gli iudicensi Riccardo Di Stefano (35), Antonio Risiglione (39) e Salvatore Santamaria (43); per l’augustano Giovanni Cantaro (57).
I provvedimenti restrittivi, con le notifiche di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere, sono stati disposti dal gip, dott. Salvatore Acquilino. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Palagonia, in collaborazione con i militari di Augusta e di quelli del nucleo elicotteri di Catania, che hanno impiegato numerosi mezzi e pattuglie.
Secondo gli inquirenti, l’attività investigativa ha permesso di acquisire elementi di prova inconfutabili sulle responsabilità dei nove spacciatori, che avrebbero consolidato alcuni sistemi interni di collegamento e riferimento in numerose aree del Calatino e della Sicilia orientale.
Il centro di Palagonia non si sarebbe confermato soltanto quale principale “crocevia” del traffico degli stupefacenti, ma pure come “terminal” di rifornimento per i piccoli consumatori. L’investigazione è stata sviluppata, infatti, dopo l’arresto in flagranza di altri due soggetti, ai quali sarebbe stato contestato il possesso di circa 50 grammi di eroina per probabili finalità di consumo diretto o per scopi di ulteriore cessione di modiche quantità.
I molteplici punti di contatto, le richieste dei tossicodipendenti e i prezzi d’acquisto di “polveri” ed “erbe” (ritenuti competitivi rispetto a quelli praticati in altre “piazze” siciliane) avrebbero rafforzato il ruolo degli accusati, che hanno progressivamente ampliato le dimensioni del fenomeno.
Nonostante la ripartizione di alcuni compiti, gli indagati hanno modificato spesso le modalità operative dello smercio, sperando di eludere gli accertamenti più immediati e i controlli a distanza delle forze dell’ordine, che hanno utilizzato diversi strumenti investigativi.
Le indagini dell’Arma sono state rafforzate, infine, dopo l’operazione “Good Year” del 21 giugno 2006, che aveva portato all’arresto di 22 persone e alla successiva emissione di sentenze di condanna fino a 24 anni di reclusione, rispondendo alle istanze silenziose delle componenti sociali più sane della comunità palagonese.
Gli arrestati sono gravati da vari precedenti giudiziari, che si legano alla precedente commissione di reati analoghi o di altri illeciti. Le loro posizioni saranno valutate dopo gli interrogatori di garanzia, con l’assistenza dei rispettivi difensori e dinanzi alla competente autorità giudiziaria.
LUCIO GAMBERA
ELENCO ARRESTATI
AGNELLO Massimo, cl. 1981, di Palagonia;
CANTARO Giovanni, cl.1956, di Augusta;
COCUZZA Rosario, cl. 1977, di Palagonia;
DISTEFANO Riccardo, cl. 1978, di Castel di Iudica;
FAGONE Saverio, cl. 1974, di Palagonia;
RISCIGLIONE Antonio, cl. 1974, di Castel di Iudica;
SANTAMARIA Salvatore, cl. 1970, di Castel di Iudica;
VACCARO Mario, cl. 1979, di Palagonia;
TRENTINO Angelo, cl. 1967 di Palagonia.
Quattro sguardi e due parole in via Vittorio Emanuele, nel “cuore” del centro abitato di Palagonia. Oppure il solito contatto preliminare al “Bar Charmant” (che ha dato il nome all’operazione dei carabinieri) prima di definire i dettagli dell’attività illecita in luoghi extraurbani o in contrade di campagna.
Gli spacciatori avrebbero voluto incontrarsi al riparo da occhi indiscreti, ma sono finiti ugualmente sotto la “lente” degli investigatori. E non certo per colpa degli avventori o dei gestori del bar, che – precisano i militari – “sono risultati completamente estranei ai fatti. All’interno dell’esercizio commerciale, inoltre, non sono state riscontrate cessioni di sostanze stupefacenti”.
L’espletamento delle indagini sarebbe stato complesso e tutt’altro che agevole. Gli indagati hanno quasi sempre scelto aree d’incontro rialzate – rispetto al livello stradale – per effettuare lo spaccio. Alcuni appuntamenti erano previsti vicino “’a antinna” (zona dell’antenna) oppure “’a cava” (ex sede estrattiva di materiali e blocchi), in terreni coltivati o nel comprensorio rurale di Palagonia, Castel di Iudica, Ramacca e Mineo.
Il tentativo di aggirare gli avvistamenti e le ricerche dell’Arma, al fine di disperdere rapidamente le tracce ed eventualmente la droga, occultando i proventi degli illeciti, sarebbe fallito grazie al supporto di un elicottero, che ha “monitorato” dall’alto gli spostamenti dei soggetti indagati nel Calatino e in altri territori.
Le restanti investigazioni, secondo gli impulsi dei magistrati della Procura della Repubblica di Caltagirone, sono state prevalentemente condotte con le classiche attività d’intercettazione ambientale, comprendenti l’osservazione a distanza, il pedinamento e il controllo. Sono stati anche sequestrati vari quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo hashish, marijuana, eroina e cocaina.
“L’operazione ha permesso di disarticolare – osservano gli inquirenti – una nuova rete di spacciatori, dando un forte segnale alla comunità palagonese e alla popolazione del circondario”.
La città di Palagonia, che da circa un ventennio registra attività antidroga e azioni repressive, non è nuova a questi accadimenti. Il territorio stenta a scrollarsi l’etichetta di “supermarket” degli stupefacenti. Sono poche le collaborazioni di tipo sociale con le fonti investigative, mentre i pochi tentativi di “rivolta” culturale e civile restano ai margini di ogni attenzione.
LU. GAM.