Sfiducia al sindaco Tambone. Adesso siamo alla resa dei conti.
0E’ arrivato nel luglio 2013 in Consiglio comunale con 59 voti, alla sua prima esperienza politica, subentrando al compagno di partito (si dice ancora così?) Pippo Lo Castro che optò per la carica di assessore e vice sindaco. Ha sempre mantenuto un profilo basso, malgrado un incidente di percorso per una brutta vicenda legata ad un ricatto a sfondo sessuale per via web, da lui stesso denunciato alla stampa e ovviamente ai carabinieri.
Un buono, un ragazzone di 29 anni che ha scoperto il renzismo legandosi a doppia mandata a Faraone e a Luca Sammartino, ex Articolo 4 e avversario indiscusso dei padroni di casa del Pd come Concetta Raia, la deputata regionale costretta ad ingoiare un boccone amaro con la sfiducia al suo pupillo Franco Tambone rimasto fedele all’ex sindacalista della Cgil.
Quello di Barresi è stato un colpo basso in piena regola per la Raia che ha sollevato il caso a livello provinciale: “Chi, tra i consiglieri PD, o meglio, di certa area democratica di ultim’ora, abbia votato la sfiducia al primo cittadino di Scordia, Franco Tambone, sindaco del Partito Democratico, deve essere immediatamente espulso senza se e senza ma”. Un messaggio chiaro nei confronti di Barresi e dei consiglieri dell’ex Megafono. A rincarare la dose ci ha pensato anche l’assessore della giunta Bianco a Catania, Angelo Villari: “Gravissima posizione assunta dai consiglieri del Megafono, che se pure politicamente inconsistenti hanno ottenuto all’indomani delle elezioni proprio del sindaco Tambone, a proposito di posizionamenti e ben oltre le più ottimistiche previsioni, ben cinque scranni in Consiglio e la presidenza del Consiglio”.
Torna a parlare il segretario locale del Pd, Paolino Calcò che adesso dovrà sostenere per qualche settimana il cognato, Aurelio Corbino, reggente della città sino all’arrivo del Commissario: “Quattordici consiglieri hanno negato il diritto a diciassettemila cittadini di avere un governo legittimo e democraticamente eletto da più di 5000 elettori. L’alto senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto il Partito Democratico non si lascerà scalfire dalle logiche individuali che hanno trascinato la città ad un commissariamento inesorabile che lascerà conseguenze già note nelle due precedenti esperienze commissariali”
Insomma siamo alla resa dei conti. L’ex sindaco Franco Tambone si lecca le ferite ma sa bene chi lo ha tradito e abbandonato al proprio destino. Ha mantenuto il solito profilo “British” anche in questa difficile circostanza affidandosi ad un comunicato stampa sempre pacato nei toni.
Non sa invece trattenersi il consigliere Barresi che su Facebook reagisce così alle minacce di espulsione della Raia e di Villari: “Le non regole nelle primarie non le ha viste, non le ha viste quando non ha fatto avere a Scordia uno straccio di finanziamento, se ne accorge solo ora le non regole perché colpiscono il suo pupillo”.
Dicevamo della resa dei conti. In tanti hanno parlato di una sorpresa del voto finale perché i voti non sarebbero andati al di là dei 13 con le astensioni “programmate” delle consigliere Mari e Coccia e di quelle attese di D’Amico e Barresi. Entrambi hanno stupito tutti. Uno contro la mozione e uno a favore. Stavolta il presidente Francesco Cacciola, malgrado tutto il suo impegno e indicato da più parti come il vero regista di questa crisi amministrativa, compreso l’input dato allo scandalo Ufficio Tecnico, non è riuscito a mediare malgrado la presenza di Francesco D’Agosta rimanesse l’ultimo legame, anche se flebile, con i suoi colleghi di maggioranza.
Infine una nota a margine per l’ormai ex consigliere Nino Renda la cui assenza non è risultata decisiva per evitare la sfiducia al sindaco a cui ha sempre manifestato stima e da cui, suo malgrado e senza chiederlo, ha ricevuto l’intitolazione di una via ad uno dei tanti politici locali che hanno fatto il bello e cattivo tempo della storia della nostra città.
LORENZO GUGLIARA