Rosaria Mazzara, quando l’amore per gli animali diventa una ragione di vita
0Rosaria Mazzara, cittadina militellese impegnata a tempo pieno nel volontariato animalista, salva, sfama, cerca di tutelare e cura, insieme ad altri volontari, la vita di moltissimi randagi. Dedica gran parte della sua quotidianità, con assoluta devozione, ai randagi riuscendo a garantire alla maggior parte di essi le cure di cui necessitano e, molto spesso, a trovare loro una famiglia amorevole che li adotti per sempre.
Rosaria quando inizia la tua esperienza come volontaria?
Il mio percorso nel mondo del volontariato animalista ebbe inizio 15 anni fa. Nei primi tempi questo mondo è entrato in punta di piedi nella mia vita, occupando solo parte del mio tempo, piano piano senza che me ne rendessi conto mi ha preso anima e corpo. E’ stato un percorso importante e impegnativo che mi ha insegnato tanto. Ho imparato soprattutto dagli errori commessi.
Il randagismo viene considerato una piaga sociale. Tu cosa ne pensi?
Il randagismo viene definito “una piaga sociale” ma c’è da sottolineare che siamo stati noi umani a renderlo problema poiché tutto quello che non rientra nella nostra sfera di interesse e che occupa spazio che noi abbiamo destinato ad altro, deve essere eliminato o comunque allontanato, da qui nasce anche la cultura ai maltrattamenti e agli avvelenamenti.
Credi che i randagi rappresentino un pericolo reale per i cittadini?
Se solo per un attimo ci fermassimo a osservare e a riflettere, senza essere prevenuti, potremmo renderci conto che i randagi non sono reali nemici ma spesso è più l’idea che ci siamo fatti di loro che li rende tali. Per cultura associamo il cane randagio al pericolo per l’uomo. In realtà i randagi rappresentano solo un decimo del rischio che corriamo quando andiamo in luoghi affollati o quando, semplicemente, attraversiamo la strada.
In che senso “per cultura” associamo il randagio al pericolo?
Nel senso che è opinione radicata quella di etichettare i cani randagi a qualcosa di pericoloso per la vita. Quante volte abbiamo sentito dire ai bambini “se non ti comporti bene ti faccio mangiare dal cane”, ecco questo è il classico atteggiamento che impaurisce, oggi, il bambino che domani sarà un adulto con le stesse paure e che temerà anche un cane per i fatti suoi a 10 metri di distanza. Bisogna cambiare questa mentalità chiusa e cercare di essere lungimiranti. Ricordiamoci, infatti, che oggi gli animali ci tirano fuori dalle macerie, ci salvano se stiamo annegando, entrano negli ospedali perché importantissimi nella pet therapy. E’ arrivato il momento di aprire gli occhi e di guardare oltre.
Nella tua lunga esperienza di volontaria, cosa hai appreso dal mondo a quattro zampe?
Più che “volontaria” mi definisco, semplicemente, un essere umano che ha avuto, che ha e che avrà sempre la voglia e il piacere di conoscere e scoprire ciò che di prezioso possono insegnarci queste creature con quattro zampe e una coda che ci invita continuamente all’amicizia e alla pacifica coesistenza.
TANIA CATALANO