PALAGONIA. Il Cristo alla colonna ritorna nella chiesa del convento dopo 22 anni.
0Dopo 22 anni, a Palagonia, la chiesa del Convento ha riaperto il portone al simulacro del Cristo alla colonna. Sono state le tradizionali onorificenze delle congregazioni del Ss. Sacramento, del Purgatorio e dell’Immacolata, con i “classici” tre colpi di stendardo, a spalancare il porticato del vetusto luogo di culto, che porta i segni delle scosse sismiche del 13 dicembre 1990 e di un lungo degrado.
Accompagnato dal suono delle “troccole” (antichi strumenti a percussione) e dal canto del “popule meus” dei fedeli, il Cristo alla colonna ha idealmente abbracciato il tempio più amato dai palagonesi, in un “bagno” generale di ricordi del passato, di attività liturgiche e sacramenti. Inevitabili pensieri sono “volati” all’altare ligneo, un bene culturale di gran pregio che, dopo essere stato sezionato in vari pezzi, ignoti hanno sottratto all’ammirazione e derubato.
La processione del Venerdì santo, con il suo seguito di cittadini e devoti, non ha mancato di esaltare i colori delle pareti e del tetto, affreschi sacri e dipinti. Solo per motivi di sicurezza, nell’area antistante gli scavi, una barriera ha separato il pubblico dall’altare del monumento dell’Immacolata, in cui sono ancora in corso di esecuzione diversi scavi. In numero limitato e a piedi nudi, tra commozione e rabbia, i palagonesi hanno rinnovato i loro auspici di recupero e riapertura del Convento.
Dal 22 luglio 1928 – come ricorda una lapide, al tempo di mons. Giovanni Bargiggia, vescovo della diocesi di Caltagirone – la chiesa è ufficialmente «eretta in parrocchia» palagonese grazie alla generosa munificenza dei fondatori e coniugi, Ferdinando Di Blasi e Febronia Maggiore.
Dopo aver lasciato piazza Dante, tra auspici di riscatto e lacrime, il simulacro ha proseguito ieri sera il suo giro per le principali vie cittadine. Il Cristo alla colonna si è poi fermato nella chiesa di Maria Ausiliatrice, nella stessa area che ha visto, alle 3,30 di mercoledì scorso, l’avvio esterno dei riti della “pietas” popolare, in un’atmosfera d’assoluta mestizia, tra pochi ceri accesi e tanta gente in preghiera.
Le manifestazioni della Settimana santa sono continuate ieri, fino a tarda notte, con la partecipazione delle tre rinate congregazioni religiose, che non hanno mancato d’incontrarsi con l’usuale “tocco” delle croci in piazza Umberto. In processione – alla presenza dei responsabili delle confraternite, il priore Sebiano Calanducci (Purgatorio), il rettore Gianluca Millesoli (Ss. Sacramento) e il governatore Salvatore Calcaterra (Immacolata) – i devoti in abito bianco hanno accompagnato l’Addolorata e il Cristo morto fino alla chiesa Matrice, in attesa della Pasqua di Resurrezione di domani.
LUCIO GAMBERA