Si conclude l’esperienza amministrativa del sindaco Franco Tambone il cui mandato sarebbe dovuto scadere nel 2017. A decretarne la fine anticipata è stato il voto di 14 consiglieri al termine di un Consiglio comunale che ha visto la partecipazione di 19 consiglieri su 20. Unico assente il consigliere Antonino Renda. In un’aula gremita e con le telecamere che hanno mandato il consiglio in diretta streaming, decisivo è risultato il voto del consigliere Salvatore Barresi, dello stesso partito del sindaco, il Pd, malgrado l’ultimatum lanciato a poche ore dal voto dalla segreteria provinciale. Un finale thrilling che ha chiuso con il botto una seduta fiume durata 4 ore e che ha visto numerosi interventi compreso quello del primo cittadino che ha cercato di convincere l’aula sull’azione di risanamento intrapresa dopo il dissesto e sui rischi dell’arrivo di un commissario. “Sarebbe devastante interrompere in questo momento l’opera già avviata”. Un appello caduto nel vuoto. Alla fine, al momento della conta a voto palese, hanno votato a favore della mozione di sfiducia: Giuseppe Calandra, Antonino Frazzetto, Nicolò Ferro, Biagio Caniglia, Gabriele La Magna, Antonio De Pasquale, Delfo Aristodemo, Guido Rizzo, Carmelo Bellò, tutti firmatari della mozione a cui si sono aggiunti i voti dei quattro colleghi dell’ex gruppo Megafono, Francesco Cacciola, Mariella Centamore, Luigi Guttuso e Sonia Zappulla. Decisivo, come detto, il voto di Barresi, risultato decisivo per mandare a casa anzitempo il sindaco. Si sono astenuti Enza Coccia e Jessica Mari. Unici voti a favore del sindaco, quelli di Josè D’Amico e dei consiglieri-assessori, Aurelio Corbino e Paola Vitale. Scuro in volto e visibilmente deluso, il sindaco ha lasciato l’aula insieme ai suoi assessori. Solo l’indomani del voto ha voluto commentare quella che per la storia del comune rappresenta la terza uscita anticipata di un sindaco: Salvina Gambera nel 2003, Salvatore Agnello nel 2007 e Franco Tambone, tutti espressione di una coalizione di centro-sinistra: “Quando la politica cede il passo ad istinti personali e lotte tra correnti, non c’è dà stupirsi di certi esiti – ha dichiarato – la sfiducia rappresenta pur sempre un atto di chiarezza, di chi si è assunto la responsabilità di interrompere la legislatura, senza pensare alle conseguenze per la città in un momento così delicato. Una responsabilità che ricade su chi, soprattutto, ha condiviso tre anni di amministrazione con due assessori e la presidenza del consiglio, sfiduciando sostanzialmente se stessi”. I poteri adesso passano nelle mani del vice sindaco Corbino in attesa che la Regione nomini un commissario che si aggiungerà ai tre che curano la liquidazione post dissesto e a quello che giungerà per risolvere alcune adempimenti del Piano Regolatore Generale.
DICHIARAZIONI
JOSE’ D’AMICO. Corsi e ricorsi storici. Una sfiducia serve solo a privarsi dell’unico strumento che i cittadini indirettamente hanno per far sentire la propria voce. Inseguire con una sfiducia il ricambio politico non credo sia indice di cambiamento.
Bisogna capire che oltre le persone, c’è il sistema nel quale vanno ad operare; ed è lì, il problema, prima che negli uomini.
GABRIELE LA MAGNA. La nomina del commissario sul P.R.G. è la conferma che a Scordia la politica vivacchia. Le inadempienze politico-amministrative della Giunta hanno indotto la Regione a nominare un perfetto sconosciuto a disegnare l’assetto di questa città. Un fatto storico senza precedenti che meritava un segnale altrettanto importante.”
BIAGIO CANIGLIA. L’amministrazione Tambone non è riuscita in questi anni a portare avanti il proprio programma elettorale, e non riuscita ad affrontare i maggiori problemi nel comune di Scordia. Da più di un anno non arriva una proposta di delibera da parte del consiglio comunale né le mozioni di indirizzo dell’opposizione, nonostante fossero approvate all’unanimita, non hanno avuto seguito nell’azione amministrativa. pertanto una mozione di sfiducia dovuta, a causa dell’immobilismo amministrativo della giunta Tambone. Ma lo scoglio più difficile resta a mio avviso quello della disaffezione alla politica dei cittadini ormai dilagante, così continuando potrebbe portare all’allontanamento dalla politica e all’allontanamento dalle urne con un grosso problema di rappresentatività, di qualità, e di democrazia. Quindi credo che sia necessario uno sforzo da parte di tutti, nel cercare in questo anno che ci separa dalle prossime elezioni comunali nel ripartire appositamente dai partiti coinvolgendo la base e facendo ripartire il dialogo necessario affinché possa nascere una classe dirigente capace di programmare il futuro del nostro Paese.
