Scarichi fognari al vallone Cava. Intervengono i carabinieri.
0Inquinamento e disastro ambientale. Sono questi i reati su cui ieri i carabinieri della locale stazione hanno concentrato l’attenzione controllando la fogna a cielo aperto che continua a scorrere nel vallone Cava in quella che un tempo fu la silva del principe Branciforte. I militari dell’Arma, coordinati dal Luogotenente Gaetano Balsamo, si sono avvalsi dell’opera dei tecnici dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Catania che hanno effettuato numerosi prelievi delle acque che continuano a scorrere lungo tutto il letto del vallone Cava tra rifiuti di ogni genere. I tecnici dell’Arpa hanno corredato l’attività di monitoraggio e controllo anche con numerosi rilievi fotografici che attestano lo scempio che ormai da anni si consuma. Attualmente il parco Cava è “attraversato” da due scarichi fognari. Uno che proviene dal collettore perennemente guasto che si trova nei pressi del cimitero e l’altro che, secondo rilievi non ufficiali effettuati da volontari, scenderebbe al di sotto del manto stradale di via Guglielmino sino a riversarsi nel vallone e ricongiungersi con quello proveniente da nord.
Al sopralluogo erano anche presenti i tecnici comunali e l’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Lo Castro il cui intervento annunciato di risolvere in tempi brevi il problema, ha avuto l’ennesimo intoppo. Le due pompe sommerse nel collettore, infatti, sono state estratte e inviate alla riparazione per un preventivo spesa di 6 mila euro. Ma, come ammette lo stesso assessore, potrebbe essere un intervento palliativo, visto che il collettore è costituito da un’unica vasca, dove arrivano gli scarichi fognari di ogni genere dalla parte alta della città. Le pompe dovrebbero permettere la risalita dei liquami verso via Attard ma, a causa del guasto, i liquami continuano a scorrere nel vallone. Sulla questione interviene Giambattista Pisasale, portavoce del comitato spontaneo del parco Cava e Grotta del Drago: “In pochissimi anni abbiamo trasformato uno dei luoghi simbolo dell’identità culturale di Scordia in una fogna a cielo aperto. Chiediamo che ognuno faccia la propria parte. Mobilitiamoci e difendiamo, recuperiamo e valorizziamo il nostro territorio e la nostra identità”.