Parte male il servizio di accalappiamento cani. Prelevato un cane con microchip
0E’ iniziato con una falsa partenza il rapporto di collaborazione tra il Comune e la ditta che ha ricevuto in affidamento il servizio di assistenza sanitaria e mantenimento dei cani randagi catturati nel territorio. E’ stato un fine settimana movimentato per gli operatori della ditta che, accompagnati dai vigili e dal dipendente responsabile dell’ufficio, hanno individuato nei pressi del Liceo Majorana due randagi, Giovanni e Nerino, entrambi noti all’associazione animalista “Mi Fido di Te” che opera da molti anni nel territorio. Uno dei due, avendo intuito le intenzioni dell’accalappiatore ha preferito darsi alla fuga mentre Nerino non è riuscito ad evitare il “collare” ed il conseguente trasporto presso il canile allocato ai piedi dell’Etna. La vibrante protesta dei soci dell’associazione animalista che tra l’altro hanno contestato alla ditta di avere prelevato un cane randagio innocuo e microchippato, ha indotto la stessa ditta a riaccompagnare il cane in città e riposizionarlo nel quartiere frequentato abitualmente potendosi così ricongiungere con il compagno Giovanni che nel frattempo era rientrato dalla latitanza. Un episodio che i componenti dell’associazione giudicano inquietante così da indurli a convocare una riunione in cui si è deciso di chiedere al Commissario straordinario, Filippo Vitale, l’immediato annullamento della convenzione sottoscritta tra la ditta e il dirigente del servizio, che prevede una durata di 10 mesi per un importo che si aggira intorno alle 13 mila euro, resasi necessaria dopo le numerose segnalazioni da parte di alcuni cittadini che avevano anche presentato una petizione per chiedere maggiore sicurezza dopo episodi di aggressione da parte di cani. “Contestiamo apertamente questa convenzione – afferma Maria Pia Calleri – leader storico dell’associazione animalista – malgrado ormai da anni gestiamo i cani in difficoltà che ci sono stati affidati dallo stesso Comune. Rivendichiamo il diritto di essere consultati prima di qualsiasi affidamento. Non comprendiamo – continua la Calleri – come mai gli operatori abbiano operato senza l’ausilio del rilevatore di microchip ed abbiano preso un cane innocuo e per giunta schedato e sterilizzato. In settimana incontreremo il commissario per ribadire la nostra volontà di collaborare per l’anagrafe canina e la sterizzazione. Chiederemo inoltre di dotare l’ufficio dislocato in via Aldo Moro di mezzi idonei visto che attualmente risulta sprovvisto anche di un computer”.
LORENZO GUGLIARA