Scordia ricorda i fatti del ’59
0“Era il 18 dicembre di sessant’anni fa quando a Scordia, nei pressi della stazione ferroviaria – zona che era cuore pulsante per il trasporto degli agrumi – in occasione dello sciopero che aveva come scopo quello di far rispettare la tariffa sindacale – la situazione sfuggì di mano determinando una guerriglia urbana che trasformò l’ingresso del paese in una sassaiola che vide coinvolti braccianti, commercianti e forze dell’ordine, a cui seguirono feriti e arresti”.
Inizia così Nuccio Valenti la conferenza “A 60 anni dai fatti del 18 dicembre 1959” ricordando, ai presenti in aula consiliare, i fatti accaduti a Scordia in quella data. Una ricorrenza importante organizzata dalla Cgil con il patrocinio di Scordia.info e il Comune di Scordia che ha messo a disposizione l’aula consiliare. Presenti il sindaco, Franco Barchitta, Nino Pisasale, Pippo Leonardi e Rocco Anzaldi, Salvatore Brigadeci, segretario generale Cgil calatino, Tonino Russo, segretario generale Flai Cgil Sicilia.
“Quel giorno è stata la conclusione di un periodo di lotta iniziata nel 1947. Le lotte sindacali si concentravano sempre nel mese di novembre e dicembre, perché in questi mesi si preparavano le arance per i mercati del periodo di Natale e bloccare la produzione in questo periodo significava mettere in grosse difficoltà il commerciante. Si proclamavano quindi gli scioperi con buona partecipazione – sembrava di vedere in un film quelle scene raccontate meticolosamente da Nino Pisasale, autore del libro “Scordia, i fatti del ‘59” che ha continuato – l’obiettivo era passare da una paga di 900 lire a 1000 lire al giorno. L’aumento di 100 lire nella provincia di Siracusa fece scoppiare la rabbia dei braccianti che adesso pretendevano la stessa tariffa. I sindacalisti picchettarono i vari ingressi del paese per impedire agli operai di recarsi a lavorare e, spiegando che era nell’interesse di tutti, li incitavano a partecipare allo sciopero. Il 17 dicembre la gente, stanca di tutti quei giorni di sciopero senza ottenere nulla, decise di fare una grossa manifestazione il giorno seguente e, contemporaneamente, nominare una delegazione che si recasse a Catania per parlare con il Prefetto. Il giorno dopo nella delegazione dal Prefetto c’era Iuzzo Barone, Giuliano, Turi Vecchio e il vice sindaco Zapparrata. Il Prefetto sottovalutò e, quasi, derise, quella delegazione fatta, tra l’altro, da tre persone con una disabilità, Barone era sordo, Giuliano zoppicava e vecchio era ipovedente. Intanto a Scordia iniziarono le scintille con i commercianti che tentavano di mandare le carrozzelle a caricare arance alla stazione. Gli operai però non li facevano passare. A un certo punto un commerciante tentò di passare, insistette e un operaio si aggrappò al cavallo provocando un trambusto che fece intervenire i carabinieri. Questo fatto scatenò l’agitazione generale e arrivarono i carabinieri di Vizzini il cui giovane Tenente intimò con le armi gli operai di ritirarsi. Iniziò una guerriglia tra armi, pietre e lacrimogeni che innervosirono i manifestanti. Gli operai accerchiarono i carabinieri, Scordia si era trasformata in una scena di guerra. Avvisato il Prefetto, quest’ultimo a questo punto ricevette la delegazione cercando di mediare ripristinando la situazione che, tuttavia, era ormai sfuggita di mano. C’era ormai guerra aperta contro i carabinieri. La situazione culminò con gli arresti dei partecipanti allo sciopero. Un anno dopo arrivò la sentenza che condannava i più a due mesi di reclusione, peccato però che nell’attesa della sentenza ne avevano già scontati un minimo di otto mesi”.
Commovente il video proiettato da Paolo Barone, figlio di Iuzzo, in cui la mamma racconta cosa accadde quel giorno e la notte seguente. Una donna segnata da un momento drammatico della sua vita quando con figli piccoli, da 8 anni a 3 mesi, dovette affrontare l’arresto del marito, accusato di aver partecipato ad uno sciopero per ottenere un diritto. Toccante il suo racconto quando, con le lacrime agli occhi, si chiede cosa avesse fatto di male il marito per meritare addirittura l’arresto.
“Scordia diede il meglio di sé in quei mesi – ha raccontato Paolo Barone – durante il periodo di reclusione di questi operai, i cittadini donavano tutto ciò che potevano alle famiglie coinvolte, dimostrando una grande solidarietà”.
“Da sindacalista posso dire che questi momenti terribili sono anche i momenti più belli per il sindacato che si lotta ed ottiene ciò per cui si è battuto – ha svelato Pippo Leonardi – perché per un sindacato lottare e non ottenere nulla è frustrante”.
“Questa sera, grazie a questa iniziativa, ho approfondito i fatti del 1959. Tanti sindacalisti uccisi perché occupavano le terre insieme ai contadini, circa un decennio prima di quel 1959. Quelli di Scordia sono fatti che si sono ripetuti in tutta la Sicilia già dal dopoguerra – ha concluso Salvo Brigadeci della Cgil.
Una conferenza di grande interesse storico alla quale, purtroppo, hanno partecipato pochi cittadini la maggior parte dei quali erano bambini, o adolescenti, all’epoca dei fatti.
Un tuffo nel passato, nella storia della nostra comunità che i giovani sconoscono e che, forse, avrebbero dovuto essere presenti in quell’aula per ascoltare ed immergersi in quei racconti di fatti che videro protagonisti i nostri nonni.
TANIA CATALANO