Scempio senza fine nell’alveo del vallone Cava
0Uno scempio senza fine. Malgrado le proteste, gli appelli, le segnalazioni, i controlli effettuati, un fiume di liquami maleodoranti ed inquinanti continua a scorrere lungo l’alveo del vallone Cava. Una fogna a cielo aperto che origina dal punto di raccolta comunale che si trova nei pressi del cimitero e che convoglia gli scarichi fognari confluenti dalla zona nord della città. Qui, grazie all’azione di due pompe sommerse, gli scarichi, secondo il progetto originario, dovevano essere rilanciati verso il collettore fognario centrale, distante qualche centinaio di metri e costruito qualche anno fa in via Attard. Ma da allora, il sistema di rilancio delle acque nere è stato continuamente soggetto a numerosi guasti con i liquami che continuano a fuoriuscire da un cunicolo nell’ormai deturpato scenario della Cava, un tempo giardino del Principe Branciforte, fondatore della città. L’alluvione dello scorso ottobre, malgrado i danni provocati, aveva ripulito l’alveo facendolo tornare al suo antico splendore ma la mano dell’uomo è tornata a colpire. Attualmente, infatti, oltre alla discarica comunale sono stati evidenziati sversamenti di colore violaceo che sono depositati al di sotto del ponte Scalilla, che collega il centro abitato al cimitero e che prosegue lungo la strada provinciale 29. Già nel 2014 i carabinieri della locale stazione avevano portato a termine una indagine conclusa con una segnalazione agli organi competenti, potendosi avvalere dell’opera dei tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente competente per territorio, la stessa che potrà chiarire e dirimere ogni timore sulla natura ed eventuale pericolosità dei liquidi attualmente presenti. Così come i suoi predecessori, anche il sindaco Franco Barchitta ha dovuto fare i conti con il malfunzionamento del collettore che sino a domenica era infestato di rovi e che ieri gli operai del Comune hanno provveduto a ripulire per avere accesso al quadro comandi che, come affermato dallo stesso primo cittadino, su nostra sollecitazione, sarebbe fuori uso. L’ennesimo guasto, dunque, che impedisce il corretto funzionamento delle due pompe sommerse che richiedono una manutenzione accurata che, se eseguita periodicamente, ne eviterebbe il continuo guasto visto che nel fondo si deposita anche materiale solido. A bussare continuamente alla porta del sindaco per fare sentire le loro rimostranze, sono in particolare i residenti di via Etna e quelli che hanno costruito la propria abitazione a ridosso del vallone. “Sono 35 anni che abito qui – afferma Giuseppe – e la situazione è sempre la stessa. Adesso che arriva l’estate saremo costretti a rimanere con le finestre chiuse perché non si riesce neanche a respirare oltre alla presenza delle zanzare. Le pompe che dovrebbero evitare tutto questo sono perennemente in avaria. Abbiamo denunciato tante volte all’amministrazione ma non ci hanno mai dato ascolto”. Intanto si rimane in attesa dell’inizio dei lavori di somma urgenza per il ripristino della funzionalità idraulica del torrente Cava nel tratto corrispondente del cimitero. Il Genio civile ha già affidato i lavori ad una ditta della provincia di Messina che per un importo di 260 mila euro dovrà ripristinare l’alveo originario e riparare il ponte parzialmente crollato lungo la strada interpoderale che conduce alla Grotta del Drago.