SALVATORE BARRESI. Con la mozione di sfiducia si è conclusa una sindacatura che purtroppo non è riuscita a dare a Scordia l’impulso necessario per il vero rilancio del paese. Dal voto si rileva come il sindaco durante questi tre anni abbia perso la fiducia di quasi tutti i consiglieri che costituivano la maggioranza iniziale con un esito che suona come una sonora bocciatura per il sindaco che avrebbe fatto meglio a dimettersi per evitare questo triste e doloroso epilogo. La mia scelta è stata dettata dall’amore che nutro per la città quello stesso che mi ha indotto a candidarmi per potere contribuire in prima persona alla rinascita del paese. Le cause sono molteplici e dettate dal fatto che specialmente negli ultimi tempi l’azione politica segnava il passo e non faceva nulla per rilanciarla. Ultimo episodio che il sindaco era in confusione è l’azzeramento della Giunta effettuata per instillare nuova linfa ad un’azione politica ormai fiacca e che dopo momenti di panico si è concretizzata con la riconferma del 50 per cento della vecchia giunta. Scordia non merita tutto ciò, per tali regioni ho deciso che questa esperienza poteva dirsi conclusa.Per me la politica deve mettere al primo posto l’interesse dei cittadini e deve comprendere che quando non rappresenta più i propri elettori deve ritirarsi e passare il testimone. Già da oggi si lavora in maniera trasversale su un nuovo progetto credibile che unisca la città, partendo da chi ieri c’è stato.
GUIDO RIZZO E PIERPAOLO MONTALTO. Crediamo che sia giusto chiarire che con il voto in aula non è stato sfiduciato solo il Sindaco Franco Tambone. Il fallimento annunciato di una pessima esperienza di governo coinvolge, infatti, l’intera maggioranza, le forze politiche che hanno sostenuto questa amministrazione e tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno contribuito alla vittoria elettorale del PD e dei suoi alleati. Rivendichiamo con orgoglio che avevamo detto tutto prima, che avevamo anticipato le criticità di una proposta di governo assolutamente deficitaria e che oggi tutte le nostre denunce trovano puntuale conferma. Speriamo che la straordinaria comunità di Scordia abbia la forza di trovare le energie necessarie per superare questa fase difficilissima. Per quanto ci riguarda noi c’eravamo, ci siamo ancora e ci saremo per garantire a Scordia un’amministrazione degna della sua storia.
PAOLO CALCO’ (Segretario PD). Credo che Scordia nei prossimi mesi vivrà momenti drammatici e questo grazie ad un atto di estrema irresponsabilità che si è consumato martedì 12 luglio. Quattordici consiglieri hanno negato il diritto a diciassettemila cittadini di avere un governo legittimo e democraticamente eletto da più di seimila elettori. L’alto senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto il partito democratico non si lascerà scalfire dalle logiche individuali che hanno trascinato la città ad un commissariamento inesorabile che lascerà conseguenze già note nelle due precedenti esperienze commissariali. Il partito democratico sta e stara’ sempre dalla parte dei cittadini,lavorando sin da subito per ricostruire ciò viene distrutto dalla miopia ,dal poca lungimiranza, dai personalismi, dai protagonismi e dal disamore per la propria città.
CONCETTA RAIA (Deputata Regionale PD). Chi, tra i consiglieri PD, o meglio, di certa area democratica di ultim’ora, abbia votato la sfiducia al primo cittadino di Scordia, Franco Tambone, sindaco del Partito Democratico, deve essere immediatamente espulso senza se e senza ma, perché ormai nel nostro Partito non ci sono più regole: si risponde solo a logiche di corrente e i capicorrente rispondono a interessi personali, senza avere il minimo senso di responsabilità politica o nei confronti dei cittadini e delle comunità che vengono amministrate”. Lo dichiara la parlamentare regionale del Partito Democratico Concetta Raia, commentando la notizia della sfiducia presentata in Consiglio comunale di Scordia dai consiglieri di opposizione e passata con il voto di alcuni consiglieri di maggioranza. “Sia chiaro ai cittadini che quanto compiuto da questi consiglieri non è stato dettato da divergenze con il primo cittadino Tambone nell’ambito di scelte politiche nella gestione delle cosa pubblica –sottolinea la deputata Concetta Raia – ma solo ed esclusivamente a mancati posizionamenti in giunta ed estenuanti e inutili manovre equilibriste”. “Voglio ringraziare personalmente il sindaco Tambone per quanto fatto in questi anni, tutti coloro che l’hanno sostenuto e, in particolare, l’ex assessore Pippo Lo Castro che proprio per agevolare certi posizionamenti ha rimesso il suo mandato”. “E infine lancio l’appello al mio PD, a tutti i livelli: dai dirigenti a livello nazionale e regionale, come me, a quelli provinciali e alla base, perché si torni a parlare di partito, di regole, che sono il presupposto del confronto nella forma e nel merito, di leale contrapposizione tra le varie anime – conclude la democratica Raia – senza ciò, temo che il Partito Democratico non avrà fortuna ancora per molto”.