Rapine in villa. 4 fermi dei Carabinieri del Reparto Operativo di Catania
0Nelle prime ore del 27 settembre i Carabinieri del Reparto Operativo di Catania hanno proceduto al fermo di indiziato di delitto emesso, su richiesta degli stessi investigatori, dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania nei confronti di Fabrizio Nizza di 36 anni, pregiudicato, sospettato di essere affiliato alla famiglia Santapaola-Ercolano, gruppo di Librino; Salvatore Faro di 41, pregiudicato, sospettato di essere affiliato alla famiglia Santapaola-Ercolano, gruppo di Librino; Massimo Grasso, di 35, pregiudicato; Gianluca Lombardo di 24, pregiudicato.
Il Procuratore Capo f.f. dott. Michelangelo PATANE’, il Procuratore Aggiunto dott. Carmelo ZUCCARO e il Sostituto Procuratore dott. Andrea BONOMO, firmatario del provvedimento, hanno concordato con gli elementi raccolti negli ultimi mesi dal personale dell’Arma. I reati contestati vanno dalla rapina pluriaggravata continuata in concorso al sequestro di persona, dal porto abusivo di arma clandestina alla ricettazione e fanno specifico riferimento alle due rapine a mano armata, con sequestro di persona, avvenute a Pedara l’1 settembre. L’ipotesi degli inquirenti è che gli arrestati possano essere responsabili di altri episodi legati al cosiddetto fenomeno delle “rapine in villa”, sviluppatosi in particolar modo tra l’estate del 2010 e quella del 2011, annoverando, tra tentati e realizzati, circa una trentina di colpi presso abitazioni residenziali isolate dell’intera provincia etnea. Gli autori, normalmente quattro/cinque, accedevano all’interno delle abitazioni attraverso finestre o porte lasciate aperte o prive di sistemi di protezione passiva e sistemi di allarme. Dopo aver radunato le vittime sotto la minaccia delle armi, talvolta malmenandole, le rinchiudevano in una stanza e depredavano l’abitazione. Poi fuggivano a bordo di uno o più veicoli appositamente rubati qualche giorno prima.
Le indagini, avviate da tempo e coordinate, per l’Arma, dal Reparto Operativo del Comando Provinciale CC di Catania, alla luce della polverizzazione degli episodi sul territorio, hanno permesso di far luce, per ora con riferimento alle due rapine di Pedara del 1° settembre scorso, sugli autori, sulle modalità di esecuzione dei delitti e sull’ambiente criminale nel quale questi maturavano. L’attenzione sul quartiere Librino come fulcro/base del gruppo criminale ha cominciato focalizzarsi il 30 agosto dell’anno scorso quando il Reparto ha rinvenuto, tra via San Teodoro e strada Cardinale, 10 fucili e 1 pistola semiautomatica che erano stati oggetto di depredazione in due distinte rapine in villa il 3 e il 15 luglio antecedenti. Altrettanto importante è stato l’epilogo degli episodi del 1° settembre. Le informazioni e gli elementi acquisiti in quella circostanza, unitamente alle successive attività tecniche e di riscontro effettuate, hanno consentito di raccogliere quanto necessario all’attribuzione delle responsabilità in capo agli odierni fermati. Accanto ad una intensa iniziativa di natura investigativa, l’Arma dell’intera provincia ha prodotto un eccezionale sforzo sul piano preventivo attraverso il dispiegamento di un “dispositivo estivo straordinario” che ha visto l’impiego – nelle aree ritenute maggiormente a rischio e nell’arco notturno – di centinaia di pattuglie. La sinergia tra l’assetto preventivo e quello operativo ha consentito ad entrambi di beneficiarne. L’orientamento fornito al primo sulla possibile efficacia di una certa distribuzione delle pattuglie in divisa sul campo, è stato pienamente ripagato il 1° settembre quando con l’intervento del Nucleo Radiomobile di Acireale ha consentito di scombussolare i piani dei rapinatori che hanno lasciato utili dettagli sulla scena del crimine a disposizione degli investigatori.
Sono in corso accertamenti finalizzati all’individuazione di eventuali complici, al confronto degli oggetti rinvenuti nella disponibilità degli arrestati con quelli asportati alle vittime nonché sulla localizzazione del possibile deposito del “bottino” non ancora alienato.
Alcuni aspetti d’interesse: FARO e GRASSO, dopo le ultime 2 rapine concluse in maniera rocambolesca, hanno pensato di allontanarsi per qualche giorno dal territorio e, con i proventi del colpo, hanno acquistato i biglietti per una crociera. Partita il 20 settembre, dopo aver toccato anche le coste della Spagna, si è conclusa l’altro ieri mattina. All’arrivo al porto di Catania, dopo una settimana di divertimenti, i due hanno trovato ad attenderli sulla banchina i Carabinieri di Catania. Anche LOMBARDO, che peraltro si trovava agli arresti domiciliari, dopo l’esito delle ultime rapine ha pensato di allontanarsi dalla città. Ciononostante, il 27 mattina è stato catturato anche lui al termine di una specifica attività informativa dedicata. E’ stato seguito mentre, lasciando un’abitazione di viale Moncada, si era fatto accompagnare in scooter sino a Piazza Verga, nel tentativo, forse, di capire chi fosse stato arrestato. Ancora sulla moto, con il casco indossato e pronto ad allontanarsi nuovamente, è stato così fermato definitivamente.
Una quantificazione economica precisa sul valore dei beni e dei contanti complessivamente asportati nel corso di tutte le rapine è difficile. Sono stati rapinati soldi, gioielli, argenti, telefoni cellulari, capi di abbigliamento di marca, autovetture, armi. Certamente è possibile stimare, probabilmente per difetto, in oltre 1 milione di euro l’intero bottino depredato.
I COMMENTI
“Esprimo vivo apprezzamento alla Procura di Catania ed agli investigatori dei Carabinieri che in questi mesi sono stati impegnati, con grande professionalità e il consueto spirito di sacrifcio, nella caccia alla “banda dele rapine in villa”, che grande allarme ha provocato nella comunità catanese – ha dichiarato Nello Musumeci, sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche sociali -. L’arresto dei presunti autori di queste rapine è un forte segnale della capacità operativa dei rappresentanti delle Forze di polizia, impegnati quotidianamente in una sempre delicata opera di prevenzione e di repressione. Purtroppo sia nelle città che nelle aree periferiche e rurali si registra una continua escalation di episodi criminali che costringono Istituzioni, uomini in divisa e cittadini a tenere sempre alta l’attenzione”, ha concluso Musumeci